Sul sito dell’Inps si può trovare una guida che spiega come riscattare gli anni di laurea allo scopo di ottenere contributi pensionistici. Vediamo insieme cos’è il riscatto della laurea, come funziona, quanto costa e come presentare la domanda.
Partiamo dando una definizione di riscatto di laurea: stiamo parlando di un istituto che permette di dare un valore ai fini pensionistici a tutti gli anni di laurea svolti durante il corso di studi all’università. Per accedervi bisogna aver conseguito una laurea. Nell’ordinamento italiano il riscatto del corso di studi viene disciplinato da due articoli:
- dal D.lgs. 184/1997, emanato nel contesto del governo Dini per le disposizioni attuative della riforma pensionistica nel 1995
- dalla norma novellata del 1997, mirata a riordinare le disposizioni “sparse” contenute nei diversi provvedimenti che si erano succeduti con la L. 153/1969 e il d.l. 30/1974.
Dopo aver visto queste informazioni di base scopriamo in che modo presentare la domanda per il riscatto, quanti soldi servono per questa procedura e in che modo evitare errori.
Riscatto laurea: periodi che possono essere riscattati
Ci sono una serie di periodi di studio universitario che possono essere riscattati ai fini pensionistici:
- i diplomi di laurea i cui corsi non abbiano avuto una durata inferiore a quattro e superiore a sei anni;
- i diplomi universitari, i cui corsi non abbiano avuto una durata inferiore a due e superiore a tre anni;
- i dottorati di ricerca i cui corsi vengono regolati tramite specifiche disposizioni di legge;
- i diplomi di specializzazione conseguiti dopo la laurea e al termine di un corso di durata superiore a due anni;
- i titoli accademici introdotti dal decreto 3 novembre 1999, n. 509 cioè Laurea (L) con percorso di durata triennale e Laurea Specialistica (LS), con percorso di durata biennale propedeutico alla laurea.
Parlando, invece, di diplomi AFAM, si possono riscattare quelli conseguiti a partire dal 2005/2006 e che hanno fruttato uno dei seguenti titoli di studio:
- diploma di specializzazione;
- diploma accademico di primo livello;
- diploma accademico di secondo livello;
- diploma accademico di formazione alla ricerca (che viene equiparato al dottorato di ricerca universitario dall’art.3, comma 6, decreto del Presidente della Repubblica 8 luglio 2005, n. 212.
Esclusivamente i periodi di studio indicati sopra possono essere presi in esame per il riscatto ai fini pensionistici e non è possibile effettuarlo per altri percorsi formativi effettuati per l’accesso al lavoro.
Non è inoltre possibile riscattare gli anni fuori corso accumulati durante il percorso di laurea e gli anni già coperti da una pensione.
Per quanto riguarda la laurea all’estero, è possibile riscattare anche quella, ma a determinate condizioni.
Quanto costa il riscatto di laurea?
Per quantificare il costo del riscatto di laurea vanno attuati calcoli molto complessi.
Questo costo dipende, innanzitutto, dallo stipendio percepito al momento della domanda. Indicativamente è corretto affermare che prima ne viene fatta richiesta, più risulta conveniente il riscatto della laurea. La richiesta può essere effettuata anche da inoccupati che non abbiano già cominciato l’attività lavorativa e che non risultino iscritti ad alcuna forma di previdenza obbligatoria.
Per determinare esattamente i criteri del calcolo per riscattare la laurea bisogna fare appello all’art. 2 del D.lgs. 184/1997. Attualmente il criterio di calcolo adottato per i riscatti di laurea è legato al metodo di calcolo pensionistico del richiedente (Sistema Retributivo o Contributivo), secondo i criteri seguenti:
- collocazione cronologica del periodo di studi riscattato (che può essere prima o dopo il 31.12.1995 e prima o dopo il 31.12.2011);
- sistema di calcolo applicabile al periodo tenendo conto dell’anzianità contributiva maturata alla data 31.12.1995.
Ma facciamo un esempio prendendo la simulazione fatta da Money.it. Per un impiegato di 30 anni con un reddito annuo di 25mila euro si tratterebbe di pagare 8.250 euro per ogni anno di studio da riscattare. Questo impiegato spenderebbe, quindi, 33mila euro per riscattare un corso della durata di quattro anni e 41.250 per riscattare un corso della durata di cinque anni.
Questo stesso impiegato, facendo richiesta di riscatto appena prima di andare in pensione e non all’età di 30 anni, vedrebbe questo costo raddoppiare. Così, ogni anno da riscattare gli costerebbe 16.500 euro. Il coefficiente per il calcolo va quindi aumentando esponenzialmente, rendendo così il riscatto degli anni di università quasi impossibile, andando avanti nel tempo.
Facciamo un altro esempio: se un quadro di 30 anni e con reddito pari a 35mila euro l’anno fa richiesta, il costo del riscatto annuale partirebbe da 11.550 euro per ognuno degli anni di studio. E, come nel caso precedente, se la simulazione venisse fatta col coefficiente a pochi anni dalla pensione, il costo da versare all’Inps aumenterebbe a 23.100 euro per ciascun anno di studio.
Bastano queste cifre, quindi, per far capire quanto sia importante procedere con il riscatto degli anni di laurea il prima possibile.
Come fare la domanda per il riscatto laurea e come pagarlo
Oltre a possedere i requisiti, il laureato deve presentare la domanda all’Inps per via telematica e pagare i conseguenti oneri per ottenere il riscatto degli anni di studio. La procedura per presentare domanda è stata descritta nella circolare 27 maggio 2011, n. 77.
Come si paga l’onere? Quanto dovuto per il riscatto della laurea può essere pagato in due diversi modi: o con una soluzione unica, o con 120 rate mensili senza l’applicazione di interessi per via della rateizzazione. In questo caso rimane comunque, qualora si volesse, la possibilità di estinguere prima il debito.
Qualora si mancasse al pagamento dell’importo unico o a quello della prima delle 120 rate, l’Inps prende questo come una rinuncia alla domanda, senza però che nuove domande vengano per questo compromesse.
Per tutte le rate di riscatto successive alla prima, il pagamento è consentito per un ritardo non superiore ai 30 giorni e per un massimo di 5 volte nell’arco del periodo di rateizzazione. Il pagamento può comunque essere interrotto in qualsiasi momento. Tutto ciò che però sarà stato versato all’Inps fino a quel momento non potrà essere restituito.
Il pagamento dell’onere di riscatto della laurea può avvenire tramite bollettini MAV inviati dall’Inps col provvedimento di accoglimento. I MAV possono essere pagati presso Unicredit o presso gli aderenti Reti Amiche, online direttamente sul sito dell’INPS, tramite l’app per smartphone e tablet INPS Servizi Mobili, con carta di credito.
Legge di Bilancio 2019: terza via per il riscatto
Oltre alla via ordinaria e quella per gli inoccupati si aggiunge una terza modalità di richiesta del riscatto di laurea, quella agevolata. Nella Legge di Bilancio 2019 è prevista, infatti, la possibilità di effettuare il riscatto della laurea pagando una cifra scontata. All’inizio si pensava di riservare questa opzione solo agli under 45, ma durante la conversione in legge è saltato questo requisito. Rimane invece valido il fatto che sia possibile riscattare solo i periodi valutabili con il sistema contributivo, ovvero quelli dopo il 1996, seppur il richiedente potrà comunque avere dei contributi anteriori al 1996.
L’agevolazione nel pagamento è data dal fatto che si può fare domanda di riscatto di laurea con le stesse regole degli inoccupati. Il riscatto è agevolabile per tutti i soggetti che hanno studiato dopo il 1995. Il calcolo della cifra da pagare si fa tenendo conto del livello minimo annuo imponibile, ovvero 15.878 nel 2019, moltiplicando l’aliquota del computo delle prestazioni pensionistiche dell’assicurazione generale obbligatoria per i lavoratori dipendenti (tutti i dati vanno presi in considerazione in base alla data di presentazione della domanda). Il valore dell’aliquota sarà al 33%, quindi per ora si parla di un onere di circa 5.200 euro annui da pagare per il riscatto di laurea.
Questo riscatto agevolato ha ottenuto ottimi risultati nel 2019 e per questo si è deciso di estendere la proposta. Una circolare del 22 gennaio 2020 ha infatti esteso la possibilità di riscattare i propri studi universitari con questa modalità anche a chi abbia concluso il suo percorso di studi prima del 1996. Per poter avanzare la richiesta si devono però avere i requisiti della Legge Dini ossia:
- meno di 18 anni di contributi versati prima del 31.12.1995;
- un minimo di 15 anni di contributi versati al momento della richiesta;
- di questi 15 anni almeno 5 devono essere nel periodo successivo al 1995.
Lo svantaggio per il lavoratore è il dover optare per il metodo contributivo, che risulta meno vantaggioso per quel che riguarda la cifra dell’assegno pensionistico, ma si potrà in questo modo anticipare la pensione di 4 o 5 anni. Un vantaggio che per molti vale una piccola perdita dal punto di vista economico.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Riscatto laurea: come funziona e quanto costa
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