Achtung-panzer! Sviluppo, tattiche e potenziale operativo delle forze corazzate
- Autore: Heinz Guderian
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2023
Se gli Stati Maggiori franco-inglesi avessero approfondito questo libro, apparso in Germania nel 1937, non avrebbero subìto la sorpresa delle colonne corazzate tedesche all’assalto delle linee scoperte nelle Ardenne, il fatale colpo di falce verso la Manica.
Le divisioni alleate non sarebbero state scavalcate tanto facilmente da carri armati germanici più leggeri e meno corazzati, scatenati negli spazi aperti secondo una visione nuova e rivoluzionaria.
È stato tradotto in inglese soltanto nel 1992 il saggio tecnico del generale Heinz Guderian, vero padre di quelle novità. Tradotto in Italia nel 1996, lo straordinario e futuristico esercizio di teoria militare applicata è disponibile da marzo nella versione dal tedesco di Paolo Cappetti, su iniziativa apprezzabile di Italia Storica, l’Associazione culturale genovese di Andrea Lombardi. È lo stesso appassionato ricercatore-editore ad avere curato la pubblicazione di A chtung-Panzer! Sviluppo, tattiche e potenziale operativo delle forze corazzate (2023, con 36 facciate di immagini e cartine in bianco e nero, su carta patinata, in un inserto centrale delle 284 pagine complessive del bel volume).
In copertina, a lato del mezzobusto di un Guderian orgoglioso delle sue decorazioni, i profili di tre tank storici: il Mark inglese, primo carro armato operativo nella storia dal 1916; il tozzo AV7, primo tedesco nel 1918 e l’agile Panzer II, protagonista delle avanzate travolgenti in Francia nel 1940.
Un volume per appassionati di storia militare, di eventi bellici, di tecnologia e tattiche sul campo di battaglia, interessati agli sferraglianti protagonisti delle battaglie dal secondo conflitto mondiale del ’900. Autore è l’alto ufficiale tedesco al quale si deve il progresso decisivo dei tank, con le innovazioni sofferte rovinosamente dall’Armée de Terre e dal Corpo di spedizione britannico nella Campagna di Francia del maggio-giugno 1940.
Il militare di professione prussiano Heinz Wilhelm Guderian (1888-1954) era generalmajor quando ha scritto il libro e generaloberst quando ha guidato dal 22 giugno 1941 i panzergruppen contro la Russia, nell’Operazione Barbarossa. Aveva condotto corpi d’armata corazzati sia in Polonia nel 1939 che otto mesi più avanti in Francia, con particolare successo nella Blitzkieg (Guerra Lampo).
È stato Guderian il principale teorico e pratico delle panzerdivisionen, la vera arma segreta, per quanto convenzionale, del Terzo Reich nel 1939. Si devono a lui l’intuizione, la sperimentazione, l’affermazione - non senza ostacoli da superiori miopi e conservatori - e l’attuazione degli assalti corazzati in rapido movimento: la sua Guerra Lampo.
Chiave di volta, l’impiego innovativo del carro armato come arma versatile e principale, un concetto molto evoluto rispetto al mero appoggio alle fanterie, al quale restavano legati tutti gli altri eserciti. Questo per i carri pesanti, perché prima della guerra tutti erano dotati per lo più di tankette leggere da ricognizione e trasporto mitragliatrici, non certo adatte allo sfondamento.
Guderian organizzò divisioni panzer, ognuna dotata di reggimenti di carri armati, di fanteria motorizzata, di artiglieria, genio e logistica. Veri mini eserciti capaci di operare autonomamente in profondità nelle retrovie del nemico, dopo avere assicurato d’impeto la rottura del fronte, scongiurando in questo modo lo stallo imposto dalle difese, basate come nella Grande Guerra sul massiccio impiego di mitragliatrici, artiglieria e ostacoli passivi (bunker, trincee, reticolati) contro le fanterie all’attacco.
Le idee illustrate nel libro erano state sviluppate in quindici anni di studi sull’evoluzione delle tattiche di combattimento delle forze meccanizzate, dal primo conflitto mondiale al 1937. Voleva dimostrare che solo l’uso intelligente di formazioni corazzate avrebbe garantito vittorie rapide e decisive, evitando la sanguinosa guerra d’attrito precedente. Baionette e fucili, mitragliatrici e artiglieria non possono muoversi con rapidità e sono alla mercè di difensori ben protetti e armati.
Ma considerava sprecate le risorse spese per meccanizzare tutta la fanteria: era convinto che dovessero quasi esclusivamente limitarsi alle divisioni panzer.
I fanti avrebbero potuto continuare a camminare. Reputava uno spreco anche l’impiego dei carri in semplice supporto alla fanteria, senza alcun impatto sulle operazioni:
Chi attacca ha bisogno di potenziale d’urto, sia che intenda realizzare una sorpresa strategica, uno sfondamento o una controffensiva.
Sviluppando un’analisi militare degli ultimi duecento anni, aveva ricavato uno schema operativo efficace. Si trattava di battere preliminarmente le posizioni difensive nemiche con un efficace tiro di preparazione dell’artiglieria. Di fare quindi avanzare attaccanti ben protetti dai proiettili degli avversari.
Di raggiungere rapidamente le loro postazioni e scuoterli, fisicamente e moralmente. Tutto trovava una sintesi inedita nel carro armato, coperto da una blindatura e spinto da un motore. Con gli equipaggi al riparo dal fuoco di armi leggere, i veicoli corazzati potevano avvicinarsi al nemico, tenerlo sotto tiro diretto e spazzarlo via.
Avevano la capacità di schiacciare le siepi di filo spinato, di superare ostacoli come le trincee o altre difese campali.
Non si esagera nell’affermare che, tuttora, tra le armi terrestri solo il carro ha il potenziale d’urto, quel potere che permette ai combattenti di avvicinarsi all’avversario il tanto che basta a distruggerlo.
Gli sviluppi postbellici non hanno portato nulla di meglio nel mondo militare:
Nel bene e nel male, i soldati dovranno vedersela con i carri.
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