Qual è la forma corretta tra tuttoggi e tutt’oggi: come si scrive questo avverbio della lingua italiana che può essere, più precisamente, classificato come uno degli avverbi di tempo composti da due o più parole?
Per capire se si scrive tuttoggi o tutt’oggi occorre ricordare la differenza tra elisione e troncamento e considerare non solo le regole della grammatica italiana ma anche la lingua d’uso, la risorsa a cui attingono linguisti e glottologi per determinare quale sia la formula più corretta tra due costrutti verbali.
Sciogliamo però subito il nostro dubbio: la forma corretta da utilizzare è tutt’oggi e non tuttoggi.
Tuttoggi o tutt’oggi: l’elisione
Per comprendere perché si utilizza tutt’oggi è opportuno ricordare che mentre oggi è un avverbio di tempo tutto è un pronome indefinito e, in quanto tale, è soggetto a elisione allo scopo di evitare il raddoppio della vocale tra i due termini. In questo caso, quindi, se la vocale finale o incontra un’altra vocale all’inizio della parola immediatamente successiva cade e per indicare, appunto, la sua caduta viene lasciato un apostrofo; nel parlato corrente si ha comunque l’idea che la prima o non ci sia.
Caso diverso, anche se apparentemente simile, è quello di finora (e di parole simili che contengono l’avverbio ora, come tuttora, ormai, orbene) dove la vocale finale della prima parola, soggetta a troncamento per evitare il raddoppio della vocale, cade senza essere sostituita da alcun segno grafico e si assiste anche all’univerbazione (la fusione in una sola parola) dei due termini.
La forma corretta da utilizzare è, quindi, tutt’oggi come dimostra anche l’esempio sotto:
Tutt’oggi avvengono ancora troppi casi di femminicidio e di violenza sulle donne;
Tutt’oggi, tuttoggi e la lingua d’uso
Anche se in alcuni testi, anche a stampa, è possibile trovare la forma tuttoggi, quest’ultima è non solo una dicitura scorretta ma anche la formula meno utilizzata. Considerare la lingua d’uso è importante non solo per chi cerca la forma grammaticale più corretta ma anche per i linguisti che si rivolgono ad essa per chiarire quei casi in cui la grammatica non riesce a fornire una soluzione netta. Quando, infatti, convivono nella lingua italiana due forme per la stessa espressione, i linguisti considerano in che modo quell’espressione viene scritta generalmente: la forma che ottiene il maggior numero di casi diviene la più corretta.
Nel caso di tutt’oggi, la formula con l’elisione e l’apostrofo, oltre ad essere l’unica formula grammaticalmente corretta è anche la più utilizzata e quella che, quindi, dal punto di vista della lingua d’uso, diviene la più corretta.
Come individuare la forma corretta
Se i dubbi persistono e avete paura di dimenticare facilmente quanto letto sopra, per ricordare se si scrive tutt’oggi o tuttoggi considerate altri costrutti simili che contengono l’avverbio:
- al giorno d’oggi;
- l’oggi e il domani;
Anche in questi casi, dove oggi è preceduto da una vocale, ci troviamo sempre di fronte a un’elisione che comporta l’utilizzo dell’apostrofo in luogo della prima delle due vocali, caduta, e non di fronte a un troncamento né a una successiva univerbazione dei termini.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Tuttoggi o tutt’oggi: come si scrive?
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