Guardando la tastiera del computer, spesso sorge il dubbio sull’utilizzo delle due diverse lettere accentate "è" e "é" per la terza persona singolare del presente indicativo del verbo essere (egli è, ella è) e all’interno di parole o avverbi che terminano con la e accentata (come "perché").
Le 5 vocali presenti nella lingua italiana (a, e, i, o, u) possono essere tutte accentate all’interno di parole: à, è, é, ò, ù.
Per la e, abbiamo su tastiera entrambi i tipi di accento:
- l’accento grave (che è quello che scende è) per la e aperta
- l’accento acuto che è quello che sale é per la e chiusa.
Come si utilizzano? Vediamo insieme alcuni esempi.
La e aperta accentata alla fine di una parola tronca si utilizza per:
- caffè (e non caffé)
- cioè (e non cioé)
- è (verbo essere)
Si scrive quindi:
egli è e non egli é e tantomeno egli e’
La e chiusa accentata si utilizza invece per:
- perché
- poiché
- sé
- né
- trentatré
- poté, batté (passato remoto)
si scrive quindi
perché e non perchè
Come ricordare la e accentata da usare? Se non si ricorda qual è l’accento acuto o grave, si può utilizzare questo escamotage: su tastiera abbiamo lo stesso tasto per indicare alternativamente "è" e "é" e si è deciso per convenzione di utilizzare come forma più veloce la è (e accentata con accento grave) in quanto è quella più frequentemente digitata (essendo quella utilizzata per la terza persona del presente indicativo del verbo essere).
Se hai dubbi, quindi, guarda la tastiera e:
- basterà cliccare sul tasto "è" per mettere la e aperta utilizzata per il verbo essere
- bisognerà cliccare tenendo premuto shift per inserire la e chiusa "é" da utilizzare per avverbi come "perché".
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: è, é o e’: come si scrive e quando si utilizza?
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