Bridget Jones. Un amore di ragazzo
- Autore: Helen Fielding
- Genere: Chick-lit
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Rizzoli
- Anno di pubblicazione: 2013
Bridget Jones, la single più pasticciona della chick lit, drogata di sigarette e chili in eccesso, all’eterna ricerca di una relazione stabile e solida, ha aperto il suo celebre diario nel 1995, quasi vent’anni fa, e l’ha richiuso nel 1999, dopo un secondo capitolo che l’aveva portata al classico lieto fine con Marc Darcy, dapprima odiato e poi prontamente promosso a suo uomo ideale, a discapito dell’affascinante ma inaffidabile ed egocentrico Daniel. La simpatica Bridget dormicchiava quindi da quasi quindici anni: presumibilmente era talmente impegnata a vivere una vita “normalmente felice” da avere rinchiuso il diario in un cassetto. Qualcuno, tempo fa, aveva anche pensato di far resuscitare il suo alter ego cinematografico prima ancora che questo terzo capitolo della sua vita uscisse in libreria. Fortunatamente questo non è avvenuto, anzi, del film ancora non si sa niente.
(n.d.r. Attenzione Spoiler trama). Concentriamoci quindi sul romanzo, pubblicato da Rizzoli nel 2013, che inizia però con uno choc per le fans di Bridget e, soprattutto, di Marc. Sì, perché Bridget, all’inizio di questo terzo romanzo, si ritrova nella peggiore delle situazioni: giovane (ma non troppo) vedova, intorno ai cinquanta e con due figli ancora piccoli. C’è da chiedersi se non esistesse un modo più “soft” per far uscire di scena il personaggio di Darcy, ma probabilmente una separazione avrebbe avuto tutta una serie di implicazioni che avrebbero solo distratto la storia dal personaggio principale: sempre lei, Bridget, più pasticciona che mai, ma allo stesso tempo più responsabile, riflessiva e matura.
Un terzo capitolo appena appena velato di tristezza, nel quale la preoccupazione per il tabagismo ha ceduto il passo al consumo di Nicorette e il continuo controllo del peso si è stemperato nella consapevolezza del tempo che passa. Il tutto è complicato dalla fatica di crescere due meravigliosi bambini per i quali Bridget vorrebbe annullarsi, ma allo stesso tempo capisce di avere il diritto e il dovere di vivere la propria vita.
Cosa può fare una donna nella condizione di Bridget? Smettere di essere donna per fossilizzarsi nei panni di mamma (non tanto) perfetta oppure annegare la propria difficoltà di vivere cercando emozioni nelle avventure passeggere. Ci sarebbe anche una terza possibilità, ma è di gran lunga la più difficile: provare a ricostruire una relazione stabile e valida con un uomo affidabile. Già, ma una relazione non si costruisce così dal niente né sulla base di riflessioni teoriche, deve nascere da un sentimento: e che succede se il sentimento nasce con un ragazzo di quasi vent’anni più giovane?
Bridget non si sente la stoffa della “coguara” e, come la maggior parte delle donne, si illude di iniziare una relazione di sesso puro e semplice ma finisce per rimanere emotivamente coinvolta. Non è facile, però, far tornare i conti con gli amici esterrefatti e un poco invidiosi, i bambini da tirare avanti e i ripensamenti del suo stesso “toyboy”. Forse a Bridget conviene cercare una situazione più “regolare”, ma non è facile fare a meno delle fughe romantiche del weekend…
E’ davvero un peccato che questo terzo capitolo della saga di Bridget abbia avuto bisogno di così tanti anni per uscire. Bridget è un personaggio che sa crescere e maturare a ogni nuovo romanzo e riesce sempre a insegnarci a prendere la vita con tanta ironia, anche se stiamo invecchiando e, della ragazzina che eravamo un tempo, ci sono rimaste solo le nostre irrinunciabili e tenerissime gaffe.
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