Quanti di voi conoscono le sperimentazioni fotodinamiche del primo Novecento?
La giornata della fotografia, che cade il 19 agosto, è una buona occasione per ricordare il contributo di Anton Giulio Bragaglia (1890-1960). Geniale, eclettico si occupò a diverso titolo della sperimentazione, ossia degli aspetti teorici, pratici e creativi del mezzo fotografico.
Testo di riferimento è il saggio Fotodinamismo Futurista di A.G. Bragaglia del 1911 e 1913, la seconda edizione è arricchita da un corredo di fotodinamiche.
Cos’è il Fotodinamismo Futurista?
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Nel primo paragrafo del saggio Fotodinamismo Futurista, Bragaglia riconosce il suo debito verso il Manifesto Tecnico dei Pittori Futuristi, precisando però che:
- la pittura futurista si occupa del dinamismo virtuale di oggetti in posizione statica;
- la fotodinamica si occupa invece del moto reale, ossia di un dinamismo effettivo, che andrebbe chiamato “movimentismo”;
- la passione bragagliana per il movimento — cifra distintiva dell’apologia della velocità del Futurismo —, legittima Bragaglia a difendere le sue fotodinamiche dall’accusa di essere “mosse”. Qual è la sua argomentazione?
Sono solo foto mosse?
La fotografia “mossa” è considerata imperfetta, se analizzata privilegiando il criterio della staticità. Di contro, focalizzando l’attenzione sulla rappresentazione del movimento, tale fotografia risulterebbe “riuscita”. E con il linguaggio forte e provocatorio dei Futuristi tuona:
“La fotodinamica ha liberato la fotografia dalla sconcezza della sua realisticità brutale e dalla pazzia della istantanea”.
“L’essenza del movimento è la traiettoria”.
Nelle 17 fotodinamiche pubblicate nella seconda edizione del saggio di cui sopra, si percepiscono movimento e traiettoria. Basta osservarne i titoli e i soggetti: Falegname che sega, Schiaffo, Uomo che cammina, Facendo un giro, Giovane che si dondola, Salutando, Cambiando postura, Il fumatore, Il cerino, La sigaretta, Cercando, Un gesto del capo, Le due note maestre, Ritratto di Luciano Folgore, L’uomo che si leva, La dattilografa e il Pittore Futurista Giacomo Balla. Qui, accanto al pittore, compare il famoso cagnolino al guinzaglio che sembra un millepiedi.
Il rapporto con il Futurismo
Se il debito di Bragaglia verso il Futurismo pittorico è chiaro, qual è la posizione dei Futuristi verso le sperimentazioni fotodinamiche e il mezzo fotografico in generale?
Cercherò di sintetizzare questo versante frastagliato, non privo di porosità e con molti distinguo.
In linea di massima secondo Bragaglia per i futuristi la fotografia è un mezzo di rappresentazione oggettiva, una sorta di succedaneo della pittura verista, malgrado il dinamismo dei soggetti. E, aggiunge, la fotografia è vista con sospetto dai pittori Futuristi.
A rigor di logica, il fatto di prendere le distanze da Bragaglia e dalla fotografia ha il suo perché. Poiché viene accusata di emulare fotografia e cinema, la pittura dei Futuristi — Boccioni in primis — è costretta a prenderne le distanze. Marinetti in questa fase si astiene con prudenza.
Carrà invece intuisce le potenzialità del mezzo fotografico in relazione alla comunicazione di massa, che inizia a decollare proprio ai primi del Novecento.
Però la situazione cambia nel 1930, con Il manifesto della fotografia Futurista firmato da Marinetti, che riconosce le peculiarità espressive del mezzo fotografico. Ma c’è un però! È un passo indietro tardivamente opportunistico, perché nel frattempo ci sono stati i contributi fotografici di Man Ray, Schad Moholy-Bagy, costruttivisti sovietici e Bauhaus.
Una curiosità: eravate a conoscenza dell’ammirazione di Bragaglia per la tela di Velasquez Le tessitrici di arazzi (nota anche come Il mito di Aracne, oggi al museo del Prado a Madrid). Ecco la motivazione:
“Il pittore, dovendo rendere l’agile e rapido lavorio delle dita di una mano che, agitandosi, effettivamente si moltiplicava, non ha esitato a moltiplicarle le dita, che si vedono in numero di nove”.
E voi quante dita vedete? Avete notato la velocità con cui gira l’arcolaio, tanto che i raggi non si vedono? L’effetto è sorprendente. Anzi, è fotodinamico.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il fotodinamismo di Anton Giulio Bragaglia: da riscoprire per la Giornata mondiale della fotografia
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