Allegra. La figlia di Byron
- Autore: Iris Origo
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Skira
- Anno di pubblicazione: 2014
“Allegra - un nome felice - uno strano e infelice destino. Nei cinque anni della sua vita le sfilò davanti agli occhi una serie di immagini le più brillanti e varie, le più stupefacenti e strane, che mai siano venute alla vista di un fanciullo”.
La penna acuta e intuitiva della scrittrice biografa e storica anglo-irlandese-americana Iris Origo (1902-1988) coglie con questa frase la parabola breve dell’esistenza di questa bambina spettatrice inconsapevole degli egoismi, capricci e meschinità degli adulti che la circondavano, che non erano stati capaci di proteggerla e amarla come avrebbe meritato.
Allegra “occhi molto azzurri e capelli biondi e ricci” era nata dalla romantica ma breve relazione tra il poeta inglese Lord Byron (1788-1824) e Claire Clairmont, “liscia chioma nera, occhi neri, carnagione olivastra” giovanissima sorellastra di Mary Shelley. Allegra era nata il 12 gennaio 1817 a Bath quando l’amore tra i suoi genitori era già terminato. Il poeta di natura volubile e incostante, stanco di questo love affair “non sono mai stato attaccato né abbia finto attaccamento alla madre”, aveva riconosciuto la bambina la quale aveva vissuto il suo primo anno di vita insieme alla madre in Inghilterra nella casa del poeta e filosofo Percy Bysshe Shelley e la sua famiglia.
Byron aveva deciso di allevare e educare la bambina a condizione che Claire, “ella era ostinatamente decisa a che la sua bambina avesse un’educazione adatta alla figlia di un nobile inglese”, non avesse interferito e cercato di vederla senza la sua autorizzazione. Quindi Claire affranta si era privata della bambina e a quindici mesi Allegra era giunta dal padre a Venezia a Palazzo Mocenigo, abitato da strani e particolari personaggi, che parlavano una lingua incomprensibile e amavano cantare.
“A quindici mesi un bambino non è troppo piccolo per soffrire un senso di desolazione, ma è troppo piccolo per capirne la causa”.
Finalmente il padre “uno strano gentiluomo, grasso e profumato, con una voce bassa e carezzevole” e sua figlia si erano conosciuti.
Con queste parole scritte di suo pugno il poeta descrive l’incontro:
“La mia bastarda è arrivata un mese, è molto graziosa e notevolmente intelligente”.
Quando Byron si era invaghito della contessa Teresa Guiccioli, l’aveva seguita a Ravenna con Allegra e qui la bambina aveva sfiorato la storia italiana nel momento in cui Byron aiutava i Carbonari custodendo le loro armi nel palazzo dove risiedeva. Nel frattempo, Claire non si rassegnava e voleva rivedere la figlia ma il poeta era rimasto irremovibile nel suo diniego.
Il commovente e toccante libro, Allegra. La figlia di Byron, che si avvale dell’ottima traduzione dello scrittore, giornalista e sceneggiatore Masolino D’Amico fu pubblicato per la prima volta nel 1935 dalla The Hogarth Press, casa editrice di Leonard e Virginia Wolf. L’autrice, che aveva sposato il marchese Antonio Origo e si era stabilita in Val d’Orcia, dove si dedicò alla tenuta agricola e alla letteratura, con l’aiuto di diari e di taccuini, delle lettere e dei manoscritti dei protagonisti, compie una lucida narrazione della breve vita di Allegra.
“Mi rivolsi al Giardino dell’Amore che faceva nascere tanti dolci fuori; e vidi che era pieno di sepolcri”. William Blake
Allegra. La figlia di Byron
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