Domani 2 giugno si celebra la Festa della Repubblica Italiana e vedremo il tradizionale tricolore svettare alto nei cieli delle nostre città come simbolo dell’unità nazionale.
Rosso, bianco e verde sono i colori della bandiera italiana e anche dell’Italia stessa che si tinge per l’occasione dei vivaci toni tripartiti, emblema della propria identità storica e culturale.
Ma qual è il significato del tricolore? È una risposta che di solito si pone da bambini, strettamente legata alle curiosità impellenti dell’infanzia, e che spesso nell’età adulta si dimentica oppure si associa a ricordi vaghi e frammentati.
Quest’anno si celebra il 225esimo anniversario del tricolore italiano e dunque si presenta l’occasione più propizia per svelare tutti i segreti della nostra bandiera.
Il dodicesimo articolo della nostra Costituzione recita come un comandamento:
La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni.
Ma nonostante l’entrata in vigore della norma sia datata 1° gennaio 1948, l’origine della bandiera tricolore è ben più antica.
Scopriamo la storia e il significato della bandiera italiana e perché sono stati scelti i suoi tre colori.
Bandiera italiana: la storia
Il tradizionale tricolore nacque nel novembre 1794, quando due studenti dell’università di Bologna, Giovanni Battista De Rolandis e Luigi Zamboni, tentarono una sommossa contro il potere assolutista dello Stato Pontificio che governava la città. I giovani rivoluzionari presero come distintivo la coccarda a tre bande della rivoluzione parigina, ma per non imitarla in tutto e per tutto decisero di sostituire il blu con il verde.
Il “verde” non fu scelto per caso: era infatti il colore delle uniformi della Guardia civica milanese, quindi simbolo dei volontari che combattevano per l’Italia. Più poeticamente, tuttavia, a molti piace pensare che il verde fosse allegoria del paesaggio nostrano.
I tre colori della bandiera erano comunque emblematici degli ideali che guidavano la rivolta, gli stessi alla base della Rivoluzione Francese del 1789: “Uguaglianza”, “Libertà”, “Fratellanza”. Tre obiettivi che, a ben vedere, sono alla base della stessa democrazia. La rivolta fallì miseramente, ma il simbolo rivoluzionario della bandiera rimase.
Il 7 gennaio 1797 il tricolore bolognese fu istituito come vessillo ufficiale della Repubblica Cisalpina, uno degli Stati nati dopo la prima campagna d’Italia di Napoleone. L’adozione della bandiera è tuttora certificata da una proposta del deputato Giuseppe Compagnoni, che ne decretò l’universalità in un comunicato scritto in cui parlava proprio dello “stendardo tricolore”:
Stendardo o Bandiera Cispadana di Tre Colori Verde, Bianco, e Rosso.
In origine, tuttavia, la bandiera presentava un aspetto diverso: innanzitutto era a strisce orizzontali e non verticali, al centro della fascia bianca vi era lo stemma della Repubblica, una faretra contenente quattro frecce circondata da alloro e ornata da un trofeo di armi. Il primo colore era inoltre, originariamente, il rosso e non il verde.
Nonostante queste piccole divergenze strutturali possiamo affermare che la bandiera italiana sia nata ben 64 anni prima della formazione ufficiale di uno Stato Italiano.
In seguito al Congresso di Vienna, il vessillo tricolore Cisalpino fu soffocato dalla Restaurazione. Tornò a svettare alto nei cieli, come emblema di libertà, nel corso dei Moti rivoluzionari del 1831 per l’unità d’Italia.
Il tricolore iniziò quindi a diventare un simbolo di speranza: era la rappresentazione dell’unità d’Italia prima che l’unità della nazione fosse effettiva.
Raccolgaci un’unica bandiera, una speme
scriveva, nel 1847, Goffredo Mameli nel suo Canto degli Italiani.
La stessa meravigliosa “Bandiera tricolore italiana” che Carlo Alberto di Savoia certificava nel proclama che annunciava il principio della riscossa nazionale, la Prima guerra di indipendenza:
Per viemmeglio dimostrare con segni esteriori il sentimento dell’unione italiana vogliamo che le Nostre Truppe (…) portino lo Scudo di Savoia sovrapposto alla Bandiera tricolore italiana.
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Per l’occasione allo stemma dinastico al centro della bandiera fu aggiunta una striatura d’azzurro, colore simbolo della monarchia dei Savoia. A tal proposito è interessante menzionare una curiosità: l’azzurro di casa Savoia è rimasto, negli anni, un colore identificativo dell’Italianità, basti pensare alle divise sportive delle nostre Nazionali che, al contrario di molte altre nazioni europeo, non riportano i colori identificativi della bandiera.
Il 17 marzo 1861 con la proclamazione del Regno d’Italia, la bandiera tricolore continuò a essere, per consuetudine, quella della Prima guerra d’indipendenza del 23 marzo 1848.
Con la proclamazione della Repubblica, il 2 giugno 1946, il blu di casa Savoia fu abolito dal tricolore. Fu quindi proprio quel 2 giugno repubblichino l’atto di nascita della bandiera italiana come la conosciamo oggi.
Bandiera italiana: il significato dei tre colori
Ma qual è il significato cromatico della nostra bandiera? I colori naturalmente celano un significato simbolico specifico.
Il nostro Tricolore riassume i naturali Diritti dell’Uomo. Il verde, che compariva già nelle prime coccarde tricolori italiane, raffigurava i diritti naturali dell’uomo, ovvero l’uguaglianza e la libertà.
Nel tempo tuttavia tutti e tre i colori hanno acquisito un significato idealistico e valoriale:
- il verde dunque è la speranza,
- il bianco è la fede
- il rosso è la passione.
Seconda una definizione più poetica, che a molti di noi sarà sicuramente stata tramandata dai nonni, i colori sono allegoria del paesaggio e del popolo italiano, dunque:
- verde come il colore dei prati e della macchia mediterranea;
- bianco come le nevi perenni e i ghiacciai delle nostre montagne,
- rosso come il sangue che è stato versato dai soldati per realizzare l’unità nazionale.
Questa interpretazione più romantica è ripresa significativamente anche nei versi di Pascoli (nella poesia Ode al corbezzolo in cui cita il tricolore, Ndr) e Carducci (nel discorso Per il tricolore (1897), Ndr).
La bandiera italiana nell’ode di Carducci
Proprio Giosuè Carducci scrisse un discorso Per il tricolore nel 1897, pronunciato a Reggio Emilia, nel primo anniversario della scelta di quella bandiera a vessillo della Repubblica Cispadana.
Nella sua ode Carducci faceva riferimento ai colori della bandiera come allegoria del paesaggio italiano:
Non rampare di aquile e leoni, non sormontare di belve rapaci, nel santo vessillo; ma i colori della nostra primavera e del nostro paese, dal Cenisio all’Etna; le nevi delle Alpi, l’aprile delle valli, le fiamme dei vulcani.
Nella conclusione Carducci decide di trasfigurare, metaforicamente, quei colori negli ideali che guidano il popolo italiano:
E subito quei colori parlarono alle anime generose e gentili, con le ispirazioni e gli effetti delle virtù onde la patria sta e sì augusta; il bianco, la fede serena alle idee che fanno divina l’anima nella costanza dei savi; il verde, la perpetua rifioritura della speranza a frutto di bene nella gioventù de’ poeti; il rosso, la passione ed il sangue dei martiri e degli eroi.
Entrambi i significati cromatici della bandiera dunque si armonizzano nell’ode carducciana, trovando la loro ragione d’essere.
Quel che è certo è che in questi tre colori, indipendentemente dal significato che ciascuno di noi può attribuire loro, è racchiusa l’intera Storia d’Italia.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Bandiera italiana: storia e significato del tricolore
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Molto chiaro e utile
Penso che molti italiani soprattutto giovani non conoscano la storia del tricolore
Grazie