Cinquanta milioni di euro verranno tolti all’alternanza, con le ore più che dimezzate per tutte le scuole: 180 ore nei professionali, 150 ore nei tecnici e 90 ore nei licei. In ambito universitario si pensa all’allargamento della no-tax area. Il Miur ha dichiarato in merito: “Sono risparmi, li useremo anche per altre riforme del governo". Ricercatori e studenti hanno già fissato le date per scendere in piazza a protestare e chiarire cosa sta succedendo.
Il primo provvedimento della Legge di bilancio per la scuola è comunque un taglio di 100 milioni di euro. Sebbene Bussetti affermi che si tratti di un "risparmio", permane la questione di base: non sono stati ideati nuovi finanziamenti per la scuola e l’università.
Questa mossa era stata già annunciata in tempi di campagna elettorale e ora è stata esposta nel dettaglio. La nuova alternanza scuola-lavoro vede le ore più che dimezzate, con un risparmio di 50 milioni di euro. Nella “Buona scuola” le ore di alternanza previste erano 200 per i licei, 400 per i tecnici e 400 per i professionali. A partire dall’anno scolastico 2019-2020 la quota minima di ore da svolgere si abbasserà a 90 per i licei, 150 per gli istituti tecnici e 180 per quelli professionali. A scomparire sembra che saranno anche i test d’ingresso all’università e quindi anche per la facoltà di Medicina non saranno più presenti ostacoli.
DEF e insegnanti: aggiornamento continuo e freno ai trasferimenti
Per quanto riguarda gli insegnanti, nel DEF (Documento Economico e Finanziario) si parla di “nuovi strumenti per l’aggiornamento continuo e la valorizzazione professionale del corpo docente". Si vuole inoltre frenare i trasferimenti degli insegnanti, che minano la continuità didattica. Anche la “formazione in servizio” del personale di segreteria delle scuole ha un suo articolo dedicato. Proprio continuità didattica e ruolo delle segreterie sono due elementi che hanno reso particolarmente difficile l’avvio dell’anno scolastico. Per tale ragione si pensa di intervenire in questo punto e modificare le maggiori problematiche.
Parlando della docenza di sostegno, invece, il DEF prevede un articolo mirato ad "assicurare il diritto allo studio agli studenti diversamente abili o con bisogni educativi speciali". Ci si vuole anche occupare della formazione iniziale dei docenti di sostegno con appositi giudizi formulati da ogni scuola a proposito della qualità dei processi di inclusione. Sempre in tema scuola, sono previsti “percorsi di cittadinanza attiva” sin dai primi anni.
Il ministro Bussetti, inoltre, ha comunicato la volontà di introdurre sin dalla scuola primaria insegnanti laureati in Scienze motorie, mirando a una completa riorganizzazione dell’attività sportiva scolastica.
Riduzione ore alternanza: il perché dei tagli
Relativamente alla riduzione delle ore di alternanza, nel videoforum con Repubblica Marco Bussetti ha specificato il ragionamento che sta dietro la riduzione delle ore di alternanza scuola-lavoro, soprattutto per rispondere alle proteste degli studenti e dei dirigenti scolastici.
Il ministro ha affermato come l’idea di abbassare il numero di ore abbia lo scopo di “consentire più qualità e attenzione" a un sistema che non deve tanto far lavorare uno studente, quanto fargli scoprire le sue attitudini personali e cosa comporti avere un posto di lavoro. Nella bozza si legge come: "Ogni scuola potrà, autonomamente, aumentare il numero di ore che sarà indicato nella prossima Legge di bilancio e poi nelle Linee guida che stiamo costruendo".
Il ministero dell’Istruzione ci ha tenuto a precisare come l’idea non sia quella di fare tagli nel settore scolastico, ma si miri a una riforma razionale dell’alternanza e, con i risparmi ottenuti, si vuole reinvestire nel settore scolastico o finanziare altre misure previste dal Governo. Non tarda ad arrivare il commento dell’ex sottosegretario all’Istruzione Gabriele Toccafondi: "Fare meno ore e soprattutto mettere meno risorse sull’Alternanza scuola lavoro vuol dire semplicemente farla peggio".
Università, basta test d’ingresso
Per quanto riguarda l’università, il Miur sta lavorando per allargare la no-tax area, che risale al governo Gentiloni, che porterebbe vantaggio agli studenti che non possono permettersi di pagare la retta. Questo provvedimento, però, rischia di mettere in difficoltà i dipartimenti, che in moltissimi casi perderebbero gran parte dei loro fondi.
Si vuole inoltre stabilizzare il Fondo integrativo statale delle regioni per la concessione di borse di studio agli studenti “meritevoli, ma privi di mezzi”, andando anche a semplificare le procedure amministrative necessarie per l’erogazione delle somme di denaro.
In discussione anche l’accesso ai corsi a numero programmato, volendo adottare "un modello che assicuri procedure idonee a orientare gli studenti verso le loro effettive attitudini". Per quanto riguarda il test di Medicina, il ministro della Salute Grillo ha anticipato che vorrebbe adottare il sistema francese: iscrizioni aperte a tutti il primo anno e severa selezione per l’accesso al secondo.
Una grandissima novità per i tanti aspiranti medici che potrebbero così avere la possibilità di accedere direttamente al percorso e mostrare le proprie capacità durante il corso di un intero anno.
Ricercatori e studenti in piazza
Per gli enti di ricerca il DEF prevede un aumento dei fondi di finanziamento e sulla ridefinizione dei criteri di assegnazione degli stessi. L’aumento andrebbe a toccare sia Fto che Foe, quindi, e si vorrebbe stabilizzare i ricercatori precari di Cnr e altri enti. Lo scopo del Governo sarebbe "creare le condizioni affinché i giovani talenti possano rientrare in Italia e disporre di infrastrutture fisiche e tecnologiche adeguate e finanziate in maniera costante". Si vuole inoltre elaborare un “piano strategico pluriennale per l’università e la ricerca che affronti in maniera unitaria le diverse problematiche che caratterizzano il settore dell’alta formazione e della ricerca".
Dal canto loro, i precari del Cnr si stanno organizzando per fare una manifestazione nazionale a Roma in data 10 ottobre, a Piazzale Aldo Moro, parlando di “momento confuso”.
12 ottobre: organizzata la protesta scolastica
Cosa pensano gli studenti della manovra scolastica? La contestano. Giacomo Cossu, coordinatore di Rete della Conoscenza, ha parlato di “grave carenza di finanziamenti dell’istruzione e della ricerca”, incompatibili con un’innovazione del sistema produttivo grazie ai maggiori investimenti nell’ambito della scuola. “Il Governo preferisce continuare a destinare maggiori fondi agli sgravi fiscali mentre continuiamo ad essere uno degli ultimi Paesi europei per numero di laureati”, prosegue Cossu, che denuncia anche la totale chiusura del ministro Bussetti rispetto al confronto con le rappresentanze studentesche.
La Rete degli studenti ha commentato: "Bussetti preferisce ricevere i giovani leghisti piuttosto che le legittime rappresentanze studentesche. Il 12 ottobre ci faremo sentire dal ministro nelle piazze di tutta Italia”.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Scuola, il primo provvedimento della Legge di bilancio? Un taglio di 100 milioni
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