Viaggi tra sogni di carta
- Autore: Martina Belli
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2018
Potete immaginare cosa accadrebbe se, mentre siete immersi nella lettura di un libro, vi trovaste all’improvviso a vivere in prima persona le stesse vicissitudini, le situazioni e le atmosfere, che caratterizzano la storia incontrando e interagendo con i personaggi che la animano?
Un’esperienza del tutto fantastica, ma che forse molti appassionati lettori desidererebbero vivere, almeno una volta nella vita.
Viaggi tra sogni di carta (Algra Editore, 2018) è un romanzo della scrittrice Martina Belli che racconta proprio questa incredibile esperienza vissuta dalla protagonista della storia, Deborah, una giovane libraia che ha ricevuto il dono di poter vivere in prima persona, con la forza della sua immaginazione, quanto accade nei romanzi che si trova a leggere.
La particolarità di tale "dono" sta nel fatto che, pur trattandosi di una sorta di veri e propri sogni a occhi aperti, essi coinvolgono in maniera totale Deborah. Infatti essi risultano così coinvolgenti dal punto di vista sensoriale, psicologico ed emozionale, da risultare veri alla sua mente e al suo corpo, al punto da farle perdere contatto con la realtà che la circonda. Tali esperienze la portano ad avere freddo, forti tremiti, paura, a percepire il contatto con superfici e oggetti che non sta toccando davvero e anche a provare dolore, secondo le varie situazioni nelle quali la sua mente la trasporta attraverso l’immedesimazione nelle storie che legge. Insomma tutte quelle sensazioni che le persone provano nella vita vera.
La protagonista di Viaggi tra sogni di carta si trova quindi proiettata in quella che, a tutti gli effetti, diventa ai suoi occhi una dimensione parallela.
L’idea alla base di questo libro è certamente originale e, benché esistano romanzi che raccontano storie forse simili, l’ambientazione, la realtà sociale nella quale si svolge la vicenda e la caratterizzazione davvero ottima dei personaggi, lo rendono unico e ne rendono appassionante la lettura.
Non si tratta in realtà di un libro fantastico, ma di un’esperienza sensoriale della protagonista che vive nella complessità del mondo contemporaneo, alle prese con problemi economici, professionali, familiari, psicologici e relazionali come qualsiasi altra persona dei nostri tempi.
La storia è ambientata in un piccolo paese di campagna dell’entroterra,verosimilmente in Toscana dove l’autrice è nata e cresciuta, nel quale Deborah vive insieme a Marco, suo marito, coltivando la passione per i libri, che per lei è anche un lavoro in quanto titolare di una libreria storica, che ha ereditato dalla madre e che, prima ancora, era della nonna.
Deborah sogna ardentemente di diventare mamma, ma a causa di vari fattori, tra i quali lo stress legato al lavoro, sembra non riuscire a rimanere in stato interessante. In seguito alla prematura scomparsa di entrambi i genitori in un incidente, Deborah si appoggia molto a suo marito, ma il loro rapporto entra in crisi in seguito all’aggravarsi dei problemi che lei quotidianamente si trova a dover affrontare per portare avanti il suo lavoro. A causa della crisi economica, la gente tende a entrare sempre meno nella sua libreria e a questo inoltre si aggiunge anche la concorrenza spietata di un supermercato, appartenente ad una grossa catena, che ha inserito al suo interno un reparto dedicato ai libri con prezzi scontatissimi.
Tutto questo non permette a Deborah di guadagnare a sufficienza. Il suo profondo dispiacere nel vedere il rischio sempre più concreto di dover abbandonare il lavoro che ama e che ha sempre svolto con passione e amore, la porta a sfogarsi per il senso di frustrazione che prova con suo marito, causando continue litigate.
Il racconto della routine quotidiana di Deborah è tuttavia molto gradevole, in quanto fa conoscere da vicino ai lettori il mestiere del libraio con tutte le incombenze e le responsabilità che lo caratterizzano, spesso ignorate da chi non lo svolge, ma al contempo mostra la bellezza e il privilegio, per chi ama i libri, di potersene occupare ogni giorno in modo concreto.
L’altro serio problema che la protagonista si trova a dover affrontare e che sembra diventare più angosciante, è il coinvolgimento sempre maggiore con il passare del tempo nelle storie che legge. Deborah inizia a sentirsi "imprigionata" dentro di esse molto più a lungo e teme di non riuscire a tornare alla realtà. Questo contribuisce ad aumentare il suo stato di tensione, mettendo in pericolo la sua salute psicologica, ma anche fisica.
Nella narrazione del romanzo si affianca alla vita di Deborah quella di Grazia, una donna di un’altra generazione, che ha vissuto la sua gioventù tra la fine degli anni Cinquanta e tutti gli anni Sessanta e diventa una sorta di coprotagonista della storia attraverso il racconto delle pagine di un diario che lei stessa ha scritto.
Anche Grazia è titolare di una libreria e ha in comune con Deborah anche i problemi matrimoniali con Edoardo. Un uomo sposato per amore, ma con il quale Grazia entra in crisi a seguito dei problemi sul lavoro di lui, un laboratorio artigianale di falegnameria, che lo fanno piombare in uno stato di depressione.
L’identità misteriosa della donna, come il diario sia arrivato ai nostri giorni e la relazione con Deborah, sono tutti particolari che vengono svelati soltanto in uno degli ultimi capitoli.
La particolarità della narrazione è che alla storia di Deborah, con la quale si apre il libro, si alterna quella di Grazia con cadenza regolare ogni tre capitoli, fino alla convergenza delle due vite che avviene nelle ultime pagine del romanzo e con un finale in apparenza semplice, ma da leggere con attenzione per comprenderne il significato autentico.
Viaggi tra sogni di carta è un’opera prima e data la giovane età dell’autrice la gestione soprattutto della tecnica di narrazione, è certamente migliorabile, soprattutto la scelta del narratore esterno focalizzato su Deborah, mentre forse una narrazione in prima persona sarebbe stata una scelta possibile.
Si tratta comunque di un dettaglio che non intacca la bontà complessiva del romanzo nel suo insieme, davvero di piacevole lettura, con alcuni punti forti. Tra di essi emerge l’ottima padronanza della lingua, fatto non scontato per una giovane autrice, con uno stile di scrittura interessante che sa coniugare bene quello classico con uno più moderno, caratteristica che le deriva forse dal fatto di essere una “lettrice forte” e quindi attenta ad attingere per la sua scrittura sia dai grandi autori del passato che da quelli contemporanei.
La storia risulta, nel suo insieme, davvero gradevole con buoni colpi di scena, pur in una narrazione caratterizzata in prevalenza da un ritmo cadenzato, né troppo lento, né troppo veloce e che sembra seguire il ciclo delle stagioni, altra componente molto presente nel romanzo.
Ci sono infatti molte descrizioni paesaggistiche e climatiche particoleggiate ed efficaci, tipiche di quelle persone che, come l’autrice, amano la natura e i cambiamenti che in essa avvengono, che invitano alla riflessione e metafora forse anche di tutte quelle cose che si modificano nell’esistenza umana, alcune temporaneamente, altre in modo definitivo.
Sono proprio le descrizioni, dal punto di vista stilistico, le parti migliori del libro, sia quelle della natura come detto, ma anche quelle legate ai personaggi, ritratti sempre con notevole precisione sia negli aspetti fisici che nella loro interiorità e alla comunità del paese dove è ambientata la vicenda. Una comunità viva, solidale ,che forse è possibile ancora trovare ai nostri giorni in Italia solo nei piccoli paesi, dove non si corre sempre in modo frenetico e si trova il tempo per parlare con le persone condividendo, per quanto possibile ,almeno in parte le gioie e i dolori di ogni singolo abitante.
Quello che Martina Belli ritrae in questo suo romanzo non è tuttavia un mondo ideale, tutt’altro: tanti e continui sono infatti i riferimenti ai reali problemi sociali ed economici che in Italia sono emersi in questi anni e in parte rimangono irrisolti ancora oggi. L’autrice fa risaltare attraverso le pagine di questo libro il suo sguardo positivo, la sua tenace ma fiduciosa ricerca se non della felicità, almeno di un’autentica serenità che è possibile raggiungere soltanto portando avanti valori importanti come l’amicizia, la condivisione,l’amore,la sincerità,l’onestà,il rispetto.
Martina Belli è, in sostanza, un’ottimista, una di quelle persone che si affacciano e guardano la vita sempre con il sorriso, grazie alla cui forza, nonostante tutte le difficoltà, riescono ad andare avanti e tale visione del mondo traspare in modo evidente dalle pagine di questo suo libro.
A tal proposito ecco l’incipit del romanzo che testimonia quanto scritto:
Il primo giorno di primavera era indimenticabile. Non la data ufficiale dell’inizio della primavera, il venti o il ventuno di marzo, in quei giorni poteva piovere, il freddo di febbraio era ancora troppo vicino, le correnti invernali dal nord non avevano perso il loro vigore, il vento che soffiava non era ancora carico di quel calore e di quel profumo di sole che avrebbe fatto sbocciare i fiori.
Il primo giorno di primavera era quel giorno nel quale il sole splendeva nel cielo e per la prima volta dall’inizio dell’anno riusciva a riscaldare tutto ciò su cui si posava. La brezza che soffiava era tiepida al punto da non intimorire le margherite nei prati, che si innalzavano tra i fili d’erba verdi e rigogliosi. Sembrava che una strana pace si fosse posata sulla città.
Risultano evidenti i forti elementi autobiografici presenti nella storia che non risultano mai autoreferenziali, anzi diventano preziosi per arricchire la narrazione, perché contribuiscono a farci conoscere il mondo dell’autrice riuscendo così a renderci partecipi della sua esperienza di vita. In fondo compito dei bravi scrittori è anche, in determinate occasioni, quello di far conoscere il proprio vissuto ai lettori, facendoli immergere in parte in quelle stesse atmosfere che hanno caratterizzato la loro vita.
Altra componente importante presente nella storia sono i richiami a importanti opere della narrativa classica e contemporanea, oggetto di lettura dei personaggi di Deborah e Grazia che incuriosiscono e invogliano a conoscerli, per chi non li avesse ancora letti oppure a riprenderli in mano per chi già li conoscesse.
Tra di essi classici come Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen, Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde, Notre -Dame de Paris di Victor Hugo oppure opere di letteratura contemporanea come Chocolat di Joanne Harris, Leggere Lolita a Teheran di Azar Nafisi e I pilastri della terra di Ken Follett, solo per citarne alcuni.
Tutti libri letti in prima persona dall’autrice che conferma di poter contare su un bel bagaglio di letture. Ogni libro è sempre accompagnato nel romanzo da una bella tazza calda di tè che bevono i personaggi, ma che è anche il modo con il quale affianca la lettura nella sua vita la stessa autrice, che dimostra di essere un’ottima intenditrice, sapendo consigliare l’infuso più adatto a seconda del gusto, del tempo e dello stato d’animo di chi desidera berlo. Per gli appassionati di questa bevanda e i curiosi, questi consigli possono rappresentare un motivo in più per leggere l’opera.
Si tratta di una storia dove prevale la forza dei personaggi femminili, non solo le due protagoniste, ma anche le amiche di Deborah: Adele, che deve affrontare una separazione forzata dal marito a causa delle violenze fisiche subite; Elisa, moglie del migliore amico del marito di Deborah; Amalia, titolare di un’erboristeria situata proprio di fronte al negozio della protagonista e infine Celestina, l’anziana signora dalla quale Grazia eredita alla sua scomparsa la libreria e che le insegna tutti i segreti per gestirla nel migliore dei modi.
Proprio Amalia, donna saggia, è colei che pronuncia una delle frasi più significative del romanzo rivolgendosi a Deborah in riferimento alla scomparsa di una persona cara:
Nessuno se ne va mai veramente.
Donne forti capace di risollevarsi dalle difficoltà ed essere di aiuto e di esempio per i loro mariti che, come tutti i personaggi maschili della storia, dimostrano più debolezze e fragilità rispetto a quelli femminili.
Martina Belli è nata e vive a Bibbiena, in provincia di Arezzo nella bellissima zona del Casentino. Ha frequentato il locale Liceo Linguistico Aziendale Fossombroni e ha gestito una libreria per quasi cinque anni. Attualmente lavora in un’azienda che si occupa di commercio internazionale. Molto attiva sui social, ha un suo canale dove attraverso i video parla di libri, ma anche di Mindfullness e adozione, altri argomenti a lei molto cari, tutti trattati con competenza di linguaggio, capacità divulgativa e grande simpatia. Ha fondato anche un Club del libro al quale aderiscono un gruppo di persone del suo paese, con le quali si riunisce per scambiare periodicamente opinioni su letture di un tema scelto che varia ogni volta.
Inoltre coltiva anche la passione per la recitazione esibendosi in una piccola compagnia teatrale.
Una giovane donna quindi molta attiva e con molte passioni, che ama la vita nei suoi molteplici aspetti, con uno sguardo da sognatrice ma al contempo attento alla realtà che la circonda.
Viaggi tra sogni di carta è il romanzo di esordio di Martina Belli ed è stato pubblicato dalla casa editrice Algra nel 2018.
Un’opera prima che può essere considerata promossa a tutti gli effetti e che dimostra le doti di Martina Belli come giovane scrittrice, con un suo stile unico, autentico che la rende originale, qualità non scontata nel panorama editoriale italiano odierno.
Questo suo libro è davvero una carezza al cuore con la ventata di genuinità che porta con la sua scrittura lineare, semplice nello stile, ma mai banale nel contenuto, anzi densa di significato.
Martina Belli è una scrittrice che merita considerazione e, se accompagnata da una maggiore visibilità sul mercato editoriale, potrà confermare nei prossimi romanzi il suo talento, regalando davvero ai suoi lettori, parafrasando una sua espressione relativa alla primavera: "balsamo per l’anima".
Viaggi tra sogni di carta
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