La Stele di Rosetta è un’antica stele egizia in granodiorite che riporta un’iscrizione divisa in registri scritta in tre differenti grafie, ovvero demotico, geroglifico e greco antico. Ma di cosa si tratta e che cosa contiene questa Stele di Rosetta? L’iscrizione è il testo di un decreto tolemaico emesso nel 196 a.C. in onore di Tolomeo V Epifane, faraone che all’epoca aveva tredici anni e che era stato appena incoronato.
Considerato che sulla Stele di Rosetta è scritto lo stesso testo, a partire dal greco antico questo reperto ha dato la possibilità di tradurre anche i geroglifici, dando un aiuto notevole e irrinunciabile nella loro interpretazione. Vediamo ora la storia e la traduzione di questo testo antico.
Stele di Rosetta: la storia e l’importanza del reperto
Da dove nasce il nome Stele di Rosetta? Esso deriva da quello latinizzato di Rosetta, l’antica città che oggi è nota come Rashid e che sta sul delta del Nilo, il luogo dove l’antico reperto fu scoperto nel 1799 da Pierre-François Bouchard, il capitano nella Campagna d’Egitto di Napoleone Bonaparte. Il prezioso oggetto è stato conteso molto a lungo tra Francia e Inghilterra; a partire dal 1802 si trova esposto al British Museum di Londra dove, insieme alle mummie, è il reperto più famoso. Quanto è grande la Stele di Rosetta? Si tratta di una lastra di granito alta 1,14 metri nel punto più alto, larga 72 cm e spessa 27 cm; il suo peso si aggira attorno ai 760 chilogrammi.
Ma cos’è esattamente la Stele di Rosetta? Si tratta di una grande lastra in granito nero divisa in tre parti scritte in tre diverse grafie utilizzate per scrivere la lingua egizia, ovvero:
- greco antico, che era la lingua ufficiale della dinastia tolemaica d’Egitto;
- egiziano geroglifico, che era un’antica grafia di cui non si conosceva più il significato ma che comunque veniva usata per i testi incisi sui monumenti o in atti rilevanti;
- egiziano demotico, che era utilizzato solitamente per scrivere documenti ordinari.
La Stele di Rosetta viene oggi considerata un reperto storico di fondamentale importanza poiché, come già accennato, si è dimostrata di fondamentale importanza per decifrare i geroglifici egizi. Già Napoleone, non appena i suoi ufficiali gliela mostrarono, capì immediatamente l’immenso valore di quella pietra nera incisa dagli antichi.
Rimane nella storia la frase che Napoleone, grande estimatore della civiltà egizia, ha rivolto ai suoi uomini prima di cominciare la Battaglia delle Piramidi, ovvero: “Soldati, considerate che dall’alto di queste piramidi quaranta secoli vi guardano”. Una volta ritrovata, la Stele di Rosetta fu fatta analizzare da alcuni esperti provenienti da Parigi per decifrarne il contenuto e farne alcune copie. Una di queste copie è oggi conservata presso il Museo egizio di Torino.
Dopo essere stata dei francesi, la stele venne conquistata in battaglia dall’esercito inglese nel 1801 poiché anche loro erano interessati al controllo dell’Egitto.
La Stele di Rosetta venne così portata in Inghilterra per poi essere donata, nel 1802, da re Giorgio III al British Museum di Londra, dove la si può trovare esposta ancora oggi. Nei primi tempi al British Museum le iscrizioni sulla pietra furono colorate in gesso bianco per facilitare la visione di ciò che c’era scritto a chi visitava il museo. Oggi, invece, la stele è stata riportata ai suoi colori naturali per poi essere chiusa in una grande teca di vetro.
Stele di Rosetta: la traduzione
Andiamo ora a vedere quello che c’è da sapere sulla traduzione della Stele di Rosetta. Partiamo dal presupposto, come già accennato, che demotico e geroglifico non sono due lingue ma due diverse grafie della lingua egizia.
Per quanto riguarda la sua traduzione, fu il dottore inglese Thomas Young a intuire che il cartiglio nel testo geroglifico conteneva il nome del sovrano ed era riportato nella stessa maniera nel testo greco. Il contributo più importante alla traduzione, però, è stato dato dal francese Jean-François Champollion che, grazie alla sua conoscenza della lingua copta, ha ottenuto preziosissime informazioni sulla traduzione della stele. Lo studioso, pur non avendo mai visto l’originale, scoprì molto grazie alla copia conservata nel Museo egizio di Torino dopo ben 20 anni di lavoro.
Tra le grandi intuizioni di Champollion, egli comprese che le tre grafie riportavano tutte lo stesso testo, tradusse il testo scritto in greco e quello di demotico e comprese che i geroglifici avevano un valore ideografico e fonetico che nel corso del tempo era andato perduto. Alla fine di questo mastodontico lavoro decise anche di creare una grammatica dell’antico egizio e un dizionario geroglifico.
Cosa c’è scritto nella Stele di Rosetta? Come già accennato, si tratta di un decreto dei sacerdoti di Menfi datato 196 a.C. dedicato al faraone Tolomeo V Epifane. Nel testo sono riportate le gesta compiute dal faraone a favore del paese, le tasse che ha cancellato, la decisione conseguente dei sacerdoti di erigere in tutti i templi d’Egitto una statua in suo onore e la decisione che il decreto fosse pubblicato sulla stele nelle tre versioni presenti.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Stele di Rosetta: storia, traduzione e importanza dell’antico testo
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