CAGLIARI - La giuria del Premio letterario Antonio Gramsci, presieduta dal giornalista Vindice Ribichesu e composta dal prof. Salvatore Zucca, dallo scrittore e antropologo Giulio Angioni, dal poeta Gavino Angius, dalla prof.ssa Lilli Pruna e dalla giornalista Maria Paola Masala, ha scelto i vincitori della sua undicesima edizione. La cerimonia di premiazione si svolgerà ad Ales il 27 aprile 2009.
Nella sezione saggi, il primo premio è andato all’opera “La formazione culturale di Antonio Gramsci” del napoletano Michele Marseglia. Si tratta di un lavoro che, con dovizia di particolari, documenta gli anni tra il 1911 e il 1921, quando Gramsci - dopo la parentesi del "garzonato universitario" a Torino - abbraccia l’impegno politico a tempo pieno, distinguendosi come acuto giornalista, critico teatrale e di costume, nonché fondatore di giornali e abile propagandista delle idee socialiste.
Il secondo premio se l’è aggiudicato l’opera "Viva sa Comune, il ruolo del sardo nella biografia linguistica di Antonio Gramsci" del giovane studioso senese Alessandro Carlucci. Nel suo saggio, Carlucci parte dall’episodio che vede Gramsci vicino alla Brigata Sassari mandata a Torino per sedare la rivolta operaia del 20 – 21, lui parla con la truppa e secondo vari testimoni. Da qui viene riaffermata l’importanza del sardo nella costruzione della teoria linguistica gramsciana che ancora oggi interessa studiosi di tutto il mondo.
Nella sezione prosa e poesia in lingua italiana ha vinto "Passi nel tempo" una raccolta di racconti di Margherita Pinna, una sarda trasferitasi a Roma dove per tanti anni ha insegnato geografia all’Università La Sapienza. Nella raccolta traspare la vocazione geografica dell’autrice che ambienta le storie dei suoi racconti in un Mediterraneo solare, cristiano e mussulmano, inventandosi una grande ricchezza di contenuti, che alla fine, oltre la qualità letteraria della raccolta, evidenziano un invito alla tolleranza e alla costruzione di valori comuni e condivisi dai popoli che si affacciano sul Mediterraneo. Il secondo Premio è andato a "Muro d’inverno" di Andrea Pomella di Montorotondo in provincia di Roma. E’ un racconto che parla della guerra, delle persone che la praticano, e soprattutto delle persone che la subiscono, ma è anche una riflessione amara sui tempi oscuri della nostra storia bellica recente.
Nella sezione prosa e poesia in lingua sarda ha vinto il primo premio la poesia "Mohamed" del terralbese Giovanni Paolo Salaris che, in un campidanese a tratti scritto con una metrica impeccabile, esprime sentimenti di partecipazione e solidarietà ad eventi tragici come le tragedie che quotidianamente si verificano lungo le rotte dei migranti. "Mirande s’orizzonte" di Giovanni Giuseppe Migali di Scano Montiferro si è aggiudicato il secondo premio.
Il Primo premio della sezione saggi è stato dedicato a Giovanni Orrù, militante molto attivo e sempre presente ai lavori dell’Associazione Casa Natale, scomparso di recente dopo una breve e crudele malattia. Anche il primo premio della sezione in lingua italiana ha una dedica speciale per Augusta Miscali, storica presidente della Casa Gramsci di ghilarza, scomparsa di recente.
Fonte: SardegnaOggi.it
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: XI Premio Letterario Antonio Gramsci: i vincitori
Pubblicato il mio libro vincitore del Premio Gramsci per la Saggistica 2009
Si può ordinare in tutte le librerie e disponibile in quelle fiduciare di Aracne editrice.
A Frattamaggiore prenotabile presso la Libreria Foschini C.so Durante 245
on line su ibs e altri siti on line come
http://www.libreriauniversitaria.it/formazione-culturale-antonino-gramsci-1910/libro/9788854834569
Titolo: La formazione culturale di A.Gramsci 1910-1918
Editore: ARACNE
Numero pagine: 200
L’analisi dell’evoluzione del pensiero di Gramsci, è certamente utile per meglio comprendere i suoi scritti, le sue idee e, di conseguenza, anche criticamente, il suo operato.
Una disamina della formazione del suo pensiero rinvia necessariamente ad un lavorio di ricostruzione della temperie storica e culturale che l’ ha permeato.
In Gramsci le proprie personali esperienze contano in maniera decisiva per la formazione del suo pensiero.Il momento sardo nella sua formazione ha un rilievo non secondario e una sua dignità storiografica , ma è certamente Torino che segna un salto qualitativo che è culturale e politico
La battaglia antipositivistica di Gramsci assume un ruolo in cui si afferma una visione della cultura che "non la separi mai dalla politica, ma la comprenda come una dimensione della lotta politica".
Nell’ elaborazione di questo periodo i motivi gentiliani sono quegli stessi contenuti sottolineati , ma con forzature e strumentalizzazioni, qualche anno fa.
.Proprio per esigenze di chiarezza "sono favorevole, dopo l’oblio e la condanna registrati in questi anni, ad un ripensamento di un nucleo filosofico e culturale che nel bene e nel male appartiene, è iscritto nel nostro DNA culturale".(E.Garin)
Questo soprattutto, oggi , in un quadro storico-politico che vede la Sinistra sconfitta, anche perchè, a mio avviso, un presente che dimentica il passato non ha neanche un futuro.