Vincent Van Gogh è stato un lettore instancabile e un autore di appassionate recensioni, capace di commentare i libri, condividendone i pregi e raccomandandoli ad amici e parenti. Nel 2023 si celebra l’anniversario del museo a lui dedicato ad Amsterdam: 50 anni festeggiati con mostre ed eventi. Le sale contengono quadri, disegni, qualche oggetto personale, pochi libri. Dei tre conservati, solo due portano il suo nome scritto sul frontespizio. La biblioteca di Vincent era in realtà estesa e varia, stando ai consigli e alle recensioni che il pittore trasmette al fratello Theo, amico e confidente, nelle numerosissime lettere. Una corrispondenza che testimonia gusti raffinati.
Vincent Van Gogh era un lettore forte
Vincent dipinge, ovvio, ma scrive anche, molto e bene. In circa 900 lettere racconta di sé, trasmette emozioni e traccia un’analisi precisa del suo crescendo artistico. Lo fa con la stessa vitalità con cui dipinge. E legge tantissimo, in ogni momento libero, anche di notte, quando, confessa, gli capita di riaccendere la lampada spinto dal bisogno di riprendere una lettura interrotta che lo appassiona.
I libri sono compagnia e svago, ma anche fonte di ispirazione per i quadri e per quell’urgenza artistica che lo pervade. Ne emerge così un ritratto dell’uomo, più che del pittore, che è molto lontano dallo stereotipo comune.
Vincent Van Gogh amava i libri di Currer Bell (Charlotte Brontë)
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Poliglotta, curioso, appassionato, Vincent Van Gogh apprezza Charlotte Brontë, specialmente in uno dei suoi romanzi meno fortunati e noti: Shirley. Gli piace, tanto da parlarne per esteso al fratello nella lettera del 5 agosto 1881:
Non so se hai mai letto libri in inglese. Se è così, allora posso raccomandarti calorosamente Shirley di Currer Bell, autore di un altro romanzo, Jane Eyre.
Inevitabile è il raffronto con la pittura, che è il suo campo:
È bello come i dipinti di Millais e Boughton o Herkomer. L’ho trovato a Princenhage e l’ho letto in tre giorni.
E non è cosa da poco, visto che il libro nella versione italiana edita da Fazi nel 2015 conta 679 pagine. L’impresa lo colloca tra i lettori forti.
Vorrei che ognuno possedesse quello che io sto gradualmente iniziando ad acquisire, l’abilità di leggere libri facilmente e rapidamente e di trarne una forte impressione. Leggere libri è come guadare i dipinti.
Ecco la spiegazione, il parallelismo. Per questo i libri entrano di prepotenza nei suoi quadri, vengono ritratti o forniscono ispirazione per i soggetti.
Non è dato sapere se Van Gogh conosca l’identità di Currer Bell di cui il 21 aprile ricorre l’anniversario della nascita e il vero nome che si cela dietro allo pseudonimo. Sa però che si tratta dello stesso autore che ha scritto Jane Eyre e ne parla parecchi mesi dopo, dando prova di aver letto anche quello. La lettera è del 19 novembre:
Leggi Jane Eyre e Shirley di Currer Bell. Quelle persone possono dirti molte cose più chiaramente di quanto possa fare io.
Gli anni di Londra sulle tracce di Dickens
Non è un uomo triste o tormentato quello che vive a Londra per tre anni. Non più di molti altri. Per ordine del mercante d’arte Goupil, Van Gogh approda sulle sponde del Tamigi nel maggio 1873: ancora un anniversario. Lavora negli uffici della galleria d’arte. Nel tempo libero vaga per la città con un cappello a cilindro in testa per confondersi con i residenti e con un libro in tasca. È Charles Dickens, di gran lunga il suo autore prediletto che cita in 54 lettere, a guidarlo alla scoperta di quartieri e strade. E, più tardi, assieme a George Eliot, a tracciare la strada della sua arte così peculiare e riconoscibile:
la mia intera vita è ispirata a riprodurre le cose della vita quotidiana che Dickens descrive.
Nasce così l’attenzione per le persone, lo sguardo agli ultimi, ai dimenticati. Nel celebre quadro intitolato L’Arlesienne del 1890, ultimo anno della sua vita, in primo piano sul tavolo c’è un romanzo di Dickens.
I poeti amati da Van Gogh
Il pittore legge anche John Keats e il 7 agosto 1873 ne dice:
Negli ultimi giorni mi sono divertito leggere le poesie di John Keats: è, io credo, un poeta non molto conosciuto nei Paesi Bassi. È adorato dai pittori di qui e così ho iniziato a leggerlo.
Tra gli altri poeti, parla anche di William Shakespeare e Walt Whitman.
Gli autori francesi letti da Van Gogh
Trasferitosi a Parigi e poi ad Arles continua quel viaggio nella letteratura che è una costante nella sua vita. Allora cita Emile Zola, Guy de Maupassant, Gustave Flaubert, Victor Hugo destando una certa preoccupazione morale nella madre per i contenuti dei libri del padre de I Miserabili.
La biblioteca ideale di Van Gogh
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Per tutta la vita prosegue nella creazione di quella biblioteca ideale, fatta di titoli e suggestioni, che i continui spostamenti e la cronica carenza di fondi gli impediranno di concretizzare in scaffali e cataloghi. A conti fatti non ha molta importanza: in fondo per possedere un libro è sufficiente leggerlo e amarlo. Qualcuno ha contato i volumi di questa collezione. Mariella Guzzoni per Johan & Levi Editore ha pubblicato il saggio I libri di Vincent. Van Gogh e gli scrittori che lo hanno ispirato (2020). Viene fuori che Van Gogh cita nelle lettere 150 autori diversi. Non solo. Li mette nei quadri: sono venticinque le tele che ritraggono volumi. Tra tutti: Natura morta con Bibbia o Lettrice di romanzi.
A guardare bene si può dire che Vincent è stato prima un grande lettore, poi uno scrittore facondo ed efficace. E solo per un intensissimo decennio, a partire dal 1880, un pittore. Uno dei più amati dai posteri.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: I libri e gli scrittori amati da Vincent Van Gogh, da Charlotte Brontë a Charles Dickens
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