Il dubbio se si scrive eclisse o eclissi è un dubbio comune che in molti hanno da molto tempo. La parola in questione, infatti, è ammessa nella lingua italiana in una serie di varianti che cambiano tanto nel suono e ancor di più nella grafia. Ecco qualche esempio: ecclipsi, ecclissi, eclipsi, eclisse, eclissi, eclypsi, ecrissi. Il dubbio che maggiormente attanaglia, però, riguarda l’ultima lettera: la parola termina con la i o con la e. Vediamo insieme come funziona.
Eclissi o eclisse: come si scrive?
La differenza sta tra chi considera la parola maschile o femminile. Ci sono tante tracce di questa differenza nella letteratura italiana; Giovanni Boccaccio, ad esempio, ha mostrato nelle Rime di considerare la parola maschile mentre in altre opere l’ha utilizzata al femminile. La parola eclissi o eclisse, quindi, è sempre stata mobile, nella pronuncia come nella scrittura, talmente tanto da rendere difficile stabilirne una reale identità. La questione dipende anche dal fatto che si tratta di un termine di uso scientifico e che è passato dal latino all’italiano attraverso i libri. L’origine del termine va cercata nel latino eclīpsis, che a sua volta deriva dal greco ékleipsis.
L’oscillazione tra le varie forme, col passare del tempo, si è progressivamente ridotta e ora il dubbio rimane, appunto, sullo scrivere eclisse oppure eclissi.
Consultando la letteratura e i giornali dell’ultimo secolo si può affermare, per sciogliere i dubbi di chi si chiede se si scriva eclisse o eclissi, affermando che la forma più utilizzata e ricorrente al singolare è eclissi, considerata di genere femminile; eclisse, invece, è una variante meno comune. Ciò vuol dire che si possono scrivere entrambe e che nessuno fa un errore scegliendo l’una o l’altra. Per quanto invece riguarda il plurale della parola ne esiste una sola forma corretta, ovvero eclissi.
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