Il discorso di Liliana Segre al parlamento europeo ha toccato i cuori di tutti i parlamentari in aula. La senatrice e scrittrice Segre, con le sue parole, ha commosso il parlamento che celebrava i 75 anni dalla liberazione del campo di sterminio di Auschwitz, dove la Segre venne reclusa.
Liliana Segre, invitata dal presidente David Sassoli, dopo aver salutato tutti i parlamentari ed espresso il suo dispiacere per l’addio dei parlamentari inglesi all’Ue comincia spiegando cosa fu l’Olocasuto.
Il video integrale del discorso di Liliana Segre dovrebbe essere visionato da tutti, non solo dai più giovani, dal momento che spiega bene cos’è stata la Shoah e quanto ricordarla in Europa ora sia fondamentale.
Liliana Segre non nasconde l’emozione di essere presente in questo luogo così importante e si sofferma sulla bandiere che sono all’ingresso del parlamento, che ricordano la fratellanza di tante nazioni. La senatrice spiega poi come il 27 gennaio non venne liberato il campo di Auschwitz, dal momento che i nazisti erano scappati da molti giorni. Ricorda poi che lei, che aveva 13 anni ed era operaia schiava nella fabbrica Union, il 27 gennaio non era presente all’apertura dei cancelli del campo, dal momento che prese parte alla marcia della morte.
La senatrice mette in luce come quella marcia non viene mai ricordata in modo idoneo, una marcia che durò mesi e che portò 50mila persone, in condizioni fisiche devastanti, a sostenere uno sforzo che ad alcuni costò la vita.
Ognuno deve, una gamba davanti all’altra, nella vita non appoggiarsi mai a nessuno, perché nella marcia della morte nessuno poteva appoggiarsi al compagno.
La forza della vita spinse avanti Liliana Segre e gli altri migliaia di ebrei in quella marcia che li portò, mesi e mesi dopo, in Germania. La senatrice dice poi una frase che colpisce tutto l’uditorio e spiega in modo chiaro la sua situazione:
Senza sesso, senza età, senza mestruazioni, senza mutande, non si deve aver paura di queste parole, perché così si toglie la dignità ad una donna.
Racconta a tutto l’uditorio come non solo la Germania sia stata colpevole di questo sterminio, ma anche la Francia e l’Italia stessa. I vicini di casa furono le migliori spie dei nazisti, le migliori fonti per trovare i colpevoli di essere ebrei. Spiega così la sua situazione Liliana Segre:
Io una bambina diventata invisibile.
Lei divenne invisibile agli occhi di tutti, comprese le sue compagne di classe, che anche quando la videro per caso a Milano, dopo essere tornata da Auschwitz le chiesero con molta naturalezza dove fosse andata a finire, dal momento che non l’avevano più vista a scuola.
Lei però era diversa, era bulimica, abituata a "fressen e non essen" dice più volte (in tedesco il verbo essen significa mangiare ed è usato per le persone, fressen è invece per gli animali), ossia a mangiare, ma come fanno gli animali, senza forchetta, senza coltello. Liliana Segre ricorda come fosse sola e lontana dalla ragazza borghese che era stata prima del campo di concentramento e delle leggi razziali, che magari le sue compagne di classe ricordavano.
Liliana Segre racconta di come nella sua vita abbia cercato sempre di trovare qualcosa in comune con tutte le donne europee, un desiderio che l’ha portata a cercare di imparare almeno una parola delle altre lingue. Spiega poi che negli ultimi anni, da quando è diventata nonna, i suoi ricordi non le danno pace. Afferma infatti a questo punto:
Il parlamento europeo e la mia non estinzione mi sembrano lo stesso miracolo.
Si definisce la nonna di se stessa, una sensazione che non la abbandona, dopo che parla a migliaia di ragazzi nelle scuole. Il suo discorso spiega il dolore, la fatica e lo sforzo che le costa ogni volta raccontare della sua giovinezza, delle sue compagne e che questo dolore la porta lontana dalle gioie che le ha dato poi la vita. Proprio per questo Liliana Segre dice di aver deciso di mettere da parte questa sua continua testimonianza, per riuscire finalmente a interiorizzare questo suo dolore, ma anche per godere delle cose belle che le sono capitate nella vita.
Afferma poi di aver accettato l’invito di Sassoli per ricordare a tutti il male che è stato e di cui lei è testimone, ma anche per far comprendere che è possibile, "una gamba davanti all’altra", superare ogni barriera. Ricorda infatti a questo punto un disegno di una bambina a Terezín che disegnò una farfalla gialla che supera il filo spinato e si augura che:
la farfalla gialla voli sempre sopra i fili spinati. Questo è un semplicissimo messaggio da nonna che io vorrei lasciare ai miei futuri nipoti ideali, che siano in gradi di fare la scelta e che siano sempre quella farfalla gialla che vola sopra i fili spinati.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il discorso di Liliana Segre al parlamento europeo: il video che tutti dovrebbero vedere
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