Il cielo d’Irlanda di “nuvole e luce” si riflette nelle poesie di William Butler Yeats , uno dei maggiori poeti del XX secolo, premio Nobel per la Letteratura nel 1923.
La terra dei celti dai colori smeraldo, con le sue leggende e i suoi miti, fu una delle principali fonti d’ispirazione per Yeats che capì ben presto di dover attingere a quell’immenso serbatoio di storie popolari, all’immaginario mitico dei luoghi in cui era nato e che gli pulsava nel sangue:
Ben presto mi convinsi... che non sarei mai andato, per lo scenario di una poesia, in nessun altro paese che non fosse il mio, e credo che manterrò questa convinzione fino alla fine.
Per questo la poesia di W. B. Yeats - la sigla del nome divenne la sua firma autoriale più caratteristica -“ si apre e si chiude al ritmo della musica”, proprio come una fisarmonica o forse sarebbe meglio dire - data la sua peculiare sonorità - come una cornamusa.
William Butler Yeats e il canto dell’Irlanda
Ogni verso di Yeats è infatti intriso di una musicalità struggente che ricorda una ballata del folclore irlandese. L’autore riesce a ottenere questo effetto grazie all’uso di termini arcaici e inversioni sintattiche. Pensiamo, ad esempio, all’incipit di una delle sue poesie più famose The Lake Isle of Innisfree (1888), che recita:
I will arise and go now, and go to Innisfree
La lirica si presta in modo particolare alla lettura ad alta voce, perché crea un movimento uditivo molto simile a un’onda sonora. W.B. Yeats gioca in modo particolare sulle allitterazioni e le ripetizioni, insiste sulle consonanti liquide e sibilanti, ci avvolge in un suono che ricorda il fruscio dell’erba e il sibilo del vento, ma anche il moto ondivago del mare. Il poeta riesce a catturare il paesaggio nella poesia, restituendo così al lettore la chiara sensazione di trovarsi sull’isola di Innisfree, nella contea di Sligo, in Irlanda.
Nella motivazione del Premio Nobel, conferito a Yeats nel 1923, si può leggere:
Per la poesia sempre ispirata, la cui forma altamente artistica esprime lo spirito di una intera nazione.
Leggendo anche soltanto una riga della poesia di Yeats non nutriamo il minimo dubbio che non sia così: l’Irlanda sembra parlare attraverso la voce del poeta, incarnarsi nel suo spirito, diventare parte di un immaginario non naturale, ma umano. Il poeta scrisse The Lake Isle of Innisfree, forse la sua poesia più famosa, quando si trovava a Londra e pativa la nostalgia dell’Irlanda. Aveva soltanto vent’anni e fu ispirato dal suono di un getto d’acqua che zampillava dalla vetrina di un negozio dello Strand. Quel suono acquoreo diede origine alla sua “prima lirica al ritmo della musica”, come scrisse lui stesso.
Forse per descrivere la vita di W.B. Yeats era necessario partire da qui, dal modo in cui nacque un poeta; ma ora seguiamo gli eventi in maniera più cronologica.
William Butler Yeats: la vita
W. B. Yeats nacque a Dublino il 13 giugno 1865, ma quando aveva appena due anni si trasferì a Londra a causa del lavoro del padre. John Butler Yeats era un pittore e tutta la sua vita era governata dal suo temperamento artistico che lo sottoponeva a continui spostamenti. Il piccolo Yeats trascorreva molto tempo nell’atelier paterno dove vi era un continuo viavai di artisti, scrittori, pensatori.
Fu in quel traffico umano che scoprì, anziché l’amore per i colori e le tele dipinte, la passione per la poesia.
Nel 1885 un suo componimento fu pubblicato per la prima volta sulla Dublin University Review. Stava nascendo un poeta, ma l’ispirazione di Yeats era ancora acerba. Da giovane lo affascinavano i paesaggi esotici dell’India e l’inquietudine prettamente romantica, ma grazie all’incontro con il patriota John O’Leary, che era tornato in Irlanda dopo anni di esilio a causa delle sue idee rivoluzionarie, capì che era della sua terra natale che doveva scrivere. Da quel momento l’intento nazionalista animò la poesia di Yeats trasformandola. Iniziò a scrivere liriche, ma anche racconti e componimenti teatrali che avevano sempre il medesimo soggetto: l’Irlanda, trasfigurata nella nostalgia di chi viveva nella fuliggine londinese e anelava l’incanto dei suoi cieli immensi e dei suoi prati sterminati.
Terminati gli studi presso la Dublin Metropolitan School of Art, Yeats diede alle stampe la sua prima raccolta The Wandering of Oisin (1889).
L’incontro con Maud Gonne
Un incontro fondamentale nella vita del poeta fu quello con Maud Gonne, suo eterno amore non ricambiato. Quando si conobbero lei era una giovane donna alta, bella, ben inserita in società e appassionata al tema del nazionalismo irlandese. Lei e la fondazione dell’Abbey Theatre di Dublino divennero un punto di riferimento per i cultori dell’Irish Revival di cui faceva parte il nostro poeta. Yeats la corteggiò per decenni, dedicandole numerose opere liriche e teatrali, tra le quali ricordiamo La contessa Kathleen (1892) e Cathleen ni Houlihan (1902), in cui la donna protagonista appariva come la personificazione stessa dell’Irlanda.
Un’altra presenza fondamentale nella vita di Yeats fu Lady Augusta Gregory, cui fu presentato dall’amico comune Edward Martyn. Lady Gregory divenne la sua mecenate e ospitò Yeats nella tenuta di Coole Park, a Galway, che avrebbe ispirato al poeta uno dei suoi componimenti più famosi I cigni selvatici a Coole (1917).
leggi anche
“I cigni selvatici a Coole” la riflessione sul tempo in una poesia di William Butler Yeats
Nel frattempo il poeta irlandese chiese più volte all’amata Maud di sposarlo ma lei oppose sempre un netto rifiuto finché, nel 1903, convolò a nozze con il nazionalista cattolico John MacBride. Superata la cocente delusione W.B. Yeats sposò Georgiana Hyde Lees, che dirottò le sue attenzioni verso lo spiritismo e i poteri occulti. L’influenza della moglie trasformò anche la poesia dell’autore che divenne più simbolica, rifacendosi anche al modernismo dell’amico Ezra Pound. Nacquero così le successive raccolte The Tower e The Winding Stair, considerate tra le migliori espressioni di questa sua nuova fase poetica.
Il Premio Nobel e gli ultimi anni
Ormai la fama di Yeats era consolidata, nel 1923 fu insignito del Premio Nobel per la Letteratura. Superati i sessant’anni il poeta dovette fare i conti con una patologia cardiaca e un conseguente declino fisico. La sua poesia ne risentì, facendosi specchio di questa sensazione di caducità e del presagio di una morte ormai vicina. Ciononostante Yeats era sempre immerso in una straordinaria vitalità creativa, tradusse in inglese varie opere teatrali, tra cui Edipo re e Edipo a Colono di Sofocle e scrisse Le parole sul vetro della finestra (1934), un’opera completa dedicata allo spiritismo dello scrittore irlandese del XVIII secolo Jonathan Swift (l’autore dei Viaggi di Gulliver, Ndr).
Nel 1938 pubblicò la raccolta New Poems, riflesso di questa sua stagione matura, in cui dava voce a una contadina irlandese piuttosto sfacciata di nome Crazy Jane.
Invecchiando W.B. Yeats si sentì sempre più distaccato dal nazionalismo che lo aveva animato in gioventù. Vide la sua terra cambiare e assistette a mutamenti politici e sociali che lo irritarono. Dopo la morte di Lady Gregory e l’addio all’amata tenuta di Coole Park, Yeats iniziò a esprimere opinioni impopolari, fortemente antidemocratiche che contrastavano in modo stridente con gli ideali valorosi che avevano sempre animato le sue opere.
Continuò a scrivere saggi, poesie e drammi teatrali sino ai suoi ultimi giorni di vita. Morì il 28 gennaio 1939 a Cape Martin, in Francia, e fu inizialmente sepolto nel cimitero di Roquebrune. Nel settembre 1948 la sua salma venne trasferita a Drumcliff, nella contea irlandese di Sligo, per obbedire alla sua volontà testamentaria.
In una sua celebre dichiarazione Yeats aveva detto:
Il posto che più di ogni altro ha influenzato la mia vita è Sligo.
Sulla sua tomba oggi si può leggere un’iscrizione tratta da una delle sue ultime poesie Under Ben Bulben, scritta un anno prima di morire, il 4 settembre 1938, che lascia trasparire la sua fede nella reincarnazione e in un’altra vita possibile.
Cast a cold eye
On life, on death.
Horseman, pass by
Il nome di Ben Bulben fa riferimento a un luogo, un altro toponimo irlandese: è una montagna dalla cima piatta che si trova nella contea di Sligo. Quando scrisse questa poesia W.B. Yeats aveva già chiaro in mente il luogo in cui voleva essere sepolto, non a caso la conclude con una sorta di epitaffio immaginando sé stesso come se fosse già morto.
Getta un occhio freddo
sulla vita, sulla morte,
cavaliere passa oltre
In quei versi intrecciava le storie del passato a quelle del futuro, immaginando i tesori e l’eredità lasciata dal proprio paese, l’Irlanda, anche attraverso il ricordo di tutte le persone morte - o uccise - affinché i “giorni a venire” fossero possibili, si potessero avverare in un tempo lontano, a lui ancora ignoto.
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: William Butler Yeats: il poeta premio Nobel che cantò il cielo d’Irlanda
Naviga per parole chiave
Approfondimenti su libri... e non solo Poesia Storia della letteratura William B. Yeats
Lascia il tuo commento