Usciti i dati dei test Invalsi sottoposti agli studenti nell’a.s. 2018/2019 fanno emergere ancora una volta un’Italia spaccata in due: al Nord i ragazzi capiscono e leggono l’inglese, sanno fare i conti e scrivono correttamente in italiano. Al Sud, purtroppo, si riscontrano ancora difficoltà sostanziali in tutte e tre le discipline.
Il ministro si è già espresso rispetto alla situazione emersa affermando che ci sono “innegabili motivi di preoccupazione”. Bussetti ha anche affermato che “l’’Invalsi è uno strumento che consente di avere una foto articolata e dettagliata del nostro lavoro, che consente di analizzare eccellenze e criticità del sistema per realizzare azioni puntuali e efficaci. Come ministero siamo convinti dell’importanza della valutazione standardizzata degli apprendimenti che però si deve integrare e affiancare all’insostituibile ruolo della valutazione dei docenti”. Ma vediamo, nello specifico, quali sono i dati emersi.
Invalsi 2019: dati e risultati per l’inglese
Cominciando con la scuola superiore, il dato emerso rispetto all’inglese è che moltissimi studenti sperimentano grosse difficoltà con questa lingua straniera. In quinta i problemi maggiori riguardano le prove di ascolto. Se il traguardo previsto alla fine della quinta superiore è un livello B2, a raggiungerlo è solamente il 35% degli studenti. Il restante 65%, quindi, non ha superati la prova in maniera del tutto positiva e, di questi, il 25,2% non ha ottenuto nemmeno un livello B1. Qui si evidenziano le difficoltà del sud Italia poiché in regione come Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna la percentuale di allievi che ottiene un B2 scende al 19,9%, al 14,6%, al 14,8% e al 20,7%. I risultati che invece alzano la media, in questo senso, si riscontrano in alcune regioni del Nord come Friuli Venezia Giulia, in Lombardia e in Valle d’Aosta, dove il B2 è stato superato da oltre il 50% degli studenti.
Sempre parlando di listening, prova di ascolto, vanno peggio - ovvero non raggiungono nemmeno un livello B1 - Campania con 41,7%, Calabria con 47,7%, Sicilia con 46,7% e Sardegna con 40,8%.
Meglio i dati per quanto riguarda, invece, la prova di lettura in inglese che vede a livello nazionale il 51,8% dei ragazzi raggiungere un B2 e solo il 10,6% non arrivare a un B1. Anche in questo caso, però, ad abbassare la media sono gli allievi del sud Italia, con Calabria, Sicilia e Sardegna, in cui il B2 nella lettura è stato raggiunto dal 31%, dal 34,8% e dal 34,1%. Anche per coloro che non raggiungono il B1 le percentuali maggiori si riscontrano al Sud, con un 21,7% in Calabria, un 18,2%in Sicilia e un 20% in Sardegna .
Generalmente, comunque, emerge una predilezione per la lettura rispetto all’ascolto che, secondo il responsabile dell’area prove dell’Invalsi, è dovuta alla “prevalenza di una didattica maggiormente legata alla frequentazione dei testi scritti. Con l’eccezione delle province autonome e del Friuli-Venezia Giulia, la percentuale di studenti al livello B1 non si differenzia molto nelle diverse aree del Paese. Grandi differenze si osservano invece nelle percentuali degli allievi che non raggiungono il B1 o di quelli che raggiungono il B2".
Invalsi 2019: dati e risultati per la matematica
Anche per quanto riguarda la matematica la differenza Nord-Sud rimane notevole. Fin dalle elementari, in particolare con la matematica, emergono già questi gap. Le maggiori difficoltà in matematica riscontrate nella scuola primaria si hanno in regioni del Sud quali Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna. Mano a mano che si va avanti con la scuola, poi, il divario tende a farsi più grande.
Parlando, invece, dell’inglese sia letto che ascoltato alla scuola primaria, l’evidenza è che l’88,3% per la lettura e l’84% per l’ascolto raggiunge un livello A1 alla fine della scuola elementare, perfettamente in linea con il quadro europeo.
Il dato positivo che riguarda le regioni del Sud è che proprio lì il dato rispetto allo scorso anno è migliorato del 5,8%. La differenza che si riscontra tra la scuola primaria nel Mezzogiorno e la scuola primaria al Nord è dovuta alla minore capacità di garantire le pari opportunità in termini di formazione e di istruzione a tutti gli studenti.
Scuola media nel Mezzogiorno: qui le maggiori difficoltà in italiano e matematica
La scuola media è il grado di istruzione nel quale emergono maggiori difficoltà sia in italiano che in matematica, seppur la situazione sembri migliorata quest’anno rispetto ai risultati del test Invalsi 2018. Seppur minimi, ci sono dei miglioramenti rispetto alle percentuali di adolescenti che raggiungono i risultati minimi previsti dal quadro europeo: in italiano +0,03%, in matematica +1,42%, in lettura inglese +3,68% e in ascolto inglese +3,67%.
Guardando poi ai risultati ottenuti in italiano dagli studenti del Belpaese, emerge come al sud (particolarmente in Campania, Sicilia e Sardegna) la percentuale di allievi che non raggiunge i traguardi previsti alla scuola media superi il 40% contro la media nazionale del 54% e con il picco massimo in Calabria, dove arriva ben al 50%.
Per quanto invece riguarda la matematica, la situazione si fa ancora più allarmante. A livello nazionale la percentuale che, alle medie, non raggiunge gli obiettivi previsti in matematica si attesta al 40%. La percentuale sale decisamente e supera di molto il 50%, ancora una volta, sulle due isole, in Campania e sfiora il 60% in Calabria.
L’andamento nella scuola secondaria di primo grado viene confermato anche dai risultati del test Invalsi in inglese, che vede una media nazionale del 77,6% che nella prova di reading raggiunge un A2, con valori di molto superiori all’80% in tutto il Nord e nelle Marche. La media si abbassa in regioni come la Sicilia, Calabria, Sardegna e Campania e la Calabria, dove solo il 60% ottiene un A2. Anche alle medie nella prova di ascolto i dati puntano al basso, pur se registrano un miglioramento rispetto al 2018.
Se il ministro Bussetti, come abbiamo visto in apertura, ritiene i test Invalsi un metodo di misurazione fondamentale per capire dove intervenire, il Presidente Commissione Cultura si è espresso contro. Per lui queste valutazioni da sole non sono sufficienti per innescare un processo di miglioramento, soprattutto considerato che sono 20 anni che la situazione viene mappata senza lavorare, poi, alle soluzioni per cambiare i dati che emergono. Risulta fondamentale "investire più risorse per sviluppare dei processi di miglioramento, per esempio rafforzando l’azione di istituti di ricerca cui va dato un ruolo cardine nella formazione e nella promozione concreta di processi di miglioramento della scuola". Il presidente della Commissione Cultura ha anche reso noto che, visti i risultati dell’Invalsi 2019, l’intenzione è quella di presentare una risoluzione per questo spinoso problema entro fine luglio. L’idea è anche quella di "eliminare l’obbligatorietà delle prove Invalsi e lasciare alla singola scuole le libertà di svolgerle".
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Test Invalsi, escono i risultati: maggiori difficoltà al Sud
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