Simone de Beauvoir e il suo iconico diktat “Donne non si nasce, lo si diventa” ritorna eternamente ogni 8 marzo come se lei e solo lei, la grande filosofa esistenzialista francese, potesse arrogarsi il diritto di parlare di femminismo con cognizione di causa.
La sua opera monumentale Il secondo sesso (Roberto Cantini trad., Mario Andreose trad., Il saggiatore, 2016) è considerata, a pieno diritto, la Bibbia del femminismo contemporaneo. Non c’è donna di Lettere o studiosa che non si sia scontrata, in un certo momento della sua vita, con questo tomo di oltre settecento pagine considerato la summa della storia femminile.
Le parole di Beauvoir sono una lettura imprescindibile che prima o poi ogni donna deve affrontare, almeno nel momento in cui si trova a riflettere o indagare la propria condizione di genere.
La filosofa francese fu la prima a considerare la femminilità non come un destino biologico, ma alla stregua di un condizionamento culturale e sociale:
Essere donna non è un dato naturale, ma il risultato di una storia. Non c’è un destino biologico e psicologico che definisce la donna in quanto tale. Tale destino è la conseguenza della storia della civiltà, e per ogni donna la storia della sua vita.
Scopriamo più approfonditamente di cosa parla Il secondo sesso, libro che ha rivoluzionato la storia del femminismo mondiale e perché è ancora attuale.
Il secondo sesso di Simone de Beauvoir
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Quel libro rivoluzionario Il secondo sesso (Le deuxième sexe, nel titolo originale Ndr) appariva in Francia nel maggio 1949 per edizioni Gallimard.
La pubblicazione di quel saggio mastodontico, diviso in due volumi, suscitò grande scalpore nella società novecentesca. Nel 1956, il libro fu persino inserito nell’Indice dei libri proibiti dal tribunale del Sant’Uffizio.
L’autrice vi affermava cose inaudite, trattando argomenti ritenuti tabù per l’epoca come l’aborto, la prostituzione, la sessualità. Poi Beauvoir parlava di maternità in un’ottica distorta, affermandone la caratteristica di scelta libera e consapevole, cosa che appariva sconvolgente per un mondo fondato sul binomio “donna-madre”.
Il primo volume de Il secondo sesso, intitolato I fatti e i miti, è un’approfondita incursione critica tra i vari ambiti disciplinari accusati di aver partecipato alla costruzione di un sistema concettuale che ha escluso o marginalizzato la donna.
La seconda sezione, dal titolo L’esistenza vissuta, affronta invece l’essere donna dal punto di vista della storia. Su base storica, la donna è stata una “presenza-assenza”, una soggettività annullata dalla Storia fatta dalle azioni degli uomini, intesi come individui di sesso maschile.
Nella conclusione Beauvoir invitava le donne ad affermare se stesse e a scegliere la strada della libertà. Solo la donna, secondo la filosofa, ha il diritto di decidere “cos’è la donna” e non una società di stampo patriarcale fondata sui valori maschili.
Lo scopo del voluminoso saggio di Simone de Beauvoir era proprio mostrare la soggettività femminile che per secoli era stata negata. La donna, diceva Beauvoir, non era originata da una costola dell’uomo, né rappresentava l’altra metà del cielo, non era proprio la metà di nulla: era se stessa.
Nella conclusione, la filosofa non azzardava complicati pronostici sul futuro, tuttavia affermava che una donna poteva vivere scegliendo due strade: “l’immanenza”, ovvero la piatta accettazione del mondo così com’è, oppure “la trascendenza”, quindi la possibilità di modificare e ricreare il mondo secondo la propria volontà.
L’invito finale di Beauvoir era a scegliere la strada della trascendenza, ovvero un grido di ribellione.
L’attualità di Simone de Beauvoir
Oggi per certi versi le intuizioni di Simone de Beauvoir potrebbero apparire alle ragazze delle nuove generazioni come un messaggio ormai superato: una rivendicazione banale, almeno alla luce della cultura contemporanea, che non vede - almeno in superficie - la donna come sottomessa all’autorità maschile. I recenti queer studies hanno da tempo separato il concetto di sesso biologico da quello di genere.
Ma qual è dunque il merito di Beauvoir? Perché le sue parole risuonano oggi con maggior forza di prima, generando un’eco che non si è ancora spenta?
Nel 2018, in occasione del settantesimo anniversario dalla pubblicazione de Il secondo sesso sembra che il mondo ne abbia improvvisamente riscoperto il valore rivoluzionario.
La realtà è che il pensiero della filosofa si conferma tuttora di un’attualità disarmante per aver saputo toccare e individuare molteplici temi scottanti che continuano ad ardere sotto le ceneri del tempo.
Ancora oggi le donne possono leggere Il secondo sesso per capire meglio se stesse e aprire gli occhi verso orizzonti più vasti. Le pagine di Simone de Beauvoir sono un invito a scegliere sempre la strada della libertà, dimostrando che la donna è un essere individuale che esiste di per sé e non solo in seno alla coppia o alla famiglia.
Affermando ontologicamente l’identità della donna come separata da quella maschile, la filosofa francese ha compiuto non sono un’operazione letteraria, ma soprattutto politica.
Una volta presa coscienza della propria condizione spetta alla donna viverla e ridefinirla. Per questo motivo le parole Donna non si nasce, lo si diventa sono ancora di una stringente attualità. E non andrebbero ripetute solo in occasione dell’8 marzo, ma ogni giorno, dovrebbero essere fonte continua di riflessione e un richiamo costante al coraggio di scegliere e, quindi, di auto-determinarsi.
Non esiste nessun destino comune a tutte le donne, afferma Beauvoir, ma solo il destino che ognuna decide per sé.
La sintesi fra femminilità e libertà è un problema tuttora aperto e la parità tra i sessi, auspicata da Simone de Beauvoir, è ancora una prospettiva lontana. Per questo motivo quelle parole, scritte nel lontano 1945, risuonano come un grido, ora come allora.
Il maggiore insegnamento di Simone de Beauvoir alle donne è stata la consapevolezza: ha insegnato loro a dire “Io” e ad affermarsi, scegliendo la strada della libertà e non quella della rassegnazione e dell’impotenza.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Cos’ha da dirci oggi “Il secondo sesso” di Simone de Beauvoir
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