Abitare la complessità. La sfida di un destino comune
- Autore: Mauro Ceruti e Francesco Bellusci
- Genere: Filosofia e Sociologia
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Mimesis
- Anno di pubblicazione: 2020
Sì, Abitare la complessità. La sfida di un destino comune di Mauro Ceruti e Francesco Bellusci (Mimesis, 2020) è un libro di filosofia, ma non spaventatevi, è tutto chiaro. Non si dovrebbe semplificare troppo un saggio così complesso e ricco di rimandi, anche se questa è una recensione, quasi che tutto ciò che i due autori scrivono non fosse servito o che non mi abbiano convinto. Non è così, ma un filo conduttore per segnare qualche punto da cui partire è pur necessario rintracciarlo. Perché il problema esaminato è proprio questo: si può semplificare ciò che è complesso? Dipende dai risultati, par di capire. Ci avevano pensato in tanti, da Cartesio in poi, a proporre paradigmi attraverso cui procedere dal complesso al semplice, inaugurando una visione scientifica più moderna e soprattutto prendendo le distanze dalle impostazioni metafisiche e religiose. Successivamente, dopo numerose scoperte scientifiche importanti (radioattività, teoria quantistica, relatività...),
“prende forma un nuovo pensiero scientifico che reagisce all’immagine unilaterale e semplificata della scienza di tipo cartesiano e che si pone con consapevolezza crescente il problema di leggere la complessità del reale sotto l’apparenza semplice dei fenomeni.”
Il pensiero complesso si propone allora come alternativo alla semplificazione arbitraria che ha influenzato molti campi e che ha ampiamente manifestato la propria inadeguatezza. C’è un ambito sul quale gli autori insistono molto, che è quello politico e sociale. Dopo la caduta del muro di Berlino si è assistito alla tendenza ad appoggiare movimenti vicini all’antipolitica e ad avvalorare le tesi del semplicismo attraverso una visione dualistica, se non persino manichea della realtà.
“Liberismo, populismo, sovranismo: fanno rima con semplicismo.”
Le semplificazioni politiche hanno il difetto di offrire immancabilmente un’interpretazione non raffinata della realtà a causa della loro incapacità di cogliere tutti gli aspetti privilegiandone anzi solo alcuni, proprio quando la complessità dei problemi non può essere ignorata. Non è solo una dichiarazione teorica, bensì una presa d’atto da parte dei due autori, che prospettano una strada ancora lunga da percorrere. Manca attualmente, soprattutto in ambito morale e politico, la comprensione del fatto che la realtà non si possa scomporre in problemi elementari, per cui è necessario che i problemi non vengano isolati ma al contrario integrati e messi in comunicazione. Calando con precisione il ragionamento all’interno del mondo attuale, appare chiaro che fenomeni e minacce come il rischio climatico globale, nucleare, finanziario, migratorio e il rischio attualissimo delle conseguenze della pandemia sanitaria dovrebbero incoraggiare e incentivare un cambiamento nell’approccio politico mondiale. Qui la teoria diventa proposta politica e filosofica, che non è necessario anticipare in questa sede.
Abitare la complessità. La sfida di un destino comune può essere visto come una critica e come una risposta all’inadeguatezza e all’insufficienza della semplificazione eccessiva, di cui il populismo è solo una delle manifestazioni: “Il populismo enuncia vie semplici, piene di speranze, ma impraticabili". Non stiamo parlando di proclami “risolutivi” urlati in TV, ma di un’indicazione seria e utile al dibattito per la ricerca di soluzioni concrete.
Abitare la complessità. La sfida di un destino comune
Amazon.it: 12,35 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Abitare la complessità. La sfida di un destino comune
Lascia il tuo commento