Nella Collana “Le Strade” Fazi edita Voto di sangue (2019, titolo originale “I Will Repay”, traduzione di Daniela Paladini, pp. 250, 15 euro), sequel de La primula rossa di Emma Magdalena Rosalia Maria Josefa Barbara Orczy (Tarnaörs, 23 settembre 1865 – Henley-on-Thames, 12 novembre 1947) scritto nel 1906.
La scrittrice britannica di origine ungherese, comunemente nota come Emma Orczy, deve la sua fama principalmente alla nota saga letteraria “La primula rossa”, ciclo di dodici romanzi pubblicati in fascicoli agli inizi del 1900. Il primo della serie uscì in volume nel 1905.
Mi è stata spesso posta la domanda: “Ma come ti è venuta l’idea della Primula Rossa?”. E la mia risposta è sempre stata: “È stata la volontà del Signore e a voi moderni, che forse non credete come credo io, dirò: nella catena della mia vita ci sono stati così tanti anelli, tutti incentrati nel portare a compimento il mio destino, e nulla può essere così meraviglioso come costruire il destino di un uomo o di una donna”
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Il destino di un temerario inglese, sir Percy Blakeney, abile spadaccino che si fa chiamare Primula Rossa, perché la sua firma è proprio rappresentata da quel fiore scarlatto, è di salvare i nobili francesi che rischiano il collo sulla ghigliottina, colpevoli solo di avere sangue blu. Dopo il grande successo del primo romanzo, Emma Orczy sapeva che i lettori erano ansiosi di leggere altre opere con il celebre protagonista. Ecco allora arrivare il seguito delle avventure di questo eroe rivoluzionario, fiero oppositore del periodo del Terrore di Robespierre. In queste pagine la Primula Rossa deve salvare dalla forca Paul Déroulède, un uomo buono, onesto e sincero, innamorato della giovane Juliette. Le gesta della Primula Rossa sono state adattate per il cinema e la televisione. Ricordiamo il celebre film omonimo diretto nel 1934 da Harold Young, protagonista Leslie Howard, il “melanconico” Ashley Wilkes di “Via col vento”, molto bravo nel ruolo di un gentiluomo, il quale deve fingere di amare la superficialità per nascondere le sue generose imprese nei confronti di uomini e donne.
Déroulède stava implorando per la vita di quella donna, ed era stato proprio il suo fascino a risvegliare in Juliette l’energia sopita per la causa che il padre le aveva intimato di non dimenticare.
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