Se, come sostiene il filosofo Umberto Galimberti, gli antichi greci sono stati “il popolo più intelligente della terra”, lo si deve anche alla loro capacità di distinguere fra elementi apparentemente simili. In un mio precedente articolo, ho affermato come questa capacità faccia parte dell’intelligenza logica. Del resto, nel campo dell’intelligenza è sempre greca la distinzione fra Logos e Metis.
Logos fa riferimento a un tipo di intelletto astratto e filosofico, mentre Metis allude a una capacità più pratica, in grado di risolvere i problemi concreti.
Tuttavia, non è di intelligenza che voglio parlare in questo articolo, ma di guerra. Premesso che sarebbe meglio non ci fossero (è scontato dirlo, ma è prudente specificarlo), come ci si deve comportare durante le guerre? Quali sono le regole cui attenersi? Ora ci sono i trattati internazionali, nell’antica Grecia c’era la mitologia che offriva qualche spunto in proposito.
Le divinità della guerra erano due. La prima era Atena, che era anche la dea della sapienza, poi c’era Ares, una divinità maschile.
Ma qual era la differenza fra queste due figure e perché è importante conoscerla?
Atena e Ares: due modi opposti di intendere il conflitto
Prima di ogni cosa, analizziamo la nascita di Atena. La dea ha infatti una strana origine. La madre era Metis, l’intelligenza, colei che sapeva ogni cosa. Si dice che fosse la prima moglie di Zeus. In ogni caso, le sua fine non fu molto bella; infatti, qualcuno aveva predetto a Zeus che i figli avuti da Metis lo avrebbero spodestato. Zeus, per evitare tutto questo, decise di eliminare la moglie, e lo fece inghiottendola. Infatti, Metis, che aveva il dono della metamorfosi, si era rimpicciolita proprio su suggerimento malevolo di Zeus. Metis però era incinta, e il neonato crebbe lo stesso dentro Zeus, che alla fine lo fece uscire dalla sua testa. Quel neonato era proprio Atena. Nata già adulta, uscì dalla testa di Zeus già armata come un soldato.
La nascita di Atena dice molto del suo carattere. La dea, infatti, era una divinità guerriera, ma non perdeva mai il senso del limite, la rettitudine, il discernimento. Per Atena anche le guerre esigevano delle regole.
Veniamo adesso ad Ares, il dio della guerra, tanto diverso da Atena. Al contrario della dea, Ares concepiva la guerra come violenza, come eccesso senza limite e totale distruzione. Era un dio stragista, inviso agli altri dei, persino al padre Zeus. Facciamoci guidare, in questa distinzione fra le due divinità, dal grecista Giorgio Ieranò, che nel suo saggio intitolato Olympos scrive:
Atena è diversa da Ares. Ares è il dio della strage e del sangue. E’ la guerra come violenza e come brutalità. Atena invece esalta e protegge le qualità umane del guerriero. Infonde il coraggio e la pazienza nel cuore del soldato. Lo aiuta anche, con la sua metis, ad uscire dalle situazioni difficili...
E ancora:
Atena non tollerava che, in battaglia, ci si abbondonasse senza motivo alla crudeltà, Atena esigeva autocontrollo.
Per chiarire il carattere di Atena, Ieranò fa l’esempio di Tideo:
Sette eroi guidarono una terribile armata contro Tebe. Tideo era il capo supremo: durante la battaglia davanti alle mura di Tebe fu colpito mortalmente da un nemico. In un empito di furore, benché morente, riuscì ad avventarsi contro il suo nemico e ad ucciderlo. Avrebbe dovuto fermarsi lì. Ma non seppe controllarsi. Tagliò la testa al nemico, gli scoperchiò il cranio, e si mise a mangiarne il cervello.
Atena era pronta a soccorrerlo, ma:
Quando vide quella scena orrenda, voltò le spalle all’eroe cannibale, che pure era il padre del suo amato Diomede.
Atena esige quindi la giusta reazione, la proporzione nella risposta e la ponderazione nelle azioni.
Atena e Ares: le differenze tra gli Dei della guerra
In Ares, invece, non c’è nulla di tutto questo. C’è solo violenza, infamia, orrore senza limiti, senza contenimento, senza ragione. I due fratelli quindi non si assomigliavano. Anche Ares era figlio di Zeus, ma aveva per madre sua moglie Era.
C’è un altro autore che segnala la differenza fra le due divinità.
Giulio Giudorizzi nel suo saggio Il racconto degli dei afferma:
Il coraggio di Ares è diverso da quello di Atena, dea anch’essa guerriera, ma animata da un coraggio più consapevole e vigile; la loro ostilità, in Omero, è infatti continua e sorda, e sotto Troia i due fratelli divini si affrontano, armi in pugno, in una sfida in cui Ares è abbattuto da Atena attraverso la lancia di Diomede.
Ho voluto inserire questa frase perché mi sembra significativa. I greci capirono che la violenza brutale non vince contro l’intelletto. Capirono che, anche per vincere una guerra, non basta la forza fisica o delle armi, ci vuole anche acume. Ci vuole la capacità diplomatica e strategica.
Ritorniamo, quindi, al saggio di Ieranò:
Per questo Atena trionfa sempre su Ares: la forza bruta non può prevalere davanti alla quieta saldezza di un braccio guidato dal coraggio e dall’astuzia.
Il mondo di oggi, purtroppo, è ancora teatro di guerre. Speriamo che tutti i conflitti cessino subito. Tuttavia, se ciò non avviene, che almeno prevalga Atena su Ares.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Atena e Ares: due modi diversi di intendere la guerra nella mitologia greca
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