L’occhio della farfalla
- Autore: Costanza Savini
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2020
La realtà alterata, sovvertita, destabilizzante di una guerra che non risparmia le città e i civili. La ricerca di salvezza e sicurezza lontano dai centri abitati. La scoperta di segreti reconditi della propria grande famiglia. Ci sono tutte le premesse di una vicenda attraente, nel plot narrativo del romanzo storico di Costanza Savini L’occhio della farfalla, edito tre anni fa da Oligo Editore, del Gruppo il Rio di Mantova (dicembre 2020, collana Narratori, 278 pagine).
Attratto, da appassionato di storia delle due guerre mondiali del Novecento, dal periodo in cui l’autrice ha collocato il racconto e incuriosito dal contesto delle fasi drammatiche del secondo conflitto mondiale dopo l’armistizio con gli Alleati, ho cercato di sapere di più di questa scrittrice bolognese cinquantaquattrenne, età della piena maturità delle attitudini personali, della carriera professionale, delle capacità creative ed espressive.
Non accontentandomi delle note biografiche redazionali nel volume Oligo, ho consultato la rete, raggiungendo innanzitutto il sito internet dell’autrice e scoprendo così una scrittrice fuori dal coro. Si presenta innanzitutto come “raccoglitrice di storie” e già questo è piuttosto originale. Dalla sua biografia ho appreso rapidamente che Savini s’interessa da sempre di parapsicologia: è più di una cultrice, la esercita.
Nata a Bologna nel 1970, veneta per metà (Verona) e romagnola per l’altra, (Bagnacavallo), laureata in giurisprudenza nel percorso di studi concesso alla famiglia, si è poi dedicata alla biosistemica e bioenergetica, seguendo la vocazione soggettiva. Negli anni ’90 ha frequentato il CSP di ricerche parapsicologiche, partecipando a varie sperimentazioni. Lasciato l’insegnamento nella scuola secondaria, si è votata al counseling biosistemico, alla bioenergetica praticata e alla scrittura. Pubblica da anni, con editori diversi: romanzi, racconti, testi sul benessere.
Bioenergia, quindi: studio della personalità umana, emotività compresa, Parapsicologia: esercizio di poteri della mente, che costituisce un tutt’uno organico con il corpo. Sono discipline che hanno assecondato il suo racconto di una vicenda tratta in parte da eventi autentici, in cui la Storia scivola verso una storia.
La prima è quella con la “S” maiuscola, delle bombe su Bologna, dello sfollamento nella casa del nonno paterno sul Garda. La storia è della famiglia e della proprietà a Costermano, la villa, il parco, i campi.
Ce ne ha messo del tempo Paolo Nicolis, il papà di Nina, per decidersi a lasciare Bologna, gli allarmi aerei notte e giorno, le incognite crescenti. A ottobre del 1943, la scelta è di trasferirsi sul Garda, nella tenuta paterna.
È vero, nei pressi hanno sede sul grande lago i Ministeri della nuova Repubblica Sociale di Mussolini, ma sarà il male minore. A Costermano ci sono le radici, pensa e dove sono le radici il posto è sicuro.
Il padre, mamma Violante e Nina trovano nonno Dario, i cugini Neve e Giulio con i genitori ed altri quattro adolescenti maschi, più o meno di pari età della ragazzina.
Tutto è suggestivo in quei luoghi. La casa è stata abitata in passato dai preti Nicolis, li chiamavano liberi, non erano secchioni della religione come gli altri, somigliavano più a uomini che a sacerdoti. Conoscevano e studiavano più di tanti, si dedicavano a pratiche un po’ scientifiche, un po’ mediche, un po’ misteriose. Hanno voluto riposare per sempre in sepolture senza nome.
In giro si racconta che sulla collina, solo di notte si potessero vedere delle donne, mezze fate mezze streghe nel bosco di Murlongo e che gli uomini ci andassero apposta per incontrarle e “farci delle cose” di nascosto.
Comunque sia, c’è un che di sacro e di oscuro in quella macchia verde:
“come se fosse la residenza visibile di mondi al riparo o fuori del tempo”.
Certe sere, dalla finestra della camera, le due cugine osservano inquiete gli alberi che il buio notturno, rotto dalla luce della luna, appannata da qualche nuvola sparsa, trasforma in sagome umane e animali. Due file di cipressi col sentiero che corre in mezzo, salendo fino ad aprirsi e a formare una rotonda fitta di alberi, come i cerchi sacri dei druidi. Ma non finisce al cerchio, sale ancora nel bosco: non è nato a caso o per vegetazione spontanea, è una struttura tipicamente ottocentesca.
Quel posto era stato concepito dai preti Nicolis come bosco esoterico-romantico, per infondere un senso di mistero e d’incanto in chi lo raggiungesse.
Murlongo non dista molto dalla villa, la campagna oscura ai piedi del bosco fa risaltare qualsiasi accenno di luci in alto. Sulla sommità, i cipressi bui, in fila, sembrano guglie e pinnacoli di una cattedrale gotica, che incombe sulla casa sprofondata nel sonno.
La stessa grande villa nasconde tanto da esplorare, stanze, vani, cantine, soffitte. La popolazione non si limita a nonno, zii, cugini, i Nicolis la dividono con la famiglia di un generale, che ha occupato la metà. Ha figli maschi, ragazzi piuttosto sfacciati. Le dinamiche che si possono sviluppare sono tante, evidentemente.
Allontanandosi dalla quotidianità del conflitto, Nina ci accompagna in una sorta di eccitante altrove, tutto da scoprire. La guerra offre lo scenario di fondo, la tenuta è il romanzo, il luogo dell’anima, dei segreti, una porta che conduce in in un’altra dimensione del tempo, dei fatti e delle cose.
Ci sarebbe da raccontare tutto quello che Nina e i ragazzi combinano, ci sarebbe da dire di don Agostino, ma mi sa ch’è il caso di mettere il punto qui.
L'occhio della farfalla
Amazon.it: 14,25 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: L’occhio della farfalla
Lascia il tuo commento
La ringrazio per questa approfondita recensione. Il tempo non esiste: io con il libro lei con questa cara recensione lo stiamo dimostrando.
Costanza