A cercar la bella morte di Carlo Mazzantini

Carlo Mazzantini, giovane romano classe 1925, all’indomani dell’8 settembre 1943 aderisce alla Repubblica Sociale Italiana; è fermamente deciso, insieme ad alcuni coetanei, a dare il proprio contributo alla difesa dell’Italia già parzialmente occupata dagli Anglo-Americani. Per Mazzantini e i suoi amici è inconcepibile abbandonare l’alleato tedesco. Accade però che la formazione del giovane sia mandata nel Nord Italia per contrastare l’attività dei partigiani. Qualche commilitone tenta con poca fortuna di lasciare di nascosto il reparto per raggiungere il fronte, a riprova di come sia dura accettare di dover sparare ad altri Italiani.

Le modalità di quella guerra sono spiazzanti; Carlo combatte spesso contro un nemico quasi invisibile, pronto a colpire per poi sparire rapidamente. Agli agguati dei partigiani si risponde con rastellamenti e fucilazioni. Mazzantini stesso si interroga dolorosamente sulla violenza compiuta, soprattutto quando sono dei civili a morire. Particolarmente drammatico è il racconto di una fucilazione in Valsesia, cui un amico dell’autore prende parte volontariamente, spiegando che così si farà uomo.

La sofferenza cresce a mano a mano che si avvicina l’epilogo della guerra; si coglie la freddezza della popolazione verso le camicie nere e si ha già la sensazione che combattere con i Tedeschi significherà non venire ricordati un domani, patendo un destino di oblio in virtù dell’appartenenza alla parte sbagliata. A vent’anni, sembra che la porta del futuro sia già chiusa, come dimostrano anche i gesti disperati di alcuni compagni dell’autore poco prima della Liberazione.

A cercar la bella morte di Carlo Mazzantini ricorda quanto alto sia stato il tributo pagato da ragazzi cresciuti e formati da un regime cui innanzitutto i loro padri avevano dato la propria adesione (seppure, naturalmente, a livelli diversi di profondità); questi giovani finirono per essere caricati, soprattutto nei giorni intorno al 25 Aprile 1945, di una responsabilità che non sarebbe spettato solo alla loro generazione assumersi.