Sufficiente o sufficente: come si scrive? È una domanda frequentissima soprattutto tra gli studenti che, quando compongono un elaborato scritto o un tema, sono spesso assaliti da questo dubbio e rischiano di vedersi assegnata una sonora insufficienza quando sbagliano.
Togliamoci subito il dubbio, quindi: si scrive sufficiente, con la i, e non sufficente. Occorre ora capire perché questo aggettivo, che utilizziamo spesso per indicare una condizione coincidente con il minimo indispensabile, con ciò che raggiunge la quantità necessaria, con quel che basta a soddisfare il nostro bisogno ed è, quindi, adeguato.
Il dubbio, in effetti, è giustificato: la i, infatti, in questo caso non si pronuncia; non solo, in questo specifico caso la i non ha neanche lo funzione di indicare la corretta pronuncia della consonante precedente come avviene, ad esempio, nella parola farmacie, la c, infatti, anche quando precede la e (come in cena) la c suona nello stesso, identico modo che in sufficiente.
Sufficiente o sufficente: come si scrive?
Come già anticipato sopra, si scrive sufficiente e non sufficente; nel dubbio vi è una regola molto semplice per ricordare la corretta grafia: la i va inserita sempre, anche quando non siamo sicuri di doverlo fare e le i, nella parola, devono essere complessivamente due.
Si tratta di una regola pratica che nulla ha a che vedere con l’altra regola, con cui ci si potrebbe in questo caso confondere, relativa alle parole che al singolare hanno la desinenza in -cia o in -gia. Questa seconda regola vuole che al plurale la i cada sempre, tranne quando l’accento, al singolare, cade proprio sulla i. Per questo si scrive, ad esempio:
- provincia (sing.) e province (pl.);
- farmacia (sing.) e farmacie (pl.);
- nostalgia (sing.) e nostalgie (pl.);
Nulla a che vedere con la differenza tra singolare e plurale, nel caso di sufficiente, caso in cui la i, tra l’altro, non ha neanche la funzione di rendere il suono più dolce, come avviene, talvolta, anche con la e.
Si scrive sufficiente: ecco perché
Se volessimo individuare la corretta spiegazione del perché si scrive sufficiente e non sufficente dovremmo, allora, ricorrere all’etimologia della parola e, quindi, al latino.
Sufficiente, infatti, è un aggettivo italiano che deriva dal verbo latino sufficiere, a sua volta composto dalla particella sub (sotto) e dal verbo facere (fare), utilizzato per indicare la presenza di una quantità che basta appena, che non è sovrabbondante, eccedente o, ancora, uno stato, una condizione adeguata al raggiungimento di un obiettivo richiesto, senza scarseggiare o eccellere.
La presenza della i in sufficiente, come nel caso di efficiente, è, allora, il segnale più evidente che la parola italiana non solo ha origine nella parola latina ma ricalca anche quella stessa forma latina nella grafia: come in latino si scrive sufficiere, allo stesso modo noi italiani abbiamo conservato la i.
Anche se numerose parole italiane derivano dal latino e nel corso del tempo hanno cambiato la loro grafia il loro uso, nel caso di sufficiente ed efficiente la consuetudine di inserire la i rimane; tale regola, inoltre, è valida sia al singolare che al plurale.
Una piccola curiosità, infine, sufficiente ed efficiente vale per il maschile e per il femminile, allo stesso modo sufficienti ed efficienti, vale (al plurale) sia per il maschile che per il femminile: anche in questo caso, la ragione di questo uso linguistico è da individuare nel latino, dove questi aggettivi, quando venivano declinati, seguivano lo stesso comportamento.
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