Breve storia del segno della croce
- Autore: Gaetano Passarelli
- Genere: Religioni
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2023
In un volume semplice, essenziale, Breve storia del segno della croce (Graphe.it, 2023) di Gaetano Passarelli sono contenuti tutti i modi in cui si faceva il segno della croce agli inizi del Cristianesimo, quando l’Impero Romano stava collassando e si andava verso un periodo di transizione fino al XVI, ai tempi della Controriforma, quando il segno della croce divenne un gesto unico per i cattolici.
In realtà, nella nostra società in cui la laicità è una acquisizione incontrovertibile, il segno della croce viene fatto sempre meno dagli europei rispetto ad altri paesi del mondo. Nel segno della croce, per finire, risiede la differenza quasi insanabile ormai tra cattolici e ortodossi.
Chi scrive ha ricevuto un’educazione cattolica e come molti ne è rimasto solo “l’involucro”; ma i miei genitori non mi hanno mai forzato ad andare a messa se già per loro era una problema farlo. Tiepidamente laici, senza una vera partecipazione alle attività dell’oratorio, ad esempio, ai mercatini per aiutare i bisognosi, è stata poi mia madre ad avvicinarsi un po’ di più alla religione. Come accade in molte famiglie l’andare verso l’anzianità diventa un motivo per frequentare la chiesa di appartenenza con maggiore vigore. La verità è che, pur ospitando la Città del Vaticano, la capitale di Italia è stata il centro della cristianità, ma prima ancora il centro dell’Impero Romano che osteggiava i primi cristiani.
Verso il 211 d.C. il primo scrittore cristiano Tertulliano scriveva:
Per tutte le nostre azioni, quando entriamo o usciamo, quando ci vediamo o facciamo il bagno, seduti a tavola o accendendo una candela, quando andiamo a dormire o a sederci, all’inizio del nostro lavoro, facciamoci il segno della croce.
In un periodo in cui si conviveva con i pagani, farsi il segno della croce era un’abitudine. Una pratica quotidiana da fare per quasi ogni azione.
Riguardo al segno della croce tra il 1229 e il 1234, Lucas Vescovo di Tuy scrive:
Riguardo al segno della croce ci si chiede: quando i credenti fanno il segno croce su se stessi o sulle altre persone la mano deve spostarsi da sinistra a destra o da destra a sinistra? A ciò rispondiamo, secondo la nostra fede e la tradizione... poiché quando nostro Signore Gesù Cristo, per rinnovare il genere umano con la sua misericordia, benedisse il mondo, procedette dal Padre, venne nel mondo, scese a sinistra all’inferno e ascendendo in cielo, siede alla destra del padre.
Quindi l’ultima parte toccata è la spalla destra, al contrario i bizantini. La pratica del segno della croce a destra è prevalsa in quasi tutti gli Stati europei. Durante la Controriforma del XVI secolo l’abitudine a segnarsi fino a destra non è mai cambiata. Ma è cambiato l’uso.
Molti giovani vivono in famiglie che forse hanno fatto battezzare il figlio per fare contenta la suocera, non certo per il suo significato. Molti adulti si segnano sbrigativamente, senza nemmeno capire quello che stanno facendo.
Pochissimi sono quelli che capiscono il valore "simbolico" del gesto. Ma questo saggio, per rimanere breve e dare solo qualche riflessione anche su come i giovani devono fare il segno delle croce, dal momento che un diciottenne che entra in Chiesa per un funerale fa un segno della croce perlopiù sbagliato e sbrigativo.
La verità è che la vera fede è praticata da pochissimi e nemmeno loro sanno che cosa fanno. La verità non è solo la laicizzazione della società. La città di Roma ospita migliaia di turisti ogni mese, calati negli ultimi tre anni per la pandemia da Covid-19. Ebbene proprio i cosiddetti romani da "sette generazioni" non sanno nulla di questo segno, muovono solo meccanicamente le mani.
Chi scrive si rende conto che esplicitare un fatto così secondario sembra quasi bizzarro, ma credo che, alla base, di questo breve saggio ci sia la preoccupazione che tutta la tradizione cristiana cattolica si stia sgretolando, che le persone non hanno bisogno di capire perché è la loro fede che è ridotta al lumicino. Restano muti e soli di fronte al mistero di Cristo.
Fra poco sarà Pasqua e come ogni anno solo per quella data e a Natale le chiese sono piene di fedeli, persone poi che perdi per strada. Sembra quasi che si vada a messa a Pasqua per colmare un vuoto, che rimane tale, senza pensarci ulteriormente.
Il saggio di Gaetano Passarelli non va oltre, finendo in lamentazioni e geremiadi; nondimeno il sorriso e lo sfottò di ragazzi adolescenti verso un loro amico che va a messa o a dare una mano nell’oratorio della chiesa di appartenenza, facendosi il segno della croce, la dice lunga non tanto sul numero maggiore di indifferenti alle religioni rivelate, quanto sul conformismo quasi inevitabile tra i giovani di ieri e di oggi.
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