Non solo un grande fisico, il geniale Albert Einstein fu un lettore vorace. Leggeva tanto, leggeva di tutto e si cimentò anche nella scrittura.
Il vero saggio è colui che sa di non sapere, diceva Socrate, ed Einstein applicò alla lettera questa sentenza. Ora noi conosciamo il grande scienziato, premio Nobel nel 1921, per i suoi contributi relativi alla fisica e la celebre Teoria della relatività, ma l’intelligenza di Albert Einstein era multiforme e si applicava a qualsiasi ambito, dalla scienza alla politica, dalla letteratura alla filosofia. La mente multiforme di Einstein dovrebbe essere considerata patrimonio dell’umanità, alla stregua di quella di altri geni, come Leonardo da Vinci; un autentico prodigio della natura umana e anche la prova che il cervello va allenato costantemente per produrre buoni risultati. Un gruppo di ricercatori della Florida State University ha persino analizzato il cervello di Einstein, cercando di scoprirvi delle caratteristiche anatomiche o scientifiche in grado di spiegarne la genialità. Dopo la morte di Einstein infatti l’anatomopatologo Thomas Harvey prelevò il suo cervello e decise di sezionarlo. Lo studio della Florida State University si basò sulle fotografie delle varie sezioni del cervello di Einstein. Il risultato? Secondo il neuroscienziato Albert Galaburda rimangono molti dubbi, ma è possibile che fosse stata proprio l’intelligenza di Albert Einstein a espandere il suo cervello. Lo studioso Dean Falk della Florida State University ha suggerito che fosse stato proprio lo stesso Einstein a programmare il suo cervello, sin dall’infanzia, attraverso stimoli continui e creativi e una continua esortazione al pensiero critico.
Cosa c’è nella mente di un genio? Sicuramente un numero sterminato di libri.
La biblioteca di Albert Einstein: un uomo di libri
La biblioteca personale di Einstein contiene una miriade di volumi che il fisico raccolse a partire dall’età di dieci anni, nel 1889, quando iniziò a intraprendere il proprio percorso di autoformazione. In questo la formazione letteraria da autodidatta del piccolo Einstein ricorda quella del giovane Leopardi che trascorse gli anni migliori nel “paterno ostello” chino sulle “sudate carte” della biblioteca. Ma per Einstein, fin da bambino, la lettura era soprattutto un piacere, un processo di scoperta, come testimoniò il fisico americano Gerald Holton in un’intervista rilasciata nel 2008:
Albert Einstein era un uomo di libri, in misura molto maggiore rispetto ad altri scienziati.
Come riporta la testimonianza di Holton, la grande biblioteca di Einstein crebbe con lui e fu straordinariamente varia. Se consideriamo solo i libri in lingua tedesca pubblicati prima del 1910, la biblioteca di Einstein comprende tutto il canone letterario dell’epoca: le opere di Heine in due edizioni, Helmholtz, von Humboldt, i numerosi libri di Kant, Gotthold Lessing, Ernst Mach, Nietzsche, Schopenhauer. Conservato in un’edizione di pregio di oltre trentasei volumi anche l’autore più amato dal fisico premio Nobel, ovvero Johann Wolfgang von Goethe. Di Goethe, Einstein conservava anche le corrispondenze epistolari, tra cui quella con Schiller, e un’edizione d’epoca del Faust, il libro più amato. Non è scorretto quindi dire che, in un certo senso, fu Goethe il mentore di Albert Einstein. Al centro della sua sala di lettura il geniale scienziato conservava persino un busto in gesso di Goethe, il grande scrittore e poeta tedesco che, in qualche modo, lo aveva allevato.
Scopriamo quali erano i libri preferiti di Einstein.
I libri preferiti di Einstein
Non solo Einstein era quello che oggi chiameremmo un “lettore forte”, un lettore appassionato, curioso, vorace, nutriva anche un amore sconfinato per la filosofia. Troneggiano nella sua biblioteca i libri di grandi pensatori quali Kant, Lessing, Spinoza, Galileo, Hume, Nietzsche e Schopenhauer. Non era solo un lettore impegnato di saggistica, apprezzava anche la narrativa.
In una lettera inviata nel 1915 a Moritz Schlick, Einstein spiegava quali scrittori influenzarono la genesi della Teoria della relatività. Tra questi figuravano Ernst Mach, David Hume, ma non solo. Nel suo scritto lo scienziato sottolineava che non sarebbe mai giunto a mettere a punto la sua teoria senza il supporto della filosofia. Anziché lodarsi per la sua intuizione o esaltare il progresso scientifico, si dichiarava debitore ai libri della sua biblioteca.
5 libri, in particolare, hanno davvero cambiato la vita di Albert Einstein rivoluzionando il pensiero del genio del Novecento.
1. “L’analisi delle sensazioni” di Ernst Mach
Link affiliato
Nella famosa lettera a Schlick, Einstein citava L’analisi delle sensazioni di Ernst Mach come libro ispiratore della sua Teoria della relatività. Fu il filosofo austriaco infatti il primo a scrivere, nel XIX secolo, della natura sfuggente dei sensi umani e soprattutto della mutevolezza dell’Io.
L’epistemologia di Mach si coniugò, nel pensiero di Einstein, alla critica della meccanica di Newton. Un’associazione di idee che avrebbe condotto alla più grande scoperta della scienza moderna.
2. “Don Chisciotte” di Miguel de Cervantes
Link affiliato
Il fisico polacco Leopold Infeld, che lavorò a lungo con Einstein, nella sua autobiografia racconta che Einstein amava un libro in particolare: Il Don Chisciotte di Cervantes, ne era talmente appassionato che non riusciva a smettere di leggere le avventure del “cavaliere errante”.
Infeld nella sua testimonianza riporta che Einstein si coricava a letto, senza pigiama, ma sempre con la sua copia stropicciata del Don Chisciotte. Era un libro che amava leggere per rilassarsi. Il grande fisico sapeva che la più grande battaglia è quella contro i mulini a vento e che c’è sempre bisogno di un Don Chisciotte in questo mondo. Lo stesso Einstein lo è stato a modo suo. Come cantava Guccini nella canzone dedicata al folle cavaliere: “C’è bisogno soprattutto d’uno slancio generoso, fosse anche un sogno matto.”
3. “L’Etica” di Spinoza
Link affiliato
Einstein credeva in Dio? Di certo credeva nel Dio di Spinoza, “che si rivela nell’armonia di tutto ciò che esiste”. Il grande fisico diceva di non credere in un Dio che si preoccupasse dei destini e delle sorti degli uomini.
L’Etica di Spinoza fu anche l’etica di Albert Einstein, l’opera su cui lo stesso fisico fondò il suo pensiero, la propria morale. Anche lo scienziato sosteneva l’idea di un cosmo ordinato dalle leggi dettate da una sorta di entità impersonale.
4. “I fratelli Karamazov” di Dostoevskij
Link affiliato
Tra le opere di narrativa più amate da Einstein troviamo I fratelli Karamazov di Dostoevskij, che aveva definito il “libro più toccante” che avesse mai letto. Lo scienziato aveva letto tutte le opere del grande autore russo, di cui era un grande ammiratore, come rivela una sua celebre frase:
“Dostoevskij mi ha dato molto, straordinariamente molto, più di Gauss.”
E Carl Friedrich Gauss, lo ricordiamo, era un grande matematico e astronomo, i cui studi furono fondamentali ad Einstein per lo sviluppo, oltre un secolo dopo Gauss, della Teoria della relatività. Senza il lavoro di Gauss, insomma, forse non avremmo avuto la celebre scoperta scientifica. Eppure il caro Albert gli anteponeva Dostoevskij, questo ci dimostra il suo grande amore per la letteratura.
In un’intervista rilasciata a George Sylvester Viereck, Einstein citava di nuovo Dostoevskij e, in particolare, I fratelli Karamazov osservando quanto la visione dostoevskiana della fede, della moralità, lo avesse influenzato profondamente.
In quella circostanza disse di essere “un non credente profondamente religioso” e di non conoscere un Dio fatto a immagine e somiglianza dell’uomo.
5. “Il Faust” di Goethe
Torniamo infine a Goethe, lo scrittore più amato da Albert Einstein. Il fisico definì Goethe come “uno degli uomini più saggi mai esistiti”. Per lui nutriva un’autentica venerazione. L’edizione pregiata conservata nella sua biblioteca ci lascia intuire che il libro di Goethe più amato da Einstein fosse Il Faust (1808).
In una lettera inviata nel 1932 a Leopold Casper, il fisico premio Nobel testimoniava la sua venerazione per il grande scrittore tedesco e citava Il Faust.
Il dramma di Goethe toccò particolarmente Einstein perché proponeva un’indagine sul Male: forse lo scienziato si ricordava nel dilemma morale del protagonista, il dottor Faust, che era pure un uomo molto colto impegnato in numerose letture filosofiche.
Nella sua vita tuttavia Einstein il patto con il diavolo non lo accettò, se ne tenne sempre alla larga, forse perché messo in guardia proprio dalla lettura di Goethe. In seguito all’ascese al potere di Hitler, il fisico viveva nascosto nelle campagne del Norfolk in Inghilterra. Si trovava lì, mentre gli Stati Uniti avviavano il programma nucleare che avrebbe trovato il proprio esecutore in Robert Oppenheimer. Com’è noto, Einstein, pacifista militante, fu uno tra i più strenui oppositori della bomba atomica, di cui aveva previsto gli effetti devastanti.
Sapeva che la reazione a catena innescata dalla bomba sarebbe stata un punto di non ritorno per l’umanità: era in grado di crearla, ma non lo fece, non aderì al Progetto Manhattan diretto dal generale Leslie Groves. Tuttavia la sua celebre formula “E=mc^2” fu indispensabile per lo sviluppo della bomba nucleare e generò, suo malgrado, la più terribile arma di distruzione di massa.
Forse in lui risuonava come un oscuro presagio la voce di Mefistofele del Faust di Goethe, mentre camminava a capo chino per la campagna inglese, immerso nelle sue meditazioni:
Sono una parte di quella forza che eternamente vuole il male ed eternamente opera il bene.
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: I 5 libri preferiti di Albert Einstein: da Dostoevskij a Goethe
Naviga per parole chiave
Approfondimenti su libri... e non solo News Libri Curiosità per amanti dei libri Albert Einstein
Lascia il tuo commento