È morto ieri, 2 giugno, Roberto Gervaso, giornalista e scrittore che lavorò con Montanelli alla Storia d’Italia. Celebre per le sue biografie storiche, i suoi aforismi e il suo immancabile papillon, Gervaso si è spento a 82 anni a Milano. A dare l’annuncio è la figlia Veronica su Twitter.
Roberto Gervaso: le opere più famose
Roberto Gervaso si è dedicato alla divulgazione storica su vari fronti; ha collaborato con quotidiani e periodici, ha lavorato in radio e in televisione. Fondamentale per la sua carriera è stato l’incontro con Montanelli, che lo ha presentato al "Corriere della Sera" e con cui ha lavorato dal 1956 al 1970 alla Storia d’Italia, edita per Rizzoli.
Le sue opere storiche sono tra le più amate dai lettori e il loro valore non solo divulgativo ma anche letterario è stato attestato anche dal Premio Bancarella, vinto una prima volta nel 1967 con L’Italia dei Comuni. Il Medio Evo dal 1000 al 1250 (uno dei volumi della Storia d’Italia) e una seconda volta nel 1973 con la biografia su Cagliostro, oggi edita, sempre per Rizzoli, con il titolo Il grande mago. Vita, morte e miracoli del conte di Cagliostro.
Gervaso ha saputo raccontare con cura e profondità le vite dei suoi protagonisti, da Nerone a Claretta Petacci, dai Borgia alla Monaca di Monza; con zelo, ma anche con ironia e irriverenza ha saputo narrare la storia d’Italia (e non sempre limitandosi alla saggistica: nel 2013 ha pubblicato Lo stivale zoppo. Una storia irriverente d’Italia dal fascismo a oggi, immaginando la fuga in Svizzera da Mussolini che, tornato al giornalismo, racconta la sua storia d’Italia).
Ha condiviso con i lettori alcuni tra i più importanti incontri della sua esistenza (tra i tanti, Simenon, Dalì, Miller, Gorbaciov e Rockfeller) e si è aperto con sincerità anche sulla depressione con cui ha convissuto, raccontata nel 2014 con il libro Ho ucciso il cane nero.
Aforismi
Celebri anche i suoi aforismi, raccolti in quattro volumi: Il grillo parlante, La volpe e l’uva, Aforismi e La vita è troppo bella per viverla in due. Ne ricordiamo qualcuno:
- Niente mi fa perdere la pazienza più di chi ne ha troppa.
- L’aforisma è un lapillo dell’intelligenza.
- Si può vivere con gli altri, ma si sopravvive solo con se stessi.
- Il pessimista sa quello che vuole; l’ottimista, neppure questo.
- È difficile conoscere se stessi perché crediamo di essere migliori di quel che siamo.
- Preferisco farmi domande che darmi risposte.
- Il sole ci dà il senso della vita; la luna, della sua precarietà.
- Le domande indiscrete sono le sole alle quali val la pena di rispondere.
- A volte, da noi dipende più la felicità altrui che la nostra.
- Chi non dubita mai di niente non ha capito niente.
- L’uomo è un condannato a morte che ha la fortuna d’ignorare la data della propria esecuzione.
- La filosofia non c’impedisce di commettere errori, ma ce li spiega.
- Chi non si contraddice mai, non vive.
- Il colmo dell’infelicità è esser felici senza saperlo.
- L’esperienza è il riconoscimento tardivo dei propri errori.
- Niente ci fa perdere più tempo della fretta.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Addio a Roberto Gervaso: opere e aforismi dell’amato divulgatore storico
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