Anime sperse
- Autore: Pina Ligas
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2023
“Storpia!” Che brutta parola, suona dura, impietosa. Costanza è una bambina diversa, non può correre come i fratellini, non è affascinante come la sorella Sofia, la maggiore dei sette figli del ministro conte Filippo de Blanchard e della moglie Lucrezia, quattro, nati in appena sette anni. Ma è la forte, coinvolgente protagonista di un romanzo di oggi che sembra scritto nell’Ottocento, una franca storia di valori, di dolori e di conquiste, raccontata da Pina Ligas in Anime sperse, pubblicato in prima edizione a giugno da Iacobellieditore nella collana Frammenti di memoria (Guidonia-Roma, 2023, 244 pagine).
L’autrice è nata nel 1957 a Gairo, in provincia di Nuoro, poco dopo l’alluvione che nel 1951 distrusse completamente il nucleo storico del paese. Vive a Torino con la famiglia. Ha studiato al Liceo Scientifico di Lanusei e lavorato per trentaquattro anni presso la casa editrice Einaudi, tre lustri all’ufficio stampa e poi alla programmazione editoriale. Scrivendo nel tempo libero, ha sostenuto iniziative benefiche con racconti inseriti in alcune antologie. Il primo romanzo è arrivato nel 2014, Solo il mio silenzio. Ambientato principalmente in Sardegna, si è classificato al secondo posto nel “Premio Internazionale Città di Como” e ha meritato diverse menzioni.
Ci si muove a proprio agio nelle pagine di questa seconda proposta narrativa, tra le vicende di un altro tempo, in un’età subito postunitaria, che la scrittrice sarda rende un periodo di tensione, di crescita, di cambiamenti, per quanto infetta da una meschinità morale sotterranea, che per noi moderni è impossibile accettare.
Nobiltà piemontese i De Blanchard. Filippo discende da matrimoni malsani tra cugini consanguinei, per non dividere i patrimoni di casa con estranei. È un alto dignitario del neonato Regno d’Italia, che nel 1862 attraversa le fasi eccitanti ma non senza sussulti della sua formazione. Un cattivo presagio ha scosso la famiglia quando è nata Costanza, terzogenita del ministro: il vecchio, alto castagno della tenuta si è spezzato ed è andato a coricarsi sulla ruota del mulino.
Un parto asciutto, difficile, poi la levatrice non cessava di misurare con il metro da sarta le gambine della neonata: quattro centimetri di differenza tra la destra e la sinistra. Si ripete il destino toccato alla zia Zoe. A tutti sembra con sgomento che il vecchio sia ricaduto addosso al nuovo.
È un’adolescente graziosa, ma segnata dalle tare familiari. Cade in preda a crisi di mal caduco (l’epilessia), ha difficoltà nello scrivere e nell’apprendere. Verga a a malapena una parola e riesce a leggerne soltanto una parte, perfino i fratellini più piccoli sono più a loro agio con l’abbecedario. Contro il parere di mamma Lucrezia, il padre decide di ricoverarla nell’Istituto delle Suore della Carità, un collegio isolato sulle montagne, che ospita giovani corrigende di primo e secondo grado, ragazze di strada, figlie di genitori delinquenti, alcolisti o disinteressati.
Però risulta inadatta a quella sezione, potrebbe ostacolare la rieducazione di quelle fanciulle, che vengono educate a rientrare nella società “col massimo dei voti”. È inadeguata anche al reparto delle vecchie signore che pagano rette altissime per restare lontane dalle famiglie. L’unica soluzione è internarla insieme alle alienate di mente.
Quanto alle suore che popolano quel “ricovero”, ci sono il grano e la pula, il meglio e il peggio di ogni gruppo e comunità.
Ma Costanza, in tutto questo? La contessina de Blanchard, figlia del conte Filippo e paziente dell’amorevole dottor Battista Belfiore, piange disperata, dice di non avere niente da raccontare a nessuno, chiede di essere soltanto lasciata in pace.
Non vuole tornare a casa. Mai più. Non dimentica la sentenza familiare pressoché unanime che l’ha condannata all’esilio, “in un bosco muto” e solitario. Sua madre e il dottor Belfiore inizialmente si erano opposti quasi con violenza, ma non assolveva neanche loro, perché alla fine si erano lasciati sopraffare dall’infelice ragionamento degli altri, sempre determinati e inflessibili.
L’unica consolazione è Matteo, il giovane stalliere, unico amico, fedelissimo, quasi inseparabile. Sarebbe tornato a trovarla?
“Non vi abbandonerò, contessina, ovunque andiate!”.
L’handicap di Costanza è una vergogna insuperabile in quella società chiusa, che cerca di nascondere problemi e difetti escludendoli dalla cornice pubblica, nascondendoli alla vista di tutti. La disabilità è una macchia impura. La rigida madre badessa dell’Istituto cerca di respingere la ragazzina, perché teme che possa “guastare” nel percorso di recupero le altre ospiti (a suo parere già rovinate per conto loro da tare sociali, non fisiche). Tuttavia, la religiosa non ha il potere di opporsi alle richieste del conte.
Costanza si trova presto a dover fare da sola, fragile ma grande eroina di un m“ondo più piccolo di lei”, per parafrasare Fogazzaro, ma ancora più antico e tanto più gretto.
Con l’aiuto di suor Angelica, scopre di avere un dono che le permetterebbe di elevarsi, di camminare sicura, nonostante la gamba malferma, facendo affidamento sulla sua voce, sulle sue doti canore.
Questo libro nasce di certo come una storia di emarginazione, sapranno essere pagine di riscatto?
Anime sperse
Amazon.it: 17,57 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Anime sperse
Lascia il tuo commento