Blu come la notte
- Autore: Simone van der Vlugt
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Ponte alle Grazie
- Anno di pubblicazione: 2016
“Blu come la notte” (Ponte alle Grazie 2016, titolo originale Nachblauw, traduzione di Laura Pignatti) è un romanzo storico di Simone van der Vlugt una delle più prolifiche e acclamate autrici olandesi, che ha pubblicato libri per ragazzi e thriller. Nata nel 1966, vive ad Alkmaar con il marito e due figli.
Nel 1654, la bionda e attraente venticinquenne Catrijn Barentsdochter, rimasta da poco vedova di Govert, marito violento e spesso ubriaco, era da poco giunta a Delft, cittadina situata nella provincia dell’Olanda Meridionale. La giovane donna proveniva da un piccolo villaggio e la sua intenzione era “rifarmi una vita in città” mentre il suo sogno consisteva nel dipingere vasellame per mettere in piedi un’attività tutta sua. La piccola Catrijn decorava i mobili con il succo di rape rosse e prima di sposarsi, adornava, dipingendoli, mobili e piatti. Ad Amsterdam, dove la ragazza aveva lavorato come governante, aveva avuto il privilegio di incontrare Rembrandt, il massimo pittore del momento, e di ammirare i suoi quadri,
“il modo in cui riproduce la luce nei quadri è geniale”.
La città che la accoglieva “con i canali e le case dai timpani a gradoni”, stava per vivere un periodo di grande splendore artistico e commerciale, il Secolo d’oro, che avrebbe compreso i Paesi Bassi. Infatti la risoluta e abile Catrijn aveva trovato lavoro presso Evan van Nulandt, il quale possedeva un negozio e un laboratorio di ceramiche. Il suo compito consisteva nel dipingere le maioliche. Il grande talento e l’occhio da pittrice della ragazza erano destinati a intrecciarsi con la nascente ceramica bianca e blu. Anche l’amore aspettava Catrijn apparso nelle sembianze dell’affascinante Mattias
“a lungo continuo a sentire il suo odore intorno a me e il calore della sua bocca”.
Una figura di donna moderna e intelligente illumina una narrazione in cui l’arte è protagonista grazie al “vero blu di Delft, tuttora un prodotto prezioso, molto amato all’estero”, colore intenso e bello, creato da maestri artigiani.
Nella postfazione Simone van der Vlugt ricorda che
“le ceramiche blu di Delft entrarono in produzione pressoché all’improvviso attorno alla metà del Secolo d’oro e nel giro di poco tempo divennero molto popolari. Chiunque voleva ostentare ricchezza e buon gusto se le procurava. L’importazione delle porcellane cinesi originali iniziò tra il 1620 e il 1647, ma fu interrotta dallo scoppio della guerra civile in Cina. Da quel momento in diverse città olandesi, in particolare Delft, Haarlem e Amsterdam, si cominciarono a produrre le ricercate maioliche”.
Per la stesura del volume Simone van der Vlugt ha seguito le lezioni di un pittore di ceramiche “così ora possiedo un pezzo di ceramica blu di Delft dipinto da me” e ha compiuto accurate ricerche per ricreare l’atmosfera di quella fiorente stagione olandese del XII Secolo.
“Come sempre quando dipingo, divento tutt’una con il pennello”.
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