Bestie
- Autore: Sofia Pirandello
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2023
Sulla pelle viva. Questo basta a descrivere il romanzo di Sofia Pirandello, Bestie, edito da Round Robin Editrice che a sorpresa (ma nemmeno poi tanto) si colloca tra gli outsider favoriti del Premio Strega 2023.
Pronipote di un gigante della letteratura italiana del Novecento, Luigi (Pirandello), Sofia Pirandello è alla sua seconda fatica letteraria. La precedente, Candido suicida, la trovate sempre edita da Round Robin Editrice.
Bestie è un viaggio narrativo in cui si rimane impigliati in ingranaggi narrativi fatti di parole leggere e forti al contempo capaci di narrare un viaggio di ricerca di una donna, che è prima di tutto e soprattutto una persona.
La storia è una di quelle apparentemente semplici: una bambina con una madre che la relega e si relega al semplice ruolo di “fimmina”.
Da ragazza risale l’Italia per raggiungere il Nord ricco per lavorare. Ed infine da donna ricerca quel suo essere madre (negato) e donna (amata) fallito.
Fino a un imprevedibile finale: risorgere.
Lucia, la protagonista, si domanda se sia davvero “malvagia” (parola che nella declinazione sicula del termine di identifica con “Bestia”, appunto) oppure solo sciocca e impaurita da una vita senza amore, affetto e identità.
La madre Anna la schernisce per il suo essere “fimmina”: la più grande sciagura possibile. Del padre fantasma quasi non percepisce l’esistenza, la sua figura tende quasi a scomparire.
Il fratello Pino, lontano e vicino, sarà l’unico vero legame di affetto.
Il marito, macellaio incontrato nel Nord, invece, iniziale speranza di libertà e amore, poi sconfitta e rivalsa. Protagonista di un vero colpo di scena, da teatro greco. Vittoria del suo essersi creduta sciocca.
Le vicende di Lucia decisamente centrali si rivelano anche speculari a quelle degli altri personaggi, anch’essi “Bestie” alla ricerca di redenzione, che quella redenzione l’hanno abbandonata per pazzia (come accadrà ad Anna, la madre). Oppure l’hanno relegata in un sogno magico (come la zia) o ovattata in un vero presunto e immaginato (come Catena, amica confidente e sicula di Lucia nel Nord Italia).
Il libro di Sofia Pirandello è diviso in tre sessioni che vanno dall’estate all’autunno per finire nell’inverno. Puntelli temporali di passaggi di vita in cui si dipana il racconto, sono veri e propri passaggi di maturazione.
Ci sono dei simboli, come la bicicletta rossa (vinta alla sagra di paese da Lucia e il fratello Gino) il mare (salvifico rifugio che ascolta senza giudicare), le parole appuntate nel diario di Lucia (chiave di rivalsa e di libertà) fino ad arrivare alle tecniche di macelleria (che diverranno parte integrante dell’identità della protagonista) che costellano susseguendosi la linea dei fatti e delle azioni.
Racconto prettamente al femminile, quello della Pirandello (Lucia, Anna e non solo). Atti e situazioni dei protagonisti come dei comprimari, vengono descritte con metafore, immagini e parallelismi che sanno di “trinacria”. Dei suoi colori del suo essere.
Veri sentire fatti di sapori, odori e atmosfere che racchiudono una storia dal risvolto e dal finale che non ti aspetti, che solo dall’ultima parola scritta (e letta) palesa per davvero il titolo Bestie. Poiché solo alla fine di ogni cosa l’essere umano (uomo o femminina che sia) scopre se è o meno “Bestia”.
Lucia “dall’essere Bestia” è imprigionata, come dall’“essere fimmina”.
Imbrigliata nella dannazione di un modello preconcetto che come ragnatela imprigiona soffocando.
Ma dall’essere vittima debole, Lucia, lentamente, si scuote liberandosi, diventando padrona di sé stessa, scoprendo la sua identità che è fatta di una materia indefinibile:
Materia densa capricciosa vitale, che non ha bisogno di definizione.
E si ritrova netta, chiara, in qualche modo vittoriosa di quella rivalsa intima che sola riesce ad essere protagonista e padrona.
Attraverso quel libero arbitrio che rende liberi. Che rende persone. Che rende individui. Purificati e purificandi in quel mare azzurro che solo rappresenta con il suo colore le sue risacche il suo lento o focoso gonfiarsi il reale bordo di vita. Che lentamente tocca il corpo.
... a poco a poco, incontro dopo incontro, il collo del piede, le caviglie, i polpacci freschi e le cosce tese, il bacino stretto...
Fino ad ingoiarci nel suo abbraccio che asciuga l’animo dalle lacrime asciutte di una vita di imbrogli a favore di un vivere vero: è l’identità di essere sé stessi.
Bestie
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