Ci sono concrete possibilità che, almeno per la categoria insegnanti, l’uscita con Quota 100 - qualora il provvedimento passasse con queste modalità - venga posticipata al 2020. Cerchiamo di capire insieme le ragioni partendo dal funzionamento di Quota 100.
Riepilogando, per ciò che sappiamo finora della modalità di pensionamento Quota 100, l’idea sarebbe quella di garantire la possibilità di andare in pensione a tutti coloro che abbiano compiuto almeno 62 anni d’età e maturato 38 anni di contributi versati allo stato. Nessuno dei due requisiti può mancare, quindi se anche si compiono 62 anni ma non si sono ancora maturati i 38 anni di contributi necessari il pensionamento dovrà slittare.
Considerata la bocciatura Ocse recentemente arrivata per Quota 100, la questione rimane ancora aperta però. Vediamo qual è l’inghippo che, se queste modalità rimangono, potrebbe riguardare la categoria degli insegnanti.
Quota 100 insegnanti: taglio di assegno e tempistiche sballate
Secondo l’opinione di Alessandro Giuliani, direttore responsabile di Le tecniche della scuola, ci sarebbero almeno due cattive notizie che non fanno ben sperare rispetto al pensionamento della categoria insegnanti grazie a Quota 100.
La prima, che riguarda in realtà tutte le categorie di lavoratori, è che la Commissione Europea sta facendo pressione sul Governo italiano, che deve necessariamente fare marcia indietro sulla questione pensioni. Il risultato sarebbe che, a differenza di quanto precedentemente dichiarato, l’assegno pensionistico potrebbe essere tagliato anche di molto a coloro che decideranno di sfruttare la possibilità di andare in pensione in anticipo.
Per quanto riguarda nello specifico la categoria insegnanti c’è inoltre un’altra cattiva notizia a livello di tempistiche; come ha sottolineato Giuliani, il decreto normativo necessario per Quota 100 non è più legato alla Legge di Stabilità e quindi potrebbe non arrivare entro fine anno, se non addirittura non prima di febbraio. Cosa significa questo? Che per coloro che lavorano nella scuola le possibilità di venire esclusi e non poter andare in pensione a settembre 2019 sarebbero molto alte. Le conseguenze dirette per docenti e ATA, che devono rispettare l’andamento dell’anno scolastico per andare in pensione, è il fatto che potrebbero andare in pensione solamente a settembre 2020.
Quota 100: periodi finestra in conflitto col lavoro degli insegnanti
Con Quota 100, allo scopo di ammortizzare i costi, si è pensato a un sistema pensionistico con dei periodi finestra ben precisi che darà la possibilità di uscire ad aprile 2019, luglio 2019, gennaio 2020 e così via.
A tutti i dipendenti, pubblici o privati, dovrebbe essere richiesto un preavviso di 6 mesi (numero che potrebbe subire variazioni con la Legge di Bilancio 2019).
Attualmente, poste queste condizioni, a livello di tempistiche sarebbe impossibile per i docenti far combaciare quelle relative all’anno scolastico e quelle delle finestre poiché, vista la richiesta un preavviso di sei mesi, i tempi sarebbero troppo stretti.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Quota 100 insegnanti: ecco perché l’uscita dei docenti potrebbe slittare al 2020
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