Quando una libreria è costretta a chiudere è come se un pezzo del Colosseo o dell’Arena di Verona si sgretolasse. Muore per sempre un pezzo dell’immenso patrimonio culturale italiano. La Libreria dei Sette si trova nel centro storico di Orvieto, in Corso Cavour 85-87, dal 1922, anno della sua fondazione. Ma la sera del 24 dicembre, mentre si accenderanno le luci di Natale, la storica libreria abbasserà i battenti. I motivi della chiusura che costringerà Riccardo Campino, titolare della libreria da 24 anni che gestisce con le sorelle Enza e Monica, a chiudere le luci sono: la crisi economica globale, il costante successo dell’acquisto on line dei volumi, la digitalizzazione del libro. Il canone di affitto del locale di proprietà del Comune è alto ed è difficile raggiungere il centro storico per i divieti di parcheggio e transito. Eppure la libreria situata all’interno del Palazzo dei Sette è ormai da anni un polo di produzione culturale con i suoi 20mila volumi, offrendo una programmazione culturale ampia e variegata a favore di tutte le età. Non è un caso che la Libreria dei Sette abbia ricevuto nel 2015 a Venezia il riconoscimento di migliore libreria italiana dell’anno.
Molti gli appelli a favore della libreria, ricordiamo quello di Susanna Tamaro
“la libreria non è stata soltanto un punto di incontro letterario, ma ha lavorato anche moltissimo con le scuole, a partire dai bambini dell’asilo, facendo così una preziosa opera di alfabetizzazione a favore delle nuove generazioni”
e la riflessione di Corrado Augias nella sua rubrica “Le Lettere” sul quotidiano “Repubblica” del 28/11/2018:
“Chiudere una libreria è spegnere una città”.
Inoltre, il giorno dopo la pubblicazione dell’appello del presidente di Ali Confcommercio Paolo Ambrosini a difesa della Libreria dei Sette, il sindaco di Orvieto Giuseppe Germani ha scritto all’editorialista del “Corriere della Sera” Aldo Cazzullo curatore della rubrica “Lo dico al Corriere”.
“Come tutti sono molto dispiaciuto quando rischia di chiudere un presidio culturale come è una libreria e, in qualità di sindaco di Orvieto, Le garantisco che sto facendo tutto ciò che è nelle mie possibilità per scongiurare che tale eventualità possa riguardare la prestigiosa Libreria dei Sette nel cuore del centro storico della mia città. Essendo il Palazzo dei Sette un bene pubblico, il Comune è tenuto a rispettare la normativa, anche con riferimento al canone di affitto. Da diversi mesi, insieme con il dr. Riccardo Campino, titolare della libreria, stiamo esplorando soluzioni alternative per cercare di evitarne la chiusura. Proprio martedì scorso, ho avuto un ulteriore incontro con il dr Campino nel quale abbiamo valutato la praticabilità di ulteriori percorsi che possano salvaguardare un’attività così importante per la vitalità culturale di Orvieto”.
Chi scrive, ieri nella casella di posta elettronica ha trovato una mail:
“Cari amici lettori, firmate la petizione per salvare questa storica libreria di Orvieto gestita dalla famiglia Campino, librai da generazioni. Conosco Riccardo ed Enza Campino da anni, sono persone meravigliose, completamente disinteressate. In questa bassa marea nella quale viviamo hanno fatto dell’amore per i libri la loro ragione di vita. Si sono mossi da Formia 24 anni fa per aprire questa libreria, hanno reso un servizio prezioso alla comunità, hanno educato lettori, hanno acceso desideri. Si sono indebitati per mantenere acceso questo presidio culturale, sostenuti solo dalla loro vocazione. Adesso vengono scacciati. È molto triste, per tutti. Grazie”.
Margaret Mazzantini
Anche noi comuni cittadini ma innamorati della cultura possiamo fare qualcosa per la storica libreria umbra. Basta firmare questa petizione:
https://www.change.org/p/al-sig-sindaco-di-orvieto-la-libreria-dei-sette-%C3%A8-un-bene-comune-orvieto-non-deve-privarsene
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Una petizione per salvare la storica libreria dei Sette di Orvieto
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