Le carte rosa: storia del fotoromanzo e della narrativa popolare
- Autore: Ermanno Detti
- Categoria: Saggistica
“Le carte rosa: storia del fotoromanzo e della narrativa popolare” di Ermanno Detti è un interessante saggio scritto molti anni fa sulla narrativa di consumo. L’autore indaga sull’origine del romanzo rosa e soprattutto del fotoromanzo, genere molto in voga negli anni Sessanta e Settanta, ora relegato a riviste di nicchia.
Perché interessarsi di paraletteratura? Perché secondo Detti essa trae origine dal bisogno di evasione di persone che non hanno strumenti culturali per accedere alla cultura vera e propria ma nello stesso tempo cercano un riscatto da una realtà arida.
È un tipo di opere fortemente criticato dagli intellettuali, "libri per manicure" diceva Camilla Cederna, creando uno iato tra cultura bassa e cultura alta.
Tra gli anni Ottanta e Novanta c’è stata una riabilitazione della letteratura popolare ed Ermanno Detti fu uno dei primi a scoprirne le nobili origini.
Nel saggio l’autore scrive delle caratteristiche del genere: la fanciulla virtuosa. l’eroe mascalzone e il cattivo sono stereotipi che si incontrano continuamente e nascono dal romanzo inglese settecentesco incentrato sulla contrapposizione tra virtù e libertinismo.
Sono esempi "Pamela" e "Clarissa Harlowe".
Nel corso dell’Ottocento il genere prende la forma del feuilleton e del romanzo a puntate che presuppongono un pubblico alfabetizzato, ma di poca cultura, soprattutto femminile. Sopravvive all’inizio del Novecento in Italia con scrittrici come Carolina Invernizio, ricchi di implicazioni sociali oltre che di passione. I protagonisti sono belli, virtuosi e perseguitati, le ambientazioni aristocratiche. Questo è un particolare importante perché non vengono mai descritti gli amori delle classi inferiori anche se trapela un certo paternalismo.
L’autore si sofferma sulla scrittrice simbolo del romanzo rosa, Liala, e analizza le caratteristiche dello stile, i personaggi, il messaggio.
Altri autori hanno parlato del romanzo rosa, ma l’originalità di Detti sta nell’occuparsi di un genere che compare dopo il 1945: il fotoromanzo.
Dopo la guerra nasce la rivista "Grand Hotel", che inserisce oltre alle novelle rosa anche il fotoromanzo. Esso ha un grande successo sia per le storie che per gli attori, alcuni dei quali diventeranno famosi. È sempre un genere con storie scadenti e una morale ristretta anche se la Chiesa lo condanna e lo accusa di allontanare i giovani dalla realtà.
Con la televisione si ha una flessione della lettura di fotoromanzi che però vengono ammodernati dai periodici Lancio che mettono in campo sceneggiature migliori e attori di grande presenza fisica.
È rimarchevole il fatto che negli anni Settanta, quelli della contestazione e del femminismo, il fotoromanzo conosca il più grande successo. A mio giudizio Detti non ne analizza il motivo in modo approfondito mentre sarebbe stato interessante vederne la ragione. Ma intanto i tempi cambiano e con gli anni Ottanta il fotoromanzo declina anche se non scompare del tutto. In televisione compaiono le soap opera e le telenovelas.
Il genere rosa ha solo cambiato modo di presentarsi alla faccia degli intellettuali.
Il saggio “Le carte rosa: storia del fotoromanzo e della narrativa popolare” graficamente è strutturato come una rivista di consumo e questo secondo me rende più credibile il contenuto.
Lettura piacevole, anche interessante, ci fa conoscere un’epoca diversa dalla nostra.
LE CARTE ROSA: Storia del fotoromanzo e della narrativa popolare
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