Azovstal. Le fotografie di Dmytro «Orest» Kozatsky e la battaglia di Mariupol
- Autore: Andrea Lombardi
- Genere: Storie vere
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2022
Un libro tutto nero, una pagina buia tra le più dolorose della storia europea recente, uno dei momenti più cruenti e crudeli della sciagurata aggressione russa alla sovranità della Repubblica ucraina.
Andrea Lombardi, ricercatore, studioso del ’900, presidente dell’Associazione culturale genovese Italia Storica ed editore del marchio storico-militare omonimo, ha curato redazione, allestimento e stampa di un eccezionale album fotografico sull’assedio dell’acciaieria nel capoluogo del Donetsk, Azovstal. Le fotografie di Dmytro ’Orest’ Kozatsy e la battaglia di Mariupol, formato 16x25 cm, completamente illustrato a colori (Genova, ottobre 2022, 150 pagine).
Una pubblicazione in cui domina il nero, come il lutto fatto calare sull’Europa dell’invasione scatenata da Putin, che ha riportato la guerra convenzionale tra gli Stati dopo ottant’anni di pace nel continente. Nero come il fondo ideale dell’emblema dell’Operazione Speciale per piegare i fascisti ucraini, una “Z” tutta spigoli che ricorda le rune delle SS o le croci uncinate del nazismo, simboli di morte per eccellenza. Nero come l’oscurità delle viscere del grande siderurgico di Mariupol, in cui per quasi tre mesi sono rimasti assediati tremila irriducibili difensori ucraini (soprattutto il Reggimento Azov, unità speciale della Guardia Nazionale e la 36a Brigata di fanteria di Marina), con un migliaio di civili, donne, anziani, anche bambini.
Con una presentazione impeccabile della battaglia nella città portuale e dell’assedio dell’enorme stabilimento da parte delle truppe russe e dei separatisti del Donetsk, Andrea Lombardi ha curato la raccolta dei 22 scatti migliori, in parte inediti, dell’addetto stampa e fotografo dell’Azov. A seguire, propone numerose altre immagini, una cronologia dei combattimenti a cura di Monica Mainardi e i comunicati del Comando dei difensori ucraini di Azovstal.
Osservando le immagini - poche di combattimento, tante di attesa dei militari ucraini e di precaria quotidianità dei civili di ogni età intrappolati – si coglie fermezza, consapevolezza, spesso una serenità sorprendente.
Le istantanee fanno chiarezza “necessaria”, insiste Lombardi, sulle fake news costruite dalla propaganda russa e rilanciate dai filoputiniani occidentali. Anche la fazione atlantista ha dato credito a disinformazione ed esagerazioni. Sotto Azovstal non si sperimentavano armi proibite e batteriologiche per conto della Nato. Il “Battaglione” Azov non è una riedizione delle Einsatzgruppen, le squadre della morte naziste. Gli assediati non si sono mai arresi: si sono consegnati ai russi soltanto dopo l’ordine ufficiale di Kiev, che con la resa voleva scongiurare sacrifici ormai inutili, dopo una resistenza coraggiosa.
Fin dall’avvio dell’invasione, il 24 febbraio 2022, le forze della Federazione Russa e dell’autoproclamata Repubblica popolare separatista di Donetsk hanno puntato verso Mariupol, penetrando dal 2 marzo in tutta la città e acquisendone gradualmente il controllo, al costo di gravi perdite.
Dopo diverse settimane di combattimenti strada per strada, l’abitato era quasi totalmente distrutto, tanti i caduti, soprattutto civili (manca tuttora una stima attendibile). I difensori si sono concentrati nell’area industriale Azovstal, un’acciaieria, ultima sacca della resistenza, che copre quasi 12 chilometri quadrati di terreno rialzato, circondato su tre lati dal mare e dal fiume Kalmius. È stata descritta come un enorme complesso che rendeva difficile localizzare le forze ucraine, con vaste officine difficili da distruggere dall’aria e un esteso sistema di tunnel sotterranei, che avrebbe reso agli attaccanti estremamente dispendioso conquistare una vera fortezza nella città.
È nato così un autentico assedio medievale: gli assalitori hanno rinunciato a stanare gli assaliti, per evitare le enormi perdite stimate. Circondato l’enorme impianto, hanno atteso di prenderli e per fame. Tutto si è protratto per 82 giorni, fino al 20 maggio. I civili sono stati fatti evacuare qualche giorno prima, sulla base di negoziati.
Dall’acciaieria sono usciti 2.439 militari, “più i morti”. Lo stato di denutrizione di alcuni prigionieri ucraini lascia senza parole, nelle immagini.
Lombardi osserva che analisti occidentali l’hanno definita una vittoria di Pirro per la Russia, al più simbolica e comunque controproducente per la reputazione. Una sconfitta tattica ma vittoria strategica per le forze ucraine, che hanno impegnato per mesi almeno 12 battaglioni avversari. Altri commentatori la considerano invece una sconfitta significativa per l’Ucraina.
Il 22 settembre scorso, l’Agenzia Ansa ha dato notizia di uno “Scambio di prigionieri tra Mosca e Kiev, ci sono gli eroi di Azovstal” (è il titolo del take), rilasciando 215 difensori dell’acciaieria, ufficiali, comandanti, combattenti e “militari in stato di gravidanza”.
Tra loro, anche il fotografo in uniforme Kozatsky.
Poco prima di consegnarsi ai russi, come ordinato dal Governo ucraino agli assediati, era riuscito a caricare su Twitter i suoi scatti nello stabilimento, con un ultimo messaggio:
Questo è tutto. Grazie per il rifugio, Azovstal è stato il luogo della mia morte e della mia vita. Mentre sono prigioniero vi lascio le mie foto in alta qualità, mandatele a tutti i premi giornalistici e concorsi fotografici. Sarà molto bello se vinco qualcosa, dopo essere uscito. Grazie a tutti per il vostro sostegno, ci vediamo.
Azovstal. Le fotografie di Dmytro «Orest» Kozatsky e la battaglia di Mariupol. Ediz. illustrata
Amazon.it: 30,40 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Azovstal. Le fotografie di Dmytro «Orest» Kozatsky e la battaglia di Mariupol
Lascia il tuo commento