L’idea di Fioramonti è molto semplice: applicare una tassa su merendine e bibite zuccherate e utilizzare gli introiti per finanziare interventi per la scuola. Una proposta che permetterebbe di raggiungere due obiettivi: rendere meno a buon mercato i cibi spazzatura e avere un sistema scolastico migliore.
Il neo ministro Lorenzo Fioramonti sembra avere ben chiaro il piano di attacco e sin dai giorni scorsi, ancora prima della nomina, proponeva:
Servono delle micro tasse di scopo: una tassa sulle merendine, una sulle bevande zuccherate, un’altra sui biglietti aerei. Sono attività o dannose per la salute, le prime due, o inquinanti. Con i soldi che lo Stato ricava si fanno interventi per la ricerca o la scuola. Abbiamo calcolato che solo da questi interventi si possono ricavare 2,5 miliardi.
Un’idea a cui il neo ministro sembra aver preso in esame in modo approfondito, dal momento che avrebbe già iniziato a fare qualche conto. La proposta, se messa in atto, potrebbe portare un bel vantaggio per la scuola, che avrebbe nuovi fondi e si tenterebbe anche di rendere più incisiva la lotta ai cibi spazzatura.
L’idea di lanciare una tassa di questo tipo non è però una vera e propria novità, dal momento che nei mesi passati la stessa idea era stata avanzata e discussa per la Legge di bilancio 2019. A proporla era stata l’Onorevole Ruocco che però pensava di ottenere in questo modo dei fondi per escludere dal pagamento delle tasse i proprietari di piccole partite IVA.
In caso davvero si riuscisse ad applicare una tassa di questo tipo l’Italia non sarebbe il primo Paese ad avere un’imposta di questo genere. In Gran Bretagna è da tempo in vigore una tassazione su bibite zuccherate e junk food, un rincaro che parte da un minimo di 18 pence e che permette di rendere meno a buon mercato i tanto amati cibi spazzatura.
La differenza sostanziale è però che in questo Paese la tassazione è stata applicata esclusivamente per combattere l’eccessivo consumo di cibi e bevande contenenti un eccessivo quantitativo di zuccheri, i soldi che si ottengono da questa tassa infatti non sono investiti in un progetto specifico. In Italia invece i soldi che si otterrebbero da questo genere di imposta sarebbero utilizzati per finanziare una proposta precisa o per assegnare un aumento di stipendio cospicuo agli insegnanti. Un’idea che fa comprendere in modo abbastanza eloquente lo stato delle finanze italiane.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Tassa su merendine e bibite gassate: l’idea di Fioramonti per investire nella scuola
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