Un pianoforte
- Autore: Chris Cander
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Nord
- Anno di pubblicazione: 2019
“Un pianoforte” (Nord Editore 2019, titolo originale “The weight of a piano”, traduzione di Claudine Turla) di Chris Cander è il primo romanzo edito in Italia della scrittrice americana, che narra la storia di due donne legate da un pianoforte.
Primi anni del XX Secolo.
Nel cuore dei boschi delle alte montagne della Romania, là dove gli inverni sono straordinariamente lunghi e rigidi, crescevano abeti rossi destinati a essere trasformati in pianoforti.
Il legno diventava uno strumento di delicatissima fattura, celebre per il timbro caldo e suonato da famosi pianisti. Quando le foglie erano cadute e la neve ricopriva il terreno, Julius Bluthner, l’unico uomo in grado di riconoscere il legno adatto, si metteva in viaggio da Lipsia e camminava da solo nel bosco. “Talvolta accarezzandone la corteccia in segno di saluto”.
Julius andava alla ricerca degli alberi più vecchi dai fusti spessi per poi battere il legno con il suo bastone da passeggio. L’uomo posava l’orecchio sui tronchi quando l’intuito glielo suggeriva, ascoltando la musica celata al loro interno. Quando Herr Bluthner aveva trovato ciò che il suo orecchio andava cercando, legava all’albero un filo di lana rossa che risaltava in mezzo al candore della neve. Gli esemplari migliori erano quelli con almeno sette anelli per centimetro, posti a una distanza regolare. Poi i fusti venivano caricati sulle slitte e trasportati fuori dal bosco fino a giungere in Germania. A Lipsia, dove risiedeva la grande fabbrica Bluthner, da una tavola armonica sarebbe nato il 66.825° pianoforte verticale prodotto dalla fabbrica. Il Meister, una volta che lo strumento era stato completato, aveva deciso di inaugurarlo con un brano del suo compositore preferito Franz Schubert. Bluthner, mentre suonava era consapevole che il piano, una volta che “le mani disperatamente umane dei suoi proprietari l’avrebbero toccato”, non avrebbe più posseduto la stessa purezza.
Il prezioso e armonioso pianoforte avrebbe attraversato la vita di due donne: Ekaterina Dmitrieva e Clara Lundy. Nell’Unione Sovietica del 1962, la piccola Katjia di sette anni aveva ricevuto in eredità un lucido pianoforte di colore nero da un suo vicino di casa di origine tedesca. L’inaspettato regalo l’avrebbe aiutata a tenere lontano il dolore rendendole il mondo tollerabile.
2012. California, Stati Uniti. L’insoddisfatta Clara Lundy, ventisette anni, lavorava come meccanico in un’officina. Il padre Bruce poco prima di morire le aveva regalato un vecchio pianoforte in occasione dei suoi dodici anni. Ora la giovane donna, a causa di un trasloco, aveva deciso di vendere l’ingombrante strumento che non aveva mai imparato a suonare con maestria malgrado Clara per anni si fosse esercitata diligentemente per diventare la pianista che suo padre avrebbe tanto desiderato.
Ma i brani che suonava avevano sempre qualcosa che non andava.
Nelle pagine dei ringraziamenti la scrittrice americana rivela che l’idea per la redazione del volume è nata da una storia ascoltata da una sua lettrice in un club del libro. La donna aveva finalmente trovato un acquirente per il pianoforte che il padre le aveva regalato per il suo settimo compleanno e che non aveva mai imparato a suonare.
Sono rimasta molto colpita quando ho saputo che era morto pochi mesi dopo e che lei aveva passato i decenni successivi a cercare un modo sensato di liberarsi dello strumento.
Il pianoforte, fulcro della narrazione, accompagna le vicende personali di Katjia, abile pianista e Clara, che pur non essendo particolarmente brava a suonarlo, non se la sente di lasciarlo andare perché appartiene al suo passato. Come una piacevole melodia, i destini intrecciati delle protagoniste catturano l’attenzione fino alle ultime righe dell’intensa narrazione.
Soltanto il migliore in assoluto sarebbe diventato una delle tavole armoniche che, come un cuore, pulsavano all’interno dei suoi famosi pianoforti.
Un pianoforte
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