Breve guida filosofica al vaffanculo! Swear words e gestacci osceni da Aristofane a Maurizio Cattelan
- Autore: Paolo Pedote
- Genere: Filosofia e Sociologia
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Mimesis
- Anno di pubblicazione: 2023
Non che mandare a fanculo qualcuno sia mai un gesto edificante, però dopo avere letto questa divertente guida lo si potrà fare con maggiore cognizione di causa.
Il cosiddetto “fuck” è un modo di dire scurrile, che fa tendenza.
Nonostante fosse noto ai tempi di Socrate, nessuno si era soffermato ad analizzare la sua genealogia, dato che anche i gesti più semplici nascondono una simbologia consolidata nel corso dei secoli.
Lo scrittore e giornalista milanese Paolo Pedote, nella sua Breve guida filosofica al vaffanculo!, opera pubblicata nel novembre 2023 dalla casa editrice Mimesis, porta alla luce un piccolo mondo parallelo che sta dietro a questo gesto popolare, mettendo in luce una serie di tabù psicologici e simbologie intrinseche, di cui potevamo solo immaginare l’esistenza.
Imprecazioni e gestacci osceni, utilizzati da Aristofane fino ad arrivare a Maurizio Cattelan, mitizzati e mitigati a seconda dell’epoca.
Passando attraverso delle citazioni aventi per soggetto questo modo di dire che sicuramente è noto, ma nessuno conosce nei suoi significati più reconditi.
Chi dunque urla un vaffanculo! augura sempre a qualcuno di essere fottuto, fregato da quelli che sorridono e intanto te la mettono nel culo.
Un augurio che, a prescindere, conduce sempre alla sodomia. Nonostante si cerchi di edulcorare il concetto con parole forbite, come ad esempio fa Umberto Eco in Come dire parolacce in società (La bustina di Minerva), oppure il “pigliainculo” di Leonardo Sciascia ne Il giorno della civetta, il “fuck” rappresenta sempre lo stesso trabocchetto ideologico di un uomo che deve darsi da fare per non soccombere, mentre chi sta più in alto cerca di fregarlo.
Un dispositivo culturale che inganna il prossimo, quasi fosse un effetto domino portato ai massimi sistemi.
Il fuck you!, quel dito impudico afferma che tutto si è compiuto: se mandare a fare in culo è una delle azioni linguistiche e gestuali tabuizzate ma più diffuse al mondo, oltre che la più compromettente, in qualità di maledizione degradante, siamo tutti maledetti perché fottere il prossimo è una delle caratteristiche comportamentali più praticate nella nostra società.
Tanti sono i richiami alla musica, ai testi delle canzoni che contengono questa sorta di turpiloquio, così come l’evocazione di scene di film.
Molteplici sono anche le curiosità, che rendono la guida piacevole, perché scritta attraverso un sottile filo d’ironia che rende il tutto divertente.
Per fare un esempio, il ratto di una reliquia, ovvero il dito medio di Galileo Galilei, aneddoto che molti di noi non ricorderanno.
I Romani avevano un detto, che in queste pagine s’impara. “Gratatio pallorum omnia mala fugat”. Che sia davvero così? Che grattarsi le parti intime allontani tutti i mali?
Una cosa è certa, gesto apotropaico a parte.
Questo saggio è estremamente moderno, seppure attinga dall’antichità. Perché tutti nel nostro quotidiano ricorriamo istintivamente alla parte primordiale, la più spontanea del nostro io.
Come suggerisce l’autore, in Piazza Affari a Milano, i turisti si fanno dei selfie con la statua del grande dito medio di Maurizio Cattelan, ormai divenuta un’icona.
Nel sorridere, perché è inevitabile, dovrebbero invece sapere che dietro a quel gesto si cela un compendio di secoli di storia.
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per chi ama andare ad approfondire anche i gesti più banali.
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