Aspettando Monsieur Bellivier di Britta Röstlund

“Aspetta Monsieur Bellivier?” A questa domanda Helena Folasadu, giornalista freelance seduta in un caffè parigino invece di rispondere “no” all’avventore che le rivolge la strana domanda risponde di “sì”. Eppure lei non conosce nessun Monsieur Bellivier. E da lì a poco, è intrappolata in un lavoro misterioso che la obbliga a stare seduta in un ufficio vuoto davanti a un computer a interpretare email contenenti combinazioni casuali di lettere e numeri in cambio di una grossa somma.
Nel frattempo, in un altro quartiere della città, Mancebo, tunisino immigrato che gestisce un negozio di alimentari sulla strada verso il Sacro Cuore, viene avvicinato da una donna, l’enigmatica signora Cat, che lo convince a spiare suo marito, in cambio di un compenso.

L’avvincente romanzo di Britta Röstlund dal titolo Aspettando Monsieur Bellivier si muove avanti e indietro tra la storia di Helena e quella di Mancebo, finché le due storie non si sovrappongono inevitabilmente alla fine. Il loro coinvolgimento negli affari privati e clandestini di altri ha l’effetto di focalizzare l’attenzione sulle loro preoccupazioni quotidiane.
La narrativa volutamente paranoica della Röstlund ci ricorda continuamente che la storia è ambientata in una Parigi dopo l’11 settembre.

In “Aspetta Monsieur Bellivier” (Marsilio, 2018) il sospetto è l’ordine naturale delle cose e la paura è una costante della quotidianità. Britta Röstlund, giornalista svedese, scrittrice parigina, ha un modo interessante di commentare i cambiamenti nella nostra coscienza collettiva degli ultimi anni, quando la paura di attentati terroristici sono all’ordine del giorno.
Un romanzo affascinante e brillante alquanto fantasioso ma con dei personaggi ritratti in maniera vivida, reale, forza trainante per la storia. Helena e Mancebo nella loro nuova veste di spie, detective, guarderanno gli altri con occhi diversi, interrogandosi su se stessi. Quando le due missioni si incroceranno, una volta risolto il mistero e dispersa la nebbia di menzogne, i due capiranno che, per fare tesoro delle proprie esperienze, non è necessario vivere qualcosa di travolgente.

Nell’affermazione di questa visione della vita Britta Röstlund aggiunge alla sua narrazione una certa leggera ironia che ci aiuta a leggere il romanzo da un’altra prospettiva: le vite di Helena e Mancebo sono completamente cambiate semplicemente dicendo "sì", un “sì” che forse noi non avremmo avuto il coraggio di dire.
La Röstlund ha riportato in queste pagine la Parigi di tutti i giorni, la Parigi che non vediamo e conosciamo, la Parigi dal fascino unico e adorabile.