Vietato dire "a me non capita mai", dubbi come questi sono sempre dietro l’angolo: proprio o propio, come si scrive?
Non è inusuale imbattersi in queste domande tutt’altro che banali, complice sicuramente la lingua parlata che corre più veloce delle mani su una tastiera o di una penna sulla carta.
Nonostante gli anni di scuola alle spalle le pratiche quotidiane di consumo di una lingua hanno sempre la meglio. Difficile, infatti, pensare a come si scrive qualcosa, piuttosto procediamo nell’intento di buttare giù i nostri pensieri in modo quasi automatico.
Fin quando un alert si accende e ci impone uno stop: è arrivato il momento di rispolverare vecchie regole di grammatica italiana.
Proprio o propio: ecco come si scrive correttamente
Una famosa locuzione latina recita "melius est abundare quam deficere" e sembra perfetta per ricordare quale forma è quella corretta tra proprio e propio.
Già, perché nel nostro caso una R in più è proprio quello che di cui abbiamo bisogno per non scivolare nel passato e utilizzare una forma oramai desueta e sbagliata.
Infatti se da una parte la soluzione corretta è "proprio", dall’altra è bene sapere che "propio" è una forma arcaica ma soprattutto di uso popolare che spesso ricorre erroneamente tra le righe.
A questo punto non ci sono più scuse, tutte le volte che vi troverete davanti a questa scelta sappiate che solo una è quella giusta è non può essere che proprio, parola che deriva dal latino proprium e che significa personale.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Proprio o propio: come si scrive?
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