21, rue La Boétie
- Autore: Anne Sinclair
- Genere: Storie vere
- Casa editrice: Skira
- Anno di pubblicazione: 2012
“Sono la nipote di un signore che si chiamava Paul Rosenberg e abitava a Parigi al 21 di rue La Boétie”.
Paul Rosenberg “un uomo di media statura, di un’eleganza ricercata, intraprendente e tenace”, insieme al fratello Léonce era subentrato nel 1905 nella direzione della galleria paterna. Nel 1910 Paul aveva deciso di mettersi in proprio aprendo uno spazio al 21 di rue La Boétie, dove al piano superiore si trovava anche il suo appartamento. “Si entrava da Paul Rosenberg come in un tempio: le profonde poltrone di pelle, le pareti tappezzate di seta rossa” si aveva la sensazione “di trovarsi in un museo ben curato”.
Rosenberg aveva il dono di saper mettere in luce i pittori che prendeva sotto la sua protezione. A soli sedici anni, il giovane Paul aveva iniziato a lavorare nella galleria del padre, al 38 di avenue de l’Opéra. Durante le vacanze il più grande mercante d’arte del secolo scorso visitava i musei europei prendendo appunti per conoscere a fondo i sommi maestri di tutti i tempi. Il desiderio di Rosenberg era di stabilire un legame tra la pittura francese del passato e le nuove correnti del XX secolo, esponendo un mélange di artisti quali Ingres, Courbet, Degas, Bonnard, Modigliani e Matisse. Il suo obiettivo consisteva nel vendere i quadri impressionisti per guadagnarsi da vivere e aspettare che gli appassionati d’arte s’interessassero alla pittura contemporanea che Paul amava molto, perché era fondamentale diffondere la cultura contemporanea.
Della “scuderia Rosenberg” facevano parte Georges Braque, Henry Matisse, Fernand Léger e Pablo Picasso. Discorso a parte merita il rapporto di Rosenberg con Picasso. La loro fu non solo un’intensa collaborazione ma anche un’alleanza estetica. Paul fu colui che “ne orchestrò la carriera come un impresario” rendendo il grande pittore che tutti conosciamo eccelso. Tutto ciò era destinato a finire con l’imminente occupazione nazista di Parigi.
Lo stesso giorno della dichiarazione di guerra avvenuta il 3 settembre 1939, Paul chiudeva la galleria parigina e trasportava a Tours alcuni dei suoi quadri. L’intera famiglia partiva per Bordeaux prendendo in affitto una casa “Le Castel” a Floirac La Souys. Gli eventi incalzavano, era diventato opportuno abbandonare la Francia. Il 20 settembre del 1940, Paul e la sua famiglia sbarcando a New York scorgevano la Statua della Libertà e ciò che essa rappresentava. Paul aveva riaperto una galleria a New York al 59 East 57th Street, dove il suo prestigio era già noto. Infatti Rosenberg, prima dello scoppio della guerra aveva messo al riparo alcune opere a Londra e New York, prestandone altre ai musei americani in particolare al MoMa per la prima grande retrospettiva di Picasso.
Un’intuizione di Rosenberg era stata quella di aver capito che gli Stati Uniti avrebbero dato il cambio all’Europa sia sul piano del mercato dell’arte sia su quello del rinnovamento artistico. Anne Sinclair per recuperare il passato del nonno, il cui nome era sinonimo di competenza e professionalità, si è documentata grazie a incartamenti, lettere e visitando luoghi come gallerie dove aveva vissuto e lavorato l’avo. Era stato emozionante per l’autrice scoprire il contributo che il celebre nonno aveva dato all’arte.
Alla morte della madre Micheline Rosenberg Sinclair al quale il volume è dedicato, Anne ha sentito il desiderio di mettere insieme i pezzi della sua storia familiare “segnata dall’arte e dalla guerra”, attratta dalla “ricerca delle mie radici e della mia filiazione materna per capire chi era mio nonno”. La giornalista e conduttrice televisiva americana naturalizzata francese, con animo onesto e sincero, rievocando la storia della sua famiglia in un momento difficile della sua vita cerca di riappropriarsi della propria identità.
La narrazione del libro appassiona e incuriosisce, colpisce ancora una volta apprendere del barbaro saccheggio di opere d’arte perpetrato dai nazisti durante la II Guerra Mondiale. Paul Rosenberg, al termine della guerra dedicò il resto della sua vita a recuperare le opere di sua proprietà finite in mano ai nazisti.
L’autrice dipinge un veritiero ritratto del nonno restituendo la figura di un uomo innamorato della pittura, che fece “la qualità assoluta delle opere che proponeva il suo marchio di fabbrica”. Paul Rosenberg visitava con la nipotina i musei parigini più belli.
“Ho imparato a riconoscere ciò che valeva la pena, e ciò che non valeva niente”.
Le ripeteva di “non guastarsi gli occhi con opere che non sono eccezionali”. L’occhio di Paul, al contrario, era infallibile per valutare un quadro e scoprire un nuovo artista.
“Il suo fiuto è raro, il suo occhio è eccellente”.
“Niente impedirà alla verità di farsi strada, il bello resterà il bello”. Paul Rosenberg da una lettera a Pablo Picasso.
21, rue La Boétie
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