

“La sola prova dell’esistenza del diavolo, è il nostro desiderio di vederlo all’opera”.
Tommaso Ragno presta la sua voce a Guglielmo da Baskerville, personaggio principale del volume “Il nome della rosa” di Umberto Eco (Alessandria, 5 gennaio 1932 – Milano, 19 febbraio 2016) in un audiolibro dallo stesso titolo (Emons, 2016, versione integrale, 3 CD Mp3: euro 19,90; download: euro 11,94, durata 20 h e 16 m) disponibile dal 1 dicembre in libreria.
Un romanzo unico, icona letteraria del Novecento italiano (oltre 25 milioni di copie, tradotto in 35 paesi) redatto nel 1980 dal semiologo, filosofo e scrittore prolifico, dal cui volume nel 1986 venne tratta l’omonima trasposizione cinematografica diretta da Jean-Jacques Annau con Sean Connery, Christian Slater e F. Marray Abraham. Nell’anno della scomparsa di Umberto Eco, Tommaso Ragno legge “Il nome della rosa” accompagnando per mano chi ascolta alla riscoperta dei misteri medievali, attraverso i labirinti linguistici e non di un romanzo ricco di ironia e dottrina, sorprendente per ampiezza ed erudizione, a metà strada tra il teologico e il poliziesco.
Capolavoro di Umberto Eco, questo giallo medievale ha incantato e divertito milioni di lettori in tutto il mondo. Fine novembre del 1327. In una sperduta abbazia benedettina dell’Italia settentrionale, il frate Guglielmo da Baskerville e il novizio Adso da Melk si trovano a indagare su una serie di misteriosi e inquietanti delitti, uno al giorno per sette giorni.
È la voce di Tommaso Ragno, attore teatrale, cinematografico e televisivo, attivo su Radio 3 con Ad alta voce che oggi ci fa comparire davanti Adso da Melk e tutti gli altri guidandoci tra pagine fitte di acume letterario, citazioni latine, rimandi, allusioni. L’audiolibro sembra quasi rispondere, oltre trent’anni dopo, a quell’esigenza visiva di cui Eco ha sempre raccontato e che ebbe al momento della prima stesura del romanzo. “Il nome della rosa”, si sa, fu scritto per la prima volta a penna, ma prima ancora Eco disegnò centinaia di diagrammi, piantine di abbazie, labirinti. Così come i personaggi che ebbe bisogno di
“riconoscere per riuscire a farli parlare”
facendoli muovere tra un luogo e un altro, cronometrando il tempo che avrebbero impiegato in quei percorsi per riuscire a buttar giù i dialoghi. E mentre Ragno magnificamente legge nella testa rimbalza ancora quella fatidica domanda: «ma “Il nome della rosa” è più difficile o più popolare?».E non si trova risposta.
“Per dominare la natura, prima dobbiamo imparare ad obbedirle”.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Dal 1 Dicembre in libreria “Il nome della rosa” letto da Tommaso Ragno
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