Bagnanti
- Autore: Renata Morresi
- Categoria: Poesia
- Anno di pubblicazione: 2013
“Niente di finito - siamo nell’indefinito”, chiosa Adelelmo Ruggieri, commentando nella sua postfazione il titolo della raccolta poetica di Renata Morresi (Recanati, 1972), probabilmente volendo indicare però il carattere dominante del libro nella sua interezza. “Bagnanti” è insieme participio presente, sostantivo e aggettivo, ma nella prima sezione omonima identifica soggetti particolari, che popolano un’isola particolare: non più meta estiva di turismi selezionati o di massa, ma ormai soprattutto approdo di disperati.
“scendono caldi sulla sabbia / i corpi lenti molli / dischiusi tutti storti e / terra, /rinati tutti a caso / uomo, donna - // scendono gli uccelli”;
“dalle rocce dai picchi sulle acque gli iddii / vedrebbero popoli morbidi lentissimi / fondersi agli anemoni polipi i tanti / piedi avvinghiati agli scogli / staccarsi”.
Il linguaggio smozzicato, frantumato, privo di nessi connettivi, accosta immagini naturali luminose (“acqua oro-azzurra / in piena luce”) alle tracce drammatiche dei corpi annegati e resi deformi dalle onde sulla battigia, insieme a documenti inutilizzabili, a ossa spolpate, falangi, denti, che non sono solo quelli dei migranti africani dell’oggi, ma anche residui di antichi naufragi, di invasioni piratesche, di assalti alleati: catalogati da un implacabile “ufficio degli scomparsi / ampio mar mediterraneo”.
A questa desolante spiaggia isolana, assediata dalla calura e dal disfacimento dei corpi, si contrappone nella seconda sezione del volume l’ambiente borghese ma ugualmente disumano di un aeroporto invaso da vacanzieri intruppati in fila con le loro valigie, accaldati nei bar, stizziti dalle attese davanti alla toilette, persi tra i saluti ai parenti, dialetti e lingue straniere, controllo passaporti e assalti pubblicitari.
Altrettanto alienanti sono gli scenari in cui Renata Morresi ambienta i due ultimi capitoli della sua raccolta: il primo (Vendesi), narrante l’odissea di chi si affida a un’agenzia immobiliare per la ricerca di un appartamento, ed è costretto a una deambulazione frastornata tra quartieri, ambienti, condomini, stanze diverse
“rifinito con cura / funzionale servitissimo adiacente / su due livelli su tre livelli su / struttura ristrutturata di recente”.
Infine, Trenitalia è un malinconico omaggio al mondo composito dei passeggeri che anima le varie frecce bianche e rosse circolanti sui binari della nostra penisola
“«acqua, aranciata, caffè» // ognuno ti tocca del tutto / d’una piena mancanza / ognuno da un’unica polla / di aria ti invita / nella sua stella nana”.
Tutti soli, tutti insieme - migranti, turisti, inquilini, pendolari: l’affollata solitudine in cui siamo immersi.
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