Alla ricerca della vita
- Autore: Giovanni Nebuloni
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2018
E se scrivere volesse dire (oltre agli altri mille significati) studiare e imparare? Fare in modo, cioè, di mettere il proprio sapere a servizio del lettore; raccontare una storia su un determinato argomento, meglio se scientifico, approfondendolo al massimo, tanto da creare una sinergia di conoscenze fra chi scrive e chi legge.
In sintesi è questa l’idea che ci si fa leggendo il decimo romanzo del milanese Giovanni Nebuloni "Alla ricerca della vita" (13Lab, febbraio 2018), che l’autore stesso ama definire come un "thriller biologico".
Giovanni Nebuloni ha fondato nel 2009 la corrente letteraria detta Fact-Finding Writing, ovvero un tipo di scrittura che si pone lo scopo di elargire delle vere e proprie nozioni su una determinata tematica.
La storia di questo suo ultimo romanzo ha inizio in Sudafrica, dove una ditta farmaceutica sta compiendo degli studi sulle cellule staminali, all’origine della vita, che potrebbero portare alla cura di tante malattie tuttora mortali. Ma in una sera di maggio, ecco che nel laboratorio in uso si scatena l’inferno. Un morbo sconosciuto e facilmente trasmissibile uccide due tecnici. La ricercatrice trentenne Barbara, presente al momento del misfatto, deve ripiegare in fretta in Italia, dove a Milano è attesa per essere sottoposta a degli esami medici. Barbara però morirà nella notte, anch’ella portata via da quel male che sembra attaccare chiunque ne venga in contatto, solo sfiorando la pelle di una persona infetta. Un tipo di cancro su cui l’autore ha voluto fantasticare, appunto perché al di là delle tante nozioni scientifiche, dobbiamo ricordare che sempre di romanzo si tratta.
In soli tre giorni la vicenda verrà a compimento e vedrà alternarsi sulla scena due donne. Serena (detta Serenella), la gemella di Barbara, che intende a tutti i costi scoprire le cause della macabra fine della sorella, sebbene abbia sovente delle allucinazioni che rendono necessario il suo ricovero al reparto psichiatrico dell’ospedale Niguarda. E Claudia, funzionaria dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che, come un’ombra, monitora furtiva l’intera situazione per carpirne i segreti più reconditi.
Serena, seppur infettata dalla sorella, si scoprirà essere una sorta di portatrice sana del morbo, o meglio, una donna che racchiude in sé tutti i componenti subatomici del primo microrganismo vivente. E qui ho citato pedissequamente l’autore, perché nessuno potrebbe essere più preciso. Ovviamente il mistero s’infittisce e urge che qualcuno lo dipani, prima che le morti dilaghino e la nuova malattia sfugga di mano. Della trama, meglio però non rivelare altro.
Oltre che scientifico, l’autore è anche ironico nelle sue descrizioni, e ne esce quindi un bel connubio. I dialoghi sono privilegiati: l’opera sembra essere la sceneggiatura di un film.
Talvolta Giovanni Nebuloni può sembrare illogico o paradossale nelle espressioni che fa assumere ai suoi protagonisti. Di fronte a uno scenario di morte o a un decesso imminente, nessuno riuscirebbe a essere così lucido e forbito nell’esporre le sue ragioni. Ma che questo sia fatto di proposito, dato che l’opera segue una determinata corrente di pensiero, lo avevo già detto all’inizio. Ecco perché non aggiungerò altro.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Alla ricerca della vita
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