Amato di Marco Bonavita

Ha viaggiato, ha combattuto, ha sofferto, e ha amato.

Recita così lo strillo sulla quarta di copertina di Amato, il romanzo d’esordio di Marco Bonavita, pubblicato per l’editore monzese Leone Editore.
Un romanzo imponente, non solamente per il numero di pagine da cui è composto, perché la storia di Amato De Santis non può essere liquidata in poche righe e omettendo qualcosa: è un’opera che arriva a scandagliare nel profondo i sentimenti di un uomo che ha attraversato la storia.

Nato nella più miserevole povertà, il romanzo esordisce dal piccolo centro pugliese di Torre Mileto, quando Amato De Santis, nonno di Marco – e nipote che non ha mai incontrato – viene arruolato dal governo fascista per la campagna di conquista dei territori libici. Sarà proprio in Libia che De Santis scoprirà le atrocità della guerra e le irreparabili convinzioni che la brutalità dell’atto adduce nella mente degli esseri umani.

In primo luogo, Amato potrebbe sembrare un romanzo storico, una narrazione che attraversa uno dei momenti più atroci della storia mondiale, ma in realtà si fa tempio e scenario di sentimenti più viscerali, di passioni e finanche sofferenze che accompagnano il protagonista durante la sua lunga vita. E quando Amato, comincia a ricevere ogni anno, un pacco proveniente dall’Inghilterra, il mistero si infittisce e il rapporto con la moglie si complica.
Chi sarà mai il mittente enigmatico di quelle puntuali spedizioni? E che cosa avrà da dirgli, ogni anno, durante lo stesso mese?

Per scoprirlo il lettore dovrà addentrarsi tra le pagine di Amato, ritornare indietro agli anni della guerra in Libia e dell’esilio scontato in Gran Bretagna.
In una crescente tensione che pone chi legge davanti a inattese scoperte ed esilaranti colpi di scena, le circostanze saranno in grado di tentare (ma forse mai di piegare davvero) l’animo tormentato di Amato De Santis, diviso tra il peso delle proprie responsabilità e due grandi amori, quello che lo ha accompagnato per tutta la vita, e il ricordo rassegnato e malinconico di una dama inglese che ha incontrato durante la sua intricata esistenza.

Un romanzo che con scrittura lucida e mai banale, si lascia leggere fino all’ultima pagina. Non ci sarebbe da stupirsi se l’esordio del milanese Marco Bonavita, attirasse l’attenzione di qualche regista in cerca di storie che funzionino.

Una lettura consigliata a chi ama le narrazioni dove il tempo sembra essersi bloccato e che esaltano il potere narrativo proprio della Storia.