Siete nel bel mezzo del vostro racconto e vi tocca scrivere "dopo di che", procedete spediti ma un dubbio vi assale: non sarà più giusto dire dopodiché o forse dopodiche? Insomma come si scrive questa strana parola che pronunciamo in meno di un secondo? Tutte le lettere attaccate, chiede l’accento o ciò che noi diciamo quasi senza pensare è in realtà il risultato di tre parole distinte?
Suona più come un indovinello che una regola di grammatica quello che si presenta come un vero e proprio dubbio ortografico. Proviamo a risolverlo con una serie di indicazioni e andando alla ricerca delle regole fondamentali che sicuramente abbiamo incontrato ai tempi della scuola.
Dopo di che e dopodiché: ecco come si scrive nel modo corretto
Non padroneggiare la propria lingua non è sicuramente un vantaggio: qui però dobbiamo ammettere che una certa difficoltà è presente. Tra le forme che abbiamo visto, ovvero dopo di che, dopodiché, dopodichè e dopodiche, sono corrette solo le prime due. In altre parole se proprio vogliamo usare questa espressione dobbiamo scrivere dopo di che o dopodiché, mentre le altre varianti sono sbagliate.
Dopo di che è quella che possiamo definire la forma originaria. Successivamente si è passati a utilizzare anche la forma tutta attaccata, ovvero dopodiché ma in questo caso è necessario ricordare che l’ultima lettera è accentata e l’accento è acuto. La forma originaria invece non vuole l’accento. Vi state chiedendo perché le altre forme siano errate? Di seguito vi riassumiamo alcuni concetti chiave:
- le parole che terminano in "che" vogliono l’accento acuto come, ad esempio, dopodiché, perché, macché... e così via;
- se scegliete la versione più moderna, ovvero dopodiché, e avete qualche dubbio sull’accento ricordate che si tratta di una parola tronca. In italiano queste vogliono sempre l’accento sull’ultima vocale;
- dopo di che nella forma staccata, al contrario, non deve essere scritto con l’accento, perché "che" da solo non chiede mai l’accento tranne nel caso in cui voglia dire "perché".
Chiariti questi punti diciamo anche che dopodiché è una locuzione che nasce dall’unione di tre parole: in gergo tecnico diremmo che si tratta di un’univerbazione. Naturalmente non si generano doppie, come ad esempio la forma errata dopodicché, così come altre possibili soluzioni.
Il suo utilizzo può essere duplice: da una parte con lo stesso intento di "dopo" e in questo caso la parola assume funzione consecutivo-temporale; dall’altra, ad esempio, con funzione avversativa introducendo una condizione scaturita dall’azione precedente.
Facciamo qualche esempio: nel primo caso ci troviamo davanti a frasi come "Betty ha iniziato a studiare lingue, dopo di che ha trovato lavoro in una scuola per traduttori". Nel secondo caso, invece, un’affermazione tipo potrebbe essere la seguente: "usciti senza ombrello ha iniziato a piovere; dopodiché siamo dovuti tornare a casa".
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Dopo di che, dopodiché, dopodiche: come si scrive?
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