Aveva ragione Popper, tutta la vita è risolvere problemi di Sebastiano Zanolli

“Houston, abbiamo un problema”. Le parole che hanno tenuto sospeso il fiato del mondo nel 1973, trasmigrate nel linguaggio comune, sono a volte ironicamente utilizzate per riportare una criticità. Tutti abbiamo almeno un problema. Sebastiano Zanolli, con il suo stile pulito e l’eloquio schietto, ci conduce oltre, ispirandoci ad assumere una nuova consapevolezza, che è condensata nel titolo del suo sesto bestseller “Aveva ragione Popper, tutta la vita è risolvere problemi” (Franco Angeli, 2014).

I problemi sono connaturati all’esistenza umana: è grazie alle avversità o - per essere più neutri - è merito dei cambiamenti di ciò che è “altro da noi” se il genere vivente ha determinato l’evoluzione, che di fatto si traduce in un progressivo adattamento alle mutate condizioni tramite l’individuazione di adeguate misure (soluzioni).
Cambiare tuttavia richiede sforzo, tempo e sacrificio: per questo a volte si attivano meccanismi mentali che intrappolano l’uomo in situazioni scomode, dalle quali si cerca di uscire con esorcismi tipo “se solo si potesse ricominciare” o dispensando consigli volti a risolvere i problemi altrui.
Con misura, lucidità e precisione, Sebastiano Zanolli offre un interessante spunto per spostare la propria personalissima prospettiva di analisi: si parte innanzitutto dal capire che cos’è un problema e come si forma. La comprensione è infatti il primo passo per giungere alla scomposizione della criticità in parti più piccole. Così il feroce leone si trasforma in un vivace gattino (sempre di felini comunque si tratta). A quel punto però diventa più facile mettere a punto una strategia e un piano di azione per risolvere la criticità.
Il problem solving, che passa attraverso questa semplificazione, ingenera forza, fiducia e ottimismo nelle proprie capacità, sia che il catalizzatore sia la fede, definita “problem-solver” per eccellenza, sia che si tratti della propria resilienza, vale a dire della costanza di resistere di fronte alle avversità e di uscire dalla propria comfort-zone.
Nell’area di comfort infatti, ognuno di noi è al sicuro dalle tempeste della vita. Ma questo perimetro protetto – senza sfide e senza stimoli – rischia di trasformarsi in un loculo prima del tempo. Per vivere appieno, secondo Zanolli, bisogna accettare un equilibrio dinamico, che implica sciogliere nodi e risolvere di continuo problemi. E’ grazie a questo atteggiamento che si gusta

“il sapore di essere forti e liberi, liberi anche di sbagliare, e padroni del proprio destino”.