Sulla Transmongolica
- Autore: Mauro Buffa
- Genere: Letteratura di viaggio
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2012
“Ovunque volgo lo sguardo non vedo che strade, ponti, cavalcavia, svincoli, tralicci, capannoni e case. Un modello di sviluppo che si sta mangiando il territorio o forse è un’illusione ottica dovuta alla mia pupilla che, dalle foreste della Siberia, agli altipiani della Mongolia, alle pianure della Cina, ha visto tanti spazi liberi e incontaminati”.
Così recita l’epilogo dell’insolito viaggio di Mauro Buffa (giornalista, scrittore nonché appassionato viaggiatore trentino) compiuto assieme ad alcuni amici sui binari della storica ferrovia transmongolica.
La partenza è dunque Mosca, dove attraverso una “pianura infinita” si giunge ad Ekaterinburg, Novosibirsk, Krasnojarsk ed Irkutsk, in Siberia. Il paesaggio monotono della taiga e quello inospitale della steppa viene interrotto dalle maestose stazioni ferroviarie russe, talvolta veri gioielli architettonici dell’epoca stalinistica, dove le babushke si affrettano sulle banchine per vendere le loro pietanze fumanti ai viaggiatori in sosta. Meraviglioso il paesaggio del lago Bajkal:
“Sulla destra ci sono i boschi di betulle, sottili e bianche che spiccano nel verde chiaro della vegetazione circostante. Sulla sinistra il lago, al quale il sole del primo mattino dona riflessi luminosi sulle acque azzurre. In questo punto il Bajkal è ancora stretto, si vede la riva opposta”.
Tutto cambia in Mongolia:
“Viste da lontano le gher sono come dei funghi bianchi che spuntano nel verde assoluto circostante. Non vi è praticamente altro colore intorno, tranne l’azzurro del cielo”.
Mauro Buffa si addentra con una guida locale nel “nulla”: colline, steppa, prati, boschi e ancora colline, steppa, prati e boschi. Una terra spopolata che riserva imprevisti e difficoltà ma che imprime negli occhi del lettore una bellezza assoluta in quanto incontaminata del paesaggio unita a tradizioni millenarie ancora presenti.
Infine, dopo il cocente deserto dei Gobi, il treno volge verso la meta finale ossia Pechino.
“L’ingresso del treno nella stazione di Erlian è un cambio di scena quasi teatrale. Dallo sgangherato posto di frontiera mongolo e dal buio assoluto della notte passiamo ad una stazione illuminata e nuovissima dove compare il nome della città in caratteri cinesi e latini”.
Un viaggio intenso, appassionante, narrato con uno stile essenziale e competente, ricco di numerosi riferimenti storici e culturali.
Sulla Transmongolica. Oltre 9000 km in treno da Mosca a Pechino sulle orme di Gengis Khan
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