Appunti di trincea. Diario di guerra di Giuseppe Di Bisceglie
- Autore: Mariateresa Quercia
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2020
Le poesie e le note diaristiche redatte al fronte da un soldato italiano cobelligerante con gli Angloamericani alla fine del 1943, nell’offensiva alleata verso il Lazio e Roma. La testimonianza diretta di una fase della seconda guerra mondiale, sempre complessa in tutte le situazioni. Anche una prova di caloroso, sincero, tenerissimo affetto familiare, che ha portato dopo quasi ottant’anni la nipote Mariateresa Quercia a raccogliere in un volumetto il manoscritto del nonno, commentando versi e testi con disegni a colori tenui. Appunti di trincea. Diario di guerra di Giuseppe Di Bisceglie è stato pubblicato nel 2020 dall’Associazione culturale Tempra edizioni di Ariano Irpino, Avellino.
Natale di guerra, “nelle case crepita una fiamma”, sulla terra invernale imbiancata delle Mainarde crepitano le armi. Sono versi sentiti e autentici, per quanto non sublimi come quelli di Ungaretti, altro fante un quarto di secolo prima. Li ha redatti uno studente caporal maggiore pugliese del 51° Bersaglieri, protagonista nel dicembre 1943 della battaglia di Montelungo, che ha fatto arretrare i Tedeschi verso Cassino e riscattato l’onore delle truppe italiane, avvilite dalla confusione sanguinosa seguita all’armistizio dell’8 settembre.
Cerchiamo di conoscere meglio gli artefici di questo piccolo libro, cinquanta pagine, ma non per questo poco importante. Giuseppe lo vediamo ritratto in una fotografia, tra le altre immagini a commento della trascrizione del diario. È un gran bel ragazzo, posa fiero della sua giovinezza, del cappello nero piumato e della giberna a bandoliera che lo distingue dai coscritti ordinari in grigioverde di allora. Nato a Corato alla fine del 1921, ha svolto la professione di avvocato - è morto prematuramente in un incidente stradale nel 1965 - dopo aver preso parte, suo malgrado, da universitario di leva, alle vicende del secondo conflitto mondiale, che impegnarono reparti italiani nel nord della Campania, affianco a reggimenti dell’esercito americano, contro le truppe tedesche che ostacolavano l’avanzata degli Alleati verso Roma.
Prima di venire trascritto con pazienza dal prof. Pasquale Tandoi e riconsegnato ai familiari e discendenti, il diario di nonno Giuseppe era un taccuino ingiallito e in parte lacerato, scritto con una calligrafia indecifrabile e custodito in un cassetto della nonna, insieme ad alcune foto. Prima la figlia Mariella, poi la nipote Mariateresa, hanno avuto sempre rispetto del documento che le avvicinava al padre e nonno tanto caro. Entrambe si sono impegnate a fare quanto necessario - particolarmente la più giovane - per assicurare che quelle poesie e quel diario venissero pubblicati, come documento delle emozioni intime descritte, condivise da tanti soldati, a prescindere dalle circostanze del rispettivo impegno.
Tempra Edizioni, fedele all’assunto di Emily Dickinson “Per viaggiare lontano, non c’è miglior nave di un libro”, ne ha fatto un volume consentendo a tutti di condividere idealmente i pensieri e le paure di un ragazzo, che erano le angosce e i desideri espressi da tanti in tante lingue diverse.
È il caso di precisare il contesto storico. Dopo l’armistizio di Cassibile dell’8 settembre 1943, il Regno d’Italia cessò le ostilità contro gli angloamericani e si propose come cobelligerante per affrontare gli ex alleati tedeschi. Un reparto italiano, riorganizzato a San Pietro Vernotico nel Brindisino, venne inviato sull’Appenino campano per concorrere allo sfondamento delle linee germaniche. Era il I Raggruppamento Motorizzato, costituito con soldati di tutte le specialità, vestito con uniformi raccogliticce, equipaggiato alla leggera (mortai 35 e mitragliatrici Breda 37), montato sui pochi camion disponibili e non ancora supportato materialmente dagli Alleati.
Obiettivo: la cima di Montelungo, che dominava la consolare Casilina, nella catena delle Mainarde e nel comune di Mignano, in provincia di Caserta. L’8 dicembre 1943, il 67º Reggimento fanteria Legnano, il 51º Battaglione bersaglieri allievi ufficiali di complemento, l’11º Reggimento artiglieria, il 5º Battaglione controcarro, attaccarono coperti inizialmente dalla nebbia. Ma il tiro falciante anche laterale delle mitragliatrici tedesche, per la foschia diradata dal vento e il mancato fiancheggiamento di unità statunitensi, costrinsero i nostri a ripiegare. Il 16 dicembre fanti e bersaglieri italiani ripartirono alla conquista del monte, coperti dal 142º Reggimento USA e cacciarono i germanici da quelle posizioni.
I generali alleati ebbero la dimostrazione che gli Italiani si battevano con coraggio, affrontavano perdite e sacrifici per riconquistare l’onore militare tradito dal re Savoia e dal Comando Supremo.
Mariateresa Quercia è nata nel 1990 a Trani e vive a Corato, in provincia di Bari. Laureata e specializzata in arti visive nell’Accademia di Belle Arti, si occupa di illustrazione e impaginazione editoriale. Ha dedicato quest’opera ai ragazzi di Montelungo, che hanno rinunciato ai loro affetti, sogni e giovinezza per costruire “un pezzetto di storia”. E ringrazia il nonno, per aver lasciato inconsapevolmente tracce di sé, pur lontane e sbiadite, che hanno permesso di conoscerlo. Scriveva:
“Compagno risposa in pace. La morte ha spezzato la tua giovinezza. Ora tutto, anche il cannone tace e l’anima tua ha trovato la bellezza.”
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