Blue tango
- Autore: Paolo Roversi
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Marsilio
- Anno di pubblicazione: 2018
In sella al suo Giallone, Enrico Radeschi attraversa Milano. Sono lo scooter e il cronista freelance di nera che Paolo Roversi mette in movimento, per lo più su due ruote Piaggio, nei suoi thriller grigio nebbia, targati Marsilio Editore, come “Blue tango” (gennaio 2018, 208 pagine, 12 euro), tornato di recente nelle librerie.
In origine, nel 1974, la Vespa era amaranto, ma è diventata gialla a forza di bombolette di vernice spray. È su quella che sfreccia tra lo smog il nostro hacker, un cervellone dall’aspetto trasandato anzi che no, già protagonista del thriller di Roversi “La confraternita delle ossa” (Marsilio, 2016).
Trentenne, vestito come un Dylan Dog sciatto e poco curato, Enrico gestisce una rivista online, “Milanonera”, che al tempo stesso è il titolo della rubrica settimanale sul “Corriere della Sera”, sempre curata da lui in questi romanzi. Lo deve al fiuto del caporedattore della cronaca di Milano del Corrierone, Beppe Calzolari, che ha intravisto la scorza del grande reporter di nera sotto quella giacca sfatta total black. Abbinata alle Clarks marroni e ai jeans vissuti è la tenuta d’ordinanza di Radeschi, un po’ la sua divisa, con il comfort delle tasche capienti, strapiene di penne, taccuini e dell’immancabile fotocamera digitale, strumento del mestiere che da giornalista d’ingegno porta con sé per ogni occasione.
Anche questa volta gli ha consentito un nuovo colpo. È riuscito a fotografare la professionista dell’amore strangolata da uno sconosciuto nell’appartamento in cui esercitava il mestiere.
Lo scoop è stato favorito dalla Polizia, per stanchezza. Al solito. Gli agenti del vicequestore Loris Sebastiani sanno che quel ragazzo non la smette di tallonarli finchè non gli concedono qualcosa. Sa essere una vera dannazione, non molla l’osso e poi il capo lo vede di buon occhio. Nel corso delle indagini precedenti si è stabilita una certa confidenza tra Radeschi e Sebastiani. C’è un rapporto di reciproco sfruttamento, l’uno si avvantaggia del lavoro dell’altro e viceversa, il freelance di quello del dirigente di Polizia di Stato: bell’uomo brizzolato sulla quarantina, ottimo investigatore, con l’immancabile toscanello spento in bocca.
A completare il quadretto dei soggetti più attivi mancano l’ispettore capo Vincenzo Lonigro, il labrador Buk di Enrico e “Blue tango”, il brano di Paolo Conte ripetuto ossessivamente dallo stereo di Enrico. Lo rende felice.
Dal sopralluogo delle Scientifica emerge un particolare evidente: l’assassino della prostituta non si preoccupa minimamente di seminare tracce organiche. Perché?
Ulteriore giallo: alla fermata Loreto della Metro Rossa, un uomo viene investito dalla vettura di testa. Non è caduto, non si è buttato. L’hanno, spinto, dice una testimone. Le telecamere di sorveglianza confermano. Una mano impietosa tra le scapole, all’improvviso. Fuggono in tre.
Certo che tra il caso della donna strangolata e il finto-suicidio vero-omicidio le cose si mettono bene per un freelance di nera. I giornali si buttano sui due episodi come mosche sulla …
Occhio al trio di Cuzco e alla connection pizza-droga. L’investito nella Loreto era peruviano e l’uomo che successivamente viene trovato cadavere nel Lambro, pestato e gettato in acqua, è certamente uno dei tre sospetti che sono stati visti correre via dalla metropolitana, dopo la spinta al sudamericano.
Non c’è tempo per ragionare nei thriller di Roversi. I poliziotti hanno appena scoperto e avvicinato il protettore della prostituta uccisa, che questi prende in ostaggio gli avventori di un bar e viene ucciso dal vicequestore Sebastiani.
Intanto, si apprende di un’altra puttana occasionale strangolata e delle tracce organiche abbondanti dell’assassino, che i lettori vedono agire e di cui seguono i ragionamenti, freddi e lucidi nonostante l’obiettivo perverso.
Col progredire delle indagini, i colleghi del Distretto di Via Perotti portano a compimento un blitz che sorprende Loris e spiazza Enrico. Questa l’ha bucata clamorosamente, roba che lo manda in bestia.
Una retata alla Pizzeria Caserta. Il proprietario, Bentivoglio, risulta coinvolto in pieno: altro che pizza, il vero affare era la droga. Dodici arresti, undici extracomunitari, per lo più sudamericani. Non ci sono però i due ricercati dagli uomini di Sebastiani, scomparsi nel nulla dopo la morte di Eduardo giù nella Loreto.
Anche Loris mastica amaro. È convinto che gli arrestati siano solo pesci piccoli e che un disoccupato mezzo matto stecchito nel Lambro, un pizzaiolo spacciatore e un extracomunitario irregolare sotto terra interessino poco al questore Lamberti Duca. Quello vuole il nemico delle prostitute, un “serial killer” a Milano fa più notizia - e carriera - di tre balordi.
Ma noi sappiamo che Marchese, il cadavere nel fiume, stava architettando un bel botto, dal cestino all’uscita della fermata e che solo per caso ha visto qualcosa che non doveva vedere. I due di Cuzco lo hanno braccato fino al Lambro, dove non c’erano testimoni.
Chi si mette a fare sul serio, come sempre, è Radeschi. Ha un piano, dei tabulati da spulciare, una persona sospetta. Ma deve hackerare due gestori telefonici. Niente di impossibile, per lui, tutt’altro.
Blue tango. La serie di Radeschi (Vol. 2)
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