Battiato l’alieno
- Autore: Alessio Cantarella, Maurizio Di Bona
- Genere: Musica
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Mimesis
- Anno di pubblicazione: 2023
Va bene che la musica contemporanea lo buttava giù, ma di contemporanei che hanno cantato-suonato-scritto-recitato-cooperato con lui è piena la storia (dell’arte) dell’ultimo mezzo secolo abbondante. Quando Franco Battiato pubblica L’era del cinghiale bianco (1979) e Patriots (1980), gli stroboscopici anni Ottanta sono immanenti e con essi, per il Nostro, il consenso nazionale e il milione di copie venduto dal successivo La voce del padrone (1981). Da lì in avanti le tastiere mobili del neo-Mida del pop, unitamente ai fraseggi classici, ai riff elettronici, agli esotismi, agli esoterismi, ai citazionismi dei suoi testi, diventano fra le impronte più felici del decennio che fugge. In altre parole: il Battiato-touch contaminerà di sé modi di dire e dischi a seguire, a partire da quelli dei suoi adepti, protagonisti e comprimari della sua factory: dal sodale Giusto Pio al gineceo stellare dato da Alice, Milva e Giuni Russo.
È tutt’altro che una storia inedita: a dirla tutta, quella di Franco Battiato e le sue collaborazioni musicali è una storia nella storia, una storia che comincia dall’inizio e prosegue ben oltre gli anni in oggetto. Una storia densa di rivoli, ritorni, mise en abyme, produzioni, interscambi. Si potrebbe cominciarla con Donatella Moretti, per cui il guru firma La filovia (1972); attraversarla en passant per le band Battiato Pollution, Osage Tribe, Telaio magnetico, persino per i Polli di allevamento gaberiani; e spingersi fino al terzo millennio delle epifanie battiatesche nei dischi italiani e internazionali. La così detta Battiato-factory, che trova il suo milieu negli anni Ottanta, si meriterà sul campo una menzione a parte: diventerà fenomenologia, fucina di stile e talenti, autorizzando a parlare di evento, di tratto distintivo, di topos artistico riconoscibile e duraturo nel tempo.
Negli anni spumeggianti a vuoto di vuote amenità, l’officina artistica di Franco Battiato spumeggia sui generis, per interposte interpreti; spumeggia di ardimento e genialità, utilizzando il pop d’autore come cavallo di Troia, astuto grimaldello per scardinare musiche e pensieri già votati all’inconsistenza. Questo per fare filologia spicciola sulle collaborazioni artistiche battiatesche. Limitate peraltro all’esclusivo ambito musicale, les liacons artistiche di Battiato vanno oltre e spaziano ad ampio raggio, rintracciando sodali anche nel cinema, nella televisione, nelle espressioni creative più svariate.
La lunga introduzione non è fine a se stessa, in quanto giustifica una parte consistente del contenuto di Battiato. L’alieno (Mimesis, 2023), compendio di tavole ad arguto tema battiatesco (sono tavole satireggianti, divaganti intorno alla biografia e alla discografia del cantautore) e testimonianze di artisti che a diverso titolo ne hanno intersecato il transito terrestre, restandone segnati. Le affettuose rimembranze sono estrapolate dal documentario (disponibile gratis su Youtube) Tra cento miliardi di ricordi. Un omaggio a Franco Battiato, diretto dal catanese Alessio Cantarella che insieme al cartoonist napoletano Maurizio Di Bona firma questo docu-saggio “diagonale” sull’opera e la vita di Franco Battiato.
Un lavoro dagli esiti più che apprezzabili, soprattutto per via del taglio originale con cui è stato scritto e concepito, con affetto ma senza insistite litanie agiografiche. In una vignetta di inizio volume, per esempio, è disegnata una sciarpa con sotto la seguente dicitura:
“La sciarpa di seta purissima e verosimilmente benedetta con la quale la mamma legava a Battiato (nato mancino) la mano sinistra ritenuta dal volgo Arto del diavolo”.
E in un’altra, di pagina 37, si vede il cantautore in erba, ancora capelluto intento a giocare a “Space Invaders”, con sopra scritta la didascalia:
“Se penso a come ho speso male il mio tempo che non tornerà, non ritornerà più”.
Meno ironiche ma altrettanto affettuose le dichiarazioni del nutrito novero di “testimoni” chiamati a esprimersi su aneddoti e ricordi riferiti al musicista-cantautore. Valga per tutte lo stralcio lapidario di Alessio Cantarella di inizio libro:
“A proposito di Pasolini, Moravia disse: ‘per avere un poeta come lui, dovremo aspettare altri trecento anni’. Io, invece, credo che un artista – musicista, cantautore, regista, pittore, poeta – come Battiato sia irripetibile nella storia dell’umanità”.
Due note telegrafiche come guida sommaria alla lettura:
- 1) la corposa declinazione di informazioni sul Nostro curata da Cantarella consente di inquadrarlo da focus e dimensioni sondabili e insondabili;
- 2) la sapidità sottesa alle tavole disegnate da Di Bona si coglie appieno, previo ripasso dei mondi e dei testi lontanissimi di Franco Battiato.
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